Sono contento che, per pubblicizzare le sue iniziative, la sindaca Raggi usi i media “di regime”. Ottimo ridurre le licenze e limitare le slot, come sarebbe avere leggi più stringenti su fumo e alcool, ma in periodi di magra come questa è dura rinunciare a entrate sicure.

Virginia Raggi e le slot machine.In una lettera al Corriere della Sera chiede appoggio per limitarle e opporsi al governo.

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A furia di gridare al gomblotto, comincio a crederci.

Se fate caso in questi giorni, ogni santo giorno, c’è un tema nuovo lanciato dal grillino di turno: i migranti (i taxi del mediterraneo), le chiusure domenicali (sfascia famiglie), il fine vita, il reddito di cittadinanza, i sindacati, i vaccini, l’esame di maturità (!), le slot machine, i lavoratori dell’Alitalia…..

Comincio a pensare che sia un disegno ben studiato, supportato dalle rilevazioni in tempo reale degli “umori” della pancia del paese fatte dai server della Casaleggio. Slogan semplici, trasversali, che assecondano il pensiero comune e pigro, in modo sistematico.Che attirano inoltre gli utili idioti che popolano molta dlla nostra sinistra suicida. Quasi una forma più subdola e incisiva della campagna di B di qualche anno fa: il presidente operaio, ferroviere ecc ecc in un tripudio di cappellini
Sicuramente un salto di qualità: evidentemente l’indignazione non basta più, altrimenti finisci come la Lega, bisogna conquistare altre fette dell’elettorato per arrivare al governo. Poi  bisognerebbe anche abolire la vendita delle armi e la fame del mondo, se avanza spazio nel blog. Non è difficile fare un figurone quando basta lanciare l’appello nel giusto tono accorato, vero?
Ma possiamo dare un poco più di concretezza al “dibbattito”. Per esempio, Raggi proponga che lo stato lasci gli introiti delle slot ai comuni, ovviamente tagliando altri trasferimenti di fondi in egual misura. A questo punto saranno i comuni a scegliere se tenersi le slot e i soldi, o preferiscono farci la bella figura. E vediamo che cosa sceglie Roma, visto che ha i conti talmente in ordine.

Certo:Parole, condivisibili magari, ma ancora parole, dalle quali tra l’altro non è ragionevole aspettarsi alcun seguito (ce la vedete la popolazione di Roma e d’Italia scendere in piazza e fare le barricate per vietare il gioco d’azzardo?). Aspettiamo qualche provvedimento tangibilmente concreto per cominciare, i miracoli non appartengono a nessuno, dicevo cominciare almeno a restituire decoro a una città ormai indegna di presentarsi come capitale d’Italia.

Le malattie collegate al tabagismo uccidono migliaia di persone ogni anno, l’alcol idem, se le auto andassero a non più di venti chilometri orari ci sarebbero molti meno morti per le strade… se vogliamo vivere in un mondo libero o accettiamo che la gente si ammazzi o si indebiti come vuole o iniziamo a proibire tutto.

Guardate, io considero le persone che buttano monetine nelle slot degli idioti, perchè solo gli idioti non si rendono conto che con quelle macchinette, nel long term, non si vince mai. L’unica possibilità di salvare quella gente è vietarle definitivamente. Ma questo, secondo me, aprirebbe uno scenario potenzialmente devastante per le libertà personali, perchè domani potrebbe arrivare la lettera sul sacro blogghe che propone la messa al bando dell’alcol perchè c’è chi ne abusa, o le sigarette o la cotena di maiale… a quel punto vietiamo tutto, alimentando l’illegalità, o investiamo sulla cultura per far capire agli idioti di cui sopra che alcune cose, se prese in eccesso, fanno male?

Il gioco d’azzardo è un problema per molte persone, ma io sono un po’ allergico ai divieti. Del resto, anche l’alcool è un problema per tante persone, ma non per questo lo stato deve impedire a me di bere vino. Stesso discorso per il fumo e per la marijuana, la quale però si porta addosso uno stigma fortissimo che giustifica agli occhi di molti (non ai miei) un trattamento differenziato. Per salvaguardare i diritti di tutti, anche di coloro i quali vogliono giocare alle slot machine, propongo soluzini più soft, sulla scia del paternalismo liberale (nudge theory) proposto da Richard Thaler e Cass Sunstein. Un buon modo per dissuadere i giocatori d’azzardo, per esempio, può essere quello di
istituire delle “self-ban list”, liste a cui il giocatore può automaticamente iscriversi in un momento di lucidità. Il trucco sta nel rendere l’iscrizione semplicissima, e la disiscrizione complicata ed onerosa.

Questa proposta, che sembra una baggianata, trae fondamento
dalla psicologia cognitiva (Dual process theory), per cui quando siamo messi di fronte ad una decisione, esiste un Sistema 1 che si basa sull’impulso e sull’intuizione, ed un Sistema 2 che si basa sul ragionamento (v. anche “An Economic Theory of Self-Control” Thaler-Shefrin, 1981). Quando al giocatore d’azzardo parte la “ralla”, è vittima del Sistema 1; ciò non toglie che, nei momenti di lucidità, anche il giocatore d’azzardo è in grado di usare il Sistema 2 e sapere che è meglio non andare a buttare lo stipendio nelle slot machine. Di conseguenza, quando il Sistema 2 è attivo, il giocatore potrebbe iscriversi ad una “self-ban list” in maniera facile e veloce, magari aiutato dai familiari; quando gli parte la ralla per effetto del Sistema 1, possiamo rendergli le cose più complicate e fare in modo che il processo di disiscrizione sia lungo ed oneroso. Basta istituire la self-ban list e consentire il gioco alle slot machine attraverso la carta d’identità
elettronica o la tessera sanitaria.

Tutto sommato, mi sembra una soluzione più liberale che contempera gli interessi di chi vuole giocare senza fare del male né a sé stesso, né a terzi, e gli interessi di chi occasionalmente non è in grado di tenere a bada i propri istinti.

Sono contento che, per pubblicizzare le sue iniziative, la sindaca Raggi usi i media “di regime”. Ottimo ridurre le licenze e limitare le slot, come sarebbe avere leggi più stringenti su fumo e alcool, ma in periodi di magra come questa è dura rinunciare a entrate sicure.ultima modifica: 2017-04-27T10:28:13+02:00da bezzifer
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