Come si vota il 4 marzo, for dummies.Un arzigogolato ma ce la faremo.

Come si vota il 4 marzo, for dummies.Com’è fatta la nuova scheda per le elezioni del 4 marzo, come si usa tra uninominale e proporzionale e come evitare che il proprio voto venga invalidato

elezioni 2018

Il prossimo 4 marzo 2018, a poco più di due mesi dalla fine della XVII legislatura, si voterà alle elezioni politiche per rinnovare i seggi del Parlamento: per la prima volta dopo più di dieci anni si useranno una nuova legge elettorale, una nuova scheda e un nuovo metodo per votare. Di seguito trovate una breve guida al nuovo sistema, una spiegazione di cosa succede a seconda di come votiamo e le cose da sapere per evitare di fare errori che potrebbero invalidare il nostro voto. Se invece siete alla ricerca di un chiarimento più generale su come funziona la legge elettorale, potete trovarlo qui.

Come è fatta la scheda?
Domenica 4 marzo riceverete una scheda elettorale per ciascuna camera, quindi una per la Camera e – se avete almeno 25 anni – una per il Senato. In Lombardia e nel Lazio gli elettori riceveranno anche una scheda per il voto alle regionali, ma qui parliamo solo delle politiche.

Il nuovo sistema elettorale – quello definito “Rosatellum” – ha introdotto nel nostro paese un sistema misto, proporzionale e maggioritario, e prevede che il Parlamento venga eletto in due modi diversi ma collegati: un modo viene chiamato “uninominale” e un modo viene chiamato “proporzionale”.“Uninominale” vuol dire che in ogni collegio le coalizioni o i partiti candidano una sola persona, e chi prende più voti tra le persone candidate ottiene il seggio; “proporzionale” vuol dire che i seggi vengono divisi in modo proporzionale ai voti presi dalle coalizioni o dai partiti in un certo collegio. Circa un terzo dei seggi tra Camera e Senato sarà eletto in scontri diretti nei collegi uninominali, e i restanti due terzi saranno eletti con sistema proporzionale.

Un fac-simile della scheda per il Rosatellum

Ogni scheda sarà divisa in un certo numero di aree separate tra loro.

All’interno di ogni area ci sarà in testa uno spazio rettangolare con un unico nome: è il candidato scelto da ogni coalizione – o singolo partito – nel collegio uninominale in cui risediamo. Siccome all’uninominale ogni coalizione deve presentare un solo candidato, può capitare che nel vostro collegio non ci sia il candidato del vostro partito preferito. Esempio: se i partiti Rosso, Verde e Blu sono alleati in una coalizione, nel collegio ci Roma sosterranno tutti insieme un candidato del partito Rosso, nel collegio di Milano uno del partito Blu, eccetera.

Sotto lo spazio rettangolare ci saranno una serie di caselle con un simbolo di partito e un certo numero di nomi, dai due ai quattro. Sono le singole liste dei partiti che formano la coalizione che sostiene il candidato di cui sopra; i nomi accanto al simbolo, invece, sono i nomi dei candidati nel collegio proporzionale.

Come si vota?
Si possono fare al massimo due segni sulla scheda: si può barrare il nome del candidato al collegio uninominale che preferiamo e poi scegliere una delle liste che lo appoggiano. Quindi i due segni devono essere fatti nella stessa area: non è possibile scegliere un candidato all’uninominale e un partito di una coalizione diversa da quella di quel candidato. Una volta scelto un candidato uninominale, è possibile scegliere solo e soltanto una delle liste che lo appoggiano. Se si sceglie una lista in un’altra coalizione, la scheda viene invalidata. Di nuovo, per essere chiari: non c’è voto disgiunto, non si può votare un candidato di centrodestra e una lista di centrosinistra.

Altra cosa importante: non sono previste le preferenze. Si può votare una lista, ma non potete scegliere a quale candidato di quella lista far arrivare il vostro voto. Se alla scheda si aggiungono altri segni sui nomi dei candidati, si rischia di vedere il proprio voto invalidato.

Se tracciate solo un segno su uno dei partiti – votando quindi per la parte proporzionale – il vostro voto sarà esteso anche al candidato sostenuto da quel partito al collegio uninominale. Se invece barrate soltanto la casella del candidato uninominale, la procedura sarà un po’ più complessa. Il voto sarà distribuito tra le liste che appoggiano il candidato uninominale in proporzione alle preferenze ricevute dalle liste stesse. Quindi se una delle liste che formano la coalizione ha ricevuto il 30 per cento dei voti, riceverà anche il 30 per cento dei voti di chi non ha votato esplicitamente per nessuna lista di quella coalizione.

Cosa succede una volta votato?
Scegliendo un candidato all’uninominale, quel candidato riceverà un voto all’interno di quel collegio. Al termine dello scrutinio, il candidato che ha ricevuto anche solo un voto più dei suoi avversari sarà eletto. Se insieme al candidato viene barrata anche la casella di una delle liste proporzionali che lo appoggiano, quella lista in questione riceverà un voto (altrimenti vale il calcolo di cui sopra). Grossomodo, ogni lista eleggerà un numero di parlamentari proporzionale ai voti che ha ottenuto in un certo collegio (il meccanismo, però, è in realtà molto più complesso). I candidati della lista proporzionale saranno eletti nell’ordine in cui compaiono sulla scheda. La legge permette le candidature multiple: si potrà essere candidati in un seggio uninominale e in fino a cinque collegi proporzionali. In caso di elezione in più collegi si viene eletti prima nel collegio uninominale, in second’ordine nel collegio proporzionale dove la lista ha ottenuto la percentuale minore di voti.

Riassumendo
– Si riceve una sola scheda per la Camera e una sola scheda per il Senato.

– Si può votare facendo un solo segno, oppure due, basta che entrambi i segni siano fatti nell’area della scheda che spetta a un’unica coalizione.

– È possibile votare un candidato all’uninominale e, con un secondo segno, scegliere una delle liste che lo appoggiano.

– Si può scegliere anche solo il candidato all’uninominale o solo una delle liste, ma il voto sarà comunque “trascinato” sul candidato o su una delle liste.

– Non si può votare una lista diversa da quella che appoggia il candidato che abbiamo scelto.

– Non si può votare solo il candidato o solo la lista che lo appoggia.

Quindi, se avete deciso che volete votare una coalizione ma non vi piace il candidato che la coalizione ha presentato nel vostro collegio uninominale, l’unico modo che avete per non votarlo è votare un’altra coalizione.

Viceversa, se avete deciso di votare per un candidato ma non vi piace uno dei partiti che lo appoggiano, l’unico modo che avete per essere sicuri che il vostro voto non finisca a quel partito è esprimere una scelta per una altra lista, segnando la sua casella. Attenzione: deve essere parte della stessa coalizione, altrimenti il vostro voto sarà annullato. Infine, non si possono esprimere preferenze sui candidati della lista proporzionale.

Soglie di sbarramento
Tutto questo procedimento, però, farà poca differenza se liste e candidati non supereranno la soglia di sbarramento. Per eleggere candidati nel proporzionale, una lista deve raccogliere almeno il 3 per cento dei voti su base nazionale per la Camera, mentre al Senato riceve seggi anche se – fallendo l’obiettivo del 3 per cento a livello nazionale – ha ottenuto in una sola regione almeno il 20 per cento dei voti. La soglia per le coalizione invece è del 10 per cento dei voti, a patto che una delle liste che la compongono raggiunga il 3 per cento a livello nazionale. Se una lista che fa parte di una coalizione non riceve il 3 per cento a livello nazionale, non elegge nessun parlamentare: se ottiene però più dell’1 per cento, i voti che ha raccolto vengono distribuiti tra i suoi alleati.

Premessa l’oggettiva difficoltà nel cercare di spiegare il sistema elettorale, mi permetto di far notare che l’articolo è sì chiaro, ma nel “riassumendo” finale il punto in cui si dice “non si può votare solo il candidato o solo la lista che lo appoggia” potrebbe creare confusione a chi legge. Come spiegato sopra, infatti, l’elettore puó anche tracciare un simbolo solo sul candidato all’uninominale (con “distribuzione” del voto anche alle liste) o solo per la lista (con conseguente voto anche per il candidato appoggiato dalla lista votata). Immagino che il punto del riassumendo volesse dire “attenzione, se votate per il candidato date il voto anche alle liste, e viceversa”, ma penso che messa in quel modo la frase potrebbe creare confusioni (io ad esempio sono andato a rileggermi l’articolo dove risulta chiaro tutto il procedimento, ma come sappiamo non tutti lo fanno e tendono a concentrarsi solo sui punti riassuntivi finali). Spero di sbagliarmi e che tutto l’articolo sia chiaro ai lettori, e comunque grazie per l’opera di divulgazione della spiegazione di un sistema inutilmente complicato.

Come si vota il 4 marzo, for dummies.Un arzigogolato ma ce la faremo.ultima modifica: 2018-01-29T17:48:25+01:00da bezzifer
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