Il tema importante e la tesi di questo “ingegnere” è talmente sgangherata che se non avesse gravi ripercussioni reali sui dipendenti non sarebbe nemmeno degna di risposta.

Il documento sessista che circola tra i dipendenti di Google.Sostiene che le donne siano biologicamente meno portate degli uomini ai lavori di tecnologia e alla leadership, e se la prende con i programmi di inclusione.

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Un documento di dieci pagine pubblicato da un ingegnere di Google su una mailing list interna all’azienda – e poi finito su vari siti americani di news – ha criticato gli sforzi per aumentare la percentuale di dipendenti appartenenti a minoranze etniche e soprattutto di donne con ruoli da dirigente. Il documento è stato molto discusso dentro l’azienda e ha portato i dirigenti di Google a diffondere un comunicato per dissociarsene: l’azienda è attualmente sotto indagine da parte del Dipartimento del Lavoro statunitense per le diseguaglianze negli stipendi tra uomini e donne. Da anni, poi, è in corso una discussione sulla misoginia degli ambienti di lavoro della Silicon Valley, e sulla bassa percentuale di donne che riesce a ottenere incarichi dirigenziali o finanziamenti per la propria startup.

Non è affatto vero che rivendicano la superiorità dei diritti degli uomini, neanche per sogno. Quello che vogliono è raggiungere la parità in determinate tematiche dove le donne sono ingiustamente avvantaggiate proprio perché donne. Per esempio l’affidamento dei figli in seguito a un divorzio, oppure gli assegni di mantenimento. Ma anche molte altre tematiche dove sentono di aver bisogno di sostegno o consigli di altri uomini come le false accuse di stupro… Nessuno dice che rivendicano la “superiorità” dei loro diritti ovviamente.Infatti mentre le battaglie dell’MRA sono ben chiare e motivate il nuovo femminismo è un minestrone che va da richieste legittime e sacrosante a veri e propri deliri e il tutto condito spesso da arroganza e supponenza  Loro screditano un movimento che altrimenti avrebbe un sostegno molto più grande. Queste figure deliranti non ci sono nel’ MRA. (non che io ne sia esperto, ma cercando un pò non ne ho trovate devo dire. Se qualcuno me le mostra sono contento di ricredermi e di declassale l’MRA allo stesso livello del femminismo moderno).Datemi pure del mostro sessista ma, nei vari ambienti lavorativi che ho frequentato, quando si supera il 30% di componente femminile si va inevitabilmente verso un aumento di discussioni (inutili), litigi, gelosie, invidie, competizione negativa, frantumazione del team. Detto questo, ho avuto la fortuna di lavorare con grandissime donne, che possono dare sicuramente una marcia in più alle aziende, anche in posti di vertice. Allo stesso tempo non posso non notare quanto tempo in più si perda a lavorare con loro, si perdono generalmente in dettagli totalmente superflui

Il corto-circuito logico di tutti questi ragionamenti (beninteso: sia da un lato che dall’altro) consiste nel pensare che le ragioni biologiche debbano essere per forza scollegate da quelle culturali.

La cultura diciamo così “progressista” (tanto per intenderci) pensa che se anche vi fossero ragioni biologiche (sempre accuratamente minimizzate) queste vanno superate da quelle culturali che sarebbero in realtà la vera leva su cui operare: pensano questo perchè essendo ossessionati dalla logica del “continuo cambiamento della società” non possono accettare che qualcosa possa essere diciamo così “ontologicamente statico” nell’uomo.

La cultura invece diciamo “conservatrice” pensa che le ragioni biologiche siano prevalenti e sono queste che hanno forgiato le ragioni culturali che sarebbero quindi la mera conseguenza della biologia. In modo del tutto speculare pensano questo perchè sono ossessionati dall’idea, appunto, del conservatorismo al quale il fatto che esistano cose “statiche” nell’uomo è funzionale al proprio paradigma di pensiero.

Entrambe queste posizioni sono errate: perchè hanno una visione dell’uomo o troppo biologista o troppo culturale.

Ciò che nessuno dei due fa è affrontare la questione del punto di vista della libertà, delle qualità individuali, piuttosto che dell’idologia. Abbiamo molto molto da lavorare sulla questione “dei sessi” e abbiamo urgente bisogno di superare vecchi schemi come appunto il progressimo e il conservatorismo.

Provate a cercare su youtube “paradosso norvegese” dove un documentario (sottotitolato in italiano) fatto da un attore comico ha fatto bloccare i cospicui fondi norvegesi destinati alla “parità di genere”, che comprende “quote rosa” e cose simili. La biologia sta piano piano mostrando le radicali differenze che ci sono tra uomini e donne: andrebbero affrontate con serenità, senza paure di un ritorno al passato ma guardando alle nuove sfide che esse ci pongono come civiltà.

Il paradosso norvegese mette il luce proprio questo: che quando le donne (e gli uomini) sono veramente liberi di scegliere, scelgono “de facto” ciò che è loro più congegnale… il risultato? in certi ambiti (diciamo pure stereotipati) i dati mostrano che c’è una piattezza del 100% sui sessi (viene portato ad esempio le infermiere e gli operai edili).

Altri dati interessanti che vengono mostrati è che questo è tanto più vero laddove i paesi (come la norvegia appunto) hanno fatto più “progressi” nella lotta di questa così dette “discriminazioni di genere”. Ecco il paradosso.

Perchè?

Guardatevi il documentario… lo spiega molto bene quando parla ad esempio del perchè molte donne in paesi come l’Iran aspirano a fare l’ingegnere mentre in norvegia molto meno! Come mai? Semplice, c’entra proprio la liberà individuale: laddove la donna cerca emancipazione “sogna” di fare mestieri da maschio…. laddove invece questo bisogno non c’è (norvegia) sogna di fare cose statisticamente più attraenti per le donne (sto semplificando ma la sintesi é questa). Ecco dunque che c’entra la libertà: quando le persone sono davvero libere di scegliere, ecco che si ricade negli stereotipi, ma lo si fa appunto in modo più libero, senza che vi siano convenzioni sociali.

Il tema importante e la tesi di questo “ingegnere” è talmente sgangherata che se non avesse gravi ripercussioni reali sui dipendenti non sarebbe nemmeno degna di risposta.ultima modifica: 2017-08-08T16:24:26+02:00da bezzifer
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