Trovo giustissimo quello che dice, i media ed i politici hanno fretta di far diventare un caso Macerata. Sono i professionisti del dolore e del rancore che agiscono per fini precisi. Bisogna davvero lasciare agire la giustizia che, in tutti e due i casi, deve fare il suo corso senza bisogno di questo corteo di cimici piangenti…

“Siamo stati usati. Lasciate in pace Macerata” Il sindaco di Macerata dopo la manifestazione: “C’erano pochi maceratesi, tanti non ci si sono ritrovati”

Ha ragione da vendere.Tutti concentrati come avvoltoi sui fatti di Macerata perché non sanno come affrontare i problemi del Paese (disoccupazione, corruzione, sanità, governo delle città…).
Meglio parlare di fascisti e antifascisti come 70 anni orsono, portare qualche striscione, gridare qualche slogan da Baci Perugina e intanto il Paese diventa sempre più povero e simile ad un Paese mediorientale.
Però abbiamo fatto delle belle manifestazioni ad uso dei candidati ad una poltrona in Parlamento.

Ecco la verità. Ai maceratesi non fregava nulla di andare a manifestare per dei delinquenti africani. Ma la strumentalizzazione politica ha avuto il sopravvento, ha indottrinato per bene quei quattro mentecatti dei centri sociali e li ha mandati a testa alta a difendere degli stupratori contro la presunta deriva fascista. Pagliacci

E’ ovvio che Macerata è stata usata elettoralmente con una manifestazione pochissimo sentita dai suoi stessi cittadini, che, per l’occasione, hanno disertato il corteo e abbassato tutte le serrande dei negozi.
I valori della Resistenza, i valori dell’antifascismo, ancorati a che cosa? Ad un orribile delitto fatto in circostanze in cui, carnefici e vittima, si trovavano in probabile stato di alterazione mentale per l’uso ed abuso di droghe. Al fatto criminale ha risposto, con una sparatoria fortunatamente con soli feriti, un altro criminale la cui vivacità mentale gli si legge perfettamente nello sguardo assente.
Terrorismo? Ma quale terrorismo!. Il terrorismo esiste nell’uso scriteriato delle parole, che poi istigano i deboli di mente, senza uno straccio di supporto ideologico, a gesti eclatanti al solo scopo di avere la propria ora di notorietà. Definendolo atto terroristico, insomma, lo si è voluto in qualche modo nobilitare (esiste una meritocrazia anche nell’orrore) per ottenere, di riflesso, una giustificazione ideale alla manifestazione di piazza.
Forse non si è ben considerato a quali sciagurati eventi si può arrivare se altri psicolabili pensano di percorrere la stessa strada per avere così tanta pubblica considerazione. Basta metterci gli ingredienti giusto: una persona di colore che commette un crimine su un bianco, una reazione che approfitti dell’odio razziale che si va seminando a piene mani nel nostro Paese, e risultato? un’altra manifestazione che tenga alte le bandiere della Resistenza e dell’antifascismo. Due sole rimbombanti parole per dare un senso a tante teste vuote.
In più si aggiunga che questi professionisti dell’antifascismo e della Resistenza hanno scelto, per la loro manifestazione, il 10 febbraio, giorno dedicato alla memoria delle vittime istriane ad opera dei comunisti titini ed italiani. E nel corteo, si sono forse visti striscioni a ricordo di quanti comunque morirono in nome della pulizia etnica titina?
Ma neanche per sogno! Al contrario solo qualche coro, tollerato, di quanti scandivano lo slogan ” avanti le foibe da Trieste in giù” (o qualcosa di molto simile). Insomma sabato scorso si è scelto un bel modo per celebrare l’intolleranza etnica a senso alternato!
Ha ragione il Sindaco di Macerata, quella manifestazione è stata inopportuna per i tempi, per i temi, per i luoghi. Lo ho detto prima e lo ripeto dopo senza il soccorso del senno di poi.

Da La Stampa di oggi”
Il mattino del 30 gennaio, Pamela si affaccia a Macerata. La ragazza vuole solo dimenticare, vuole stordirsi. Con i pochi euro che ha in tasca, cerca l’eroina e la trova. Eccome se la trova. I giardini Diaz, con grande scorno dei maceratesi, sono colonizzati da pusher nigeriani, tutta gente che è stata espulsa dal sistema di accoglienza o perchè delinque, o perchè la richiesta di asilo è stata rifiutata. Il primo spacciatore con cui entra in contatto è Innocent Osenghale, 29 anni. Dirà alla polizia che siccome lui vende solo hashish, si rivolgono al suo amico Desmond Lucky, 22 anni. Poco dopo Pamela e Innocent sono in via Spalato, dove lui ha casa. La ragazza compra in farmacia una siringa e entra nel palazzo con lui.

Non sa, la poveretta, che Innocent ha già chiamato un terzo amico dell’occasione ghiotta che si prospetta. Dai tabulati, i carabinieri scoprono che un tal Lucky Awelima, 27 anni, l’ennesimo nigeriano richiedente asilo si precipito in via Spalato. Lo provano i collegamenti con la cella telefonica. È Awelima che di colpo lascia Macerata, raggiunge la moglie in Lombardia e tentava di passare in Svizzera. Che cosa sia successo nell’appartamento lo potranno raccontare solo loro. I tre uomini ora sono in carcere.In tutto ciò cosa centra il PD.O centrano  chi ce l’ha portato a questi livelli di esasperazione? Chi ci sta portando anche me che ringraziando il cielo sono e rimango contro armi e violenza….Chi cerca che avvengano certi episodi di cronaca e perché? Ma davvero davvero gli anni di piombo non ci hanno insegnato niente? Amici belli, avete seguito qualche documentario su Rai Storia e adesso vorreste pontificare paragonando la situazione italiana a quella della Germania nazista; quasi fossimo nella notte dei cristalli!! Svegliati! si tratta solo di un macellaio e di un folle sparatore.
Qui l’errore è di tutti quelli come voi che sono pronti a scendere in piazza solo per gridare vecchi slogan perché del resto poco gli importa.

Trovo giustissimo quello che dice, i media ed i politici hanno fretta di far diventare un caso Macerata. Sono i professionisti del dolore e del rancore che agiscono per fini precisi. Bisogna davvero lasciare agire la giustizia che, in tutti e due i casi, deve fare il suo corso senza bisogno di questo corteo di cimici piangenti…ultima modifica: 2018-02-12T17:06:17+01:00da bezzifer
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