E ditemi se l’ultimo paragrafo non è in pratica la tanto snobbata “strategia della pazienza” di Obama. O caspita: non è che quell’imbelle pasticcione che non capiva niente di politica estera, magari ci aveva azzeccato? Anche stavolta?

Forse stavolta Trump l’ha detta troppo grossa. Pure per i suoi standard, dicono gli esperti: minacciare cose a cui non può dare seguito – come ha fatto martedì con la Corea del Nord – gli fa perdere credibilità

Donald Trump,Kim Jong Un

Ma quali sarebbero le minacce della Corea del Nord nei confronti degli USA? Hanno mai minacciato di attaccare per primi? Il problema, forse, è che non c’è il tempo per una strategia della pazienza. Che porta gli elettori a votare un ‘impaziente’ alle elezioni successive, vanificando il lavoro fatto.Guardando sulla lunga (lunghissima) distanza è comunque probabile che sia l’unica scelta che porta reali benefici che possano durare nel tempo (vedere l’esempio opposto della Libia). Forse anche Obama avrebbe dovuto capire che qualche ‘spacconata’, a fini prevalentemente elettorali, avrebbero fatto bene a farla per poter portare avanti una strategia diversa.

La strategia della pazienza aveva lo scopo di non far arrivare la NK alla bomba atomica, tanto meno agli ICBM, obiettivi mancati entrambi, visto che la bomba ce l’hanno, fra non molto avranno i missili balistici (addirittura intercontinentali).
Questa strategia non ha portato sostanzialmente alcunchè in mano USA, ma ha semplicemente lasciato campo aperto alla NK. Il modo migliore è costringere la Cina a dare una spallata al governo di Kim per effettuare un regime-change e creare così un cuscinetto tra S. Korea e Cina.

Sicuramente la situazione non è facile e non invidio nessuno di quelli che se ne ‘devono’ occupare (compreso Trump).

Più o meno quel che dicevano gli amici dell’URSS intorno al 1980 – pensavano di stare passando di successo in successo, dall’Angola al Nicaragua, dal Vietnam all’Afghanistan… Poi c’è stato un rapido e brusco risveglio,(da considerare anche quegli anti-comunisti, da Revel a Bettiza e oltre – che descrivevano un’URSS che avanzava su tutti i fronti, in articoli e libri che oggi fanno un po’ tenerezza… Adesso basta rileggere gli entusiasmi sul ‘Presidente del Popolo’ dell’anno scorso, quello che ha affidato la gestione dell’economia a Goldman Sachs…)

Ora a mio parere chi lo ha votato non l’ha fatto perché si aspetta chissá che, ma piú che altro per sfiducia nell’establishment. Trump ha vinto nonostante abbia dimostrato giá in campagna elettorale di non sapere quello che dice e di avere proposte irrealizzabili. Non sono particolarmente fiducioso della capacitá del suo elettorato di valutare i sui successi/insuccessi. É né piú né meno la faccenda della post-veritá.

Non credo che sia in discussione la credibilità di Trump a livello internazionale, perché non penso ne abbia mai avuta veramente. E non ritengo che Trump con questa minaccia volesse costringere la Corea del Nord a finirla con le sue. Io penso che volesse mettersi sullo stesso piano. Non mi stupirei se il suo progetto infantile mediatico fosse semplicemente quello di poter dire che, ai nordcoreani, lui le ha cantate chiare.

Non so a me sembra che Trump la stia mettendo deliberatamente sul reciproco bullismo. “Minchia, ti spacco la faccia oh!!”  “Minchia, ti spacco le gambe oh!!”
Le sue chiavi della valigetta le ha, i suoi codici li ha, i Capi di Stato Maggiore che hanno le loro chiavi e i loro codici di abbinamento ci sono.
Ma francamente quel suo richiamare fuoco e fiamme non mi ha assolutamente acceso l’allarme nucleare, secondo me sta solo facendo il gioco del gatto col topo. Ha alzato i toni in sintonia con quelli del Charlie nordcoreano, sta giocando al “non credibile” tanto quanto l’altro non lo è davvero. Glielo sta facendo rigirare nel … ehm …
Ma poi a mia memoria non era ancora accaduto che un capo di stato qualsivoglia rivolgesse esplicite minacce agli USA dopo aver sperimentato lanci di missili più o meno … ballistici. Si, le solite rampognazze: “Grande Satana”, bandiere stelle e strisce bruciate, maree urlanti di manifestanti, variopinti proclami per via mediatica, anche minacce di far sparire dalle cartine geografiche. Ma così circostanziate e mirate, soprattutto in accompagnamento ad un programma di riarmo strategico non mi pare che l’abbia mai fatto alcuno. Nemmeno l’URSS fu così bambinescamente diretta.
Inoltre la similitudine col capo dell’azienda non regge, lui (capo) lo è comunque ed indipendentemente da quanto i suoi dipendenti lo ritengano credibile può licenziarli sul serio in qualsiasi momento e con qualsiasi motivazione, anche surrettizia, tanto soldi e studi legali per sostenere cause li ha.
Abbassarsi a far passare la propria credibilità attraverso il rampollato gonfiato di una famigliola dittatrice orientale sarebbe come preoccuparsi di essere credibile di fronte a una formica, mi pare. Che gli frega: la pesta.

E presso il suo elettorato di impallinati che credono davvero all’applicazione del motto America First, che The Donald rischia di perdere credibilità, sbottando così senza poi far niente se non sostituire a manetta i suoi collaboratori. Gli altri lo sanno già – i compatrioti e nello stato A, B, C, D etc – che alla Presidenza degli Stati Uniti è stato eletto un trombone cialtrone, e non fa che confermarlo dall’inizio. E’ una escalation di boatos sempre più graveolenti, questo sì..

Miniatura

La mia domanda da ignorante è: ma se una mattina si svegliasse e dicesse sul serio di lanciare l’atomica, ci sarebbe qualcuno che potrebbe fermarlo/disobbedire/opporsi?

E ditemi se l’ultimo paragrafo non è in pratica la tanto snobbata “strategia della pazienza” di Obama. O caspita: non è che quell’imbelle pasticcione che non capiva niente di politica estera, magari ci aveva azzeccato? Anche stavolta?ultima modifica: 2017-08-11T17:05:33+02:00da bezzifer
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