Tutto questo non sarà stato vano se ci si deciderà a inserire nel Codice Penale una semplicissima norma: il giornalista e il direttore del giornale che pubblicano un’intercettazione non pubblicabile sono passibili della stessa pena destinata alla “talpa” che le diffonde illegalmente.

L’inchiesta CONSIP è diventata un’altra cosa.Giorno dopo giorno l’indagine sul padre di Renzi si sta trasformando in un processo su come si fanno le inchieste e come se ne occupano i giornali.

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Tutto porta ad una persona: Woodcock e ad un giornale: il Fatto quotidiano (in misura minore Repubblica)
perché il PM Woodcock ha utilizzato i carabinieri del NOE per effettuare intercettazioni su di una inchiesta non di loro competenza?
perché il PM Woodcock ha chiesto al capitano Scarfato di manipolare le intercettazioni?
perché il PM Woodcock ha continuato a far intercettare una persona coinvolta in una inchiesta che gli era stata tolta?
perché il PM Woodcock non fa distruggere le intercettazioni che non sono penalmente rilevanti? (ammesso che sia suo il compito)
perché il PM Woodcock ritiene di doversi confidare con un giornalista?
perché sistematicamente le indagini in cui è coinvolto Woodcock hanno dei leak verso il Fatto Quotidiano?

Per taluni il giornalismo d’inchiesta non è sgobbare alla ricerca di notizie scavando e utilizzando tutti i mezzi leciti per scoprire verità nascoste. Per loro il giornalismo d’inchiesta è avere un amico inquirente che ottiene informazioni, più o meno accurate, grazie ai mezzi che lo stato gli concede e, spesso senza alcuna verifica, pubblicarle. E poi andare in giro a difendere la libertà di informazione facendosi scudo dell’impunità.
Fare il giornalista può anche voler dire avere dei comportamenti al confine o persino oltre la legge. Cito solo Gatti dell’espresso che entra clandestinamente in una realta attuale spacciandosi per migrante e ne documenta la situazione disumana. Ma, così come condanniamo, senza se e senza ma, l’idea di un giornalista che possa autonomamente intercettare o pedinare una persona, allora dobbiamo condannare anche il giornalista che ottiene le medesime informazioni sottraendole alla distruzione a cui sono destinate. Ma i forcaioli/giustizialisti farebbero la guerra.

A me rimane un dubbio: chi passa la notizia perchè lo fa? soldi?Sicuramente chi le usa lo fa per soldi, vedi Marco Lillo e il suo libro (ma solo come esempio, vedi De Bortoli qualche giorno fa), che casualmente esce oggi, che casualmente oggi è intervistato da tutti, e così via. Altro? non se ne può più. E il problema più grave è che ne magistratura ne carabinieri sentono il bisogno di autoregolarsi o farsi promotore di un provvedimento che peraltro li tutelerebbe invece ….Alla fine vuoi vedere che aveva ragione b.? Ogni giorno che passa, mi convinco che su una certa giustizia B. avesse ragione. E che se lo si fosse combattuto e sconfitto politicamente, come fece per ben due volte il prof. Prodi prima di essere pugnalato alle spalle dai suoi, a quest’ora il B. di cui sopra si starebbe godendo la pensione tra Arcore e Antigua. Con gran beneficio per noi italiani.

Tutto questo non sarà stato vano se ci si deciderà a inserire nel Codice Penale una semplicissima norma: il giornalista e il direttore del giornale che pubblicano un’intercettazione non pubblicabile sono passibili della stessa pena destinata alla “talpa” che le diffonde illegalmente.ultima modifica: 2017-05-19T10:21:37+02:00da bezzifer
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