UNA NON NOTIZIA: normale dinamiche di partito, 14 su centinaia di dirigenti del PD. La solita notizia anti PD del giornale di D’Alema.

Boschi spacca il Pd a Bolzano. Se ne vanno in 14. Criticata la “candidatura imposta dall’alto”, la minoranza del partito lascia.

Non solo Boschi. Nel Pd di Bolzano anche una storia di soldi.Allora abbiamo capito,non vanno via per amore della libertà,ma perché non vogliono pagare il dovuto,praticamente morosi,quindi pronti per giggino.

Il segretario dem Huber accusa: “I dissidenti scappano per non pagare 40 mila euro di contributi non versati al Pd” QUESTI SONO COME PIETRO GRASSO IN PRATICA, andranno sicuramente con LeU.

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La politica (NON TUTTA PURTROPPO) – come sosteneva Aristotele – è il mezzo più alto per far comprendere all’uomo chi egli è, e quali siano le proprie capacità.Peccato però che coloro che la rappresentano… siano in gran parte dei ‘piccoli’ uomini o donne.

Fortunatamente qualcuno di valido ci sta, anche se talvolta è difficile da individuare.

Dal PD bolzanese se ne vanno 13/14 persone. Qualcuno la definisce una spaccatura. Qualcun’altro una minoranza. Ma nessuno ci dice l’entità della maggioranza che invece rimane unita intorno al simbolo e quindi al partito.
Ancora ci raccontano di nobili ragioni che hanno determinato questa fuga, legate alla candidatura di Bressa e Boschi imposti dal centro, con evidente violazione della autonomia locale. E questa tardiva reazione avviene non già al momento della candidatura, risalente a circa un mese fa, ma a soli 10 giorni dalle elezioni.
Poi quest’ultima ipotesi: questi gentiluomini abbandonano il PD non per ragioni ideali ma, guarda un po’, per ragioni di soldi, di bocchi, di grano, di sghei.
Insomma una ragione legata allo sterco del diavolo che ultimamente ha lasciato tracce vistose in casa Grasso, che non ha pagato e non intende pagare le quote al PD, in casa 5S in cui altri idealisti hanno allungato la mano per l’offerta al microcredito senza mollare il malloppo, e ora con questi altri ultimi partigiani della libertà che al momento di pagare, guarda un po’, non si riconoscono più negli ideali del loro vecchio Partito.
Una lunga linea rossa che unisce tutti gli uomini con le tasche fatte a “ciammaruca”, ovvero dove è possibile mettere e mai togliere.
Ma se questo infine è l’ideale di queste persone, perché mai non si riuniscono in un unico, grande partito? Forse perché in un partito dove tutti prendono è quasi impossibile trovare qualcuno che invece alimenta il piatto.
E dove il piatto piange, io mollo. Semplice no?

A dieci giorni dal voto, il Pd altoatesino si spacca: 14 esponenti, espressione della minoranza che fa riferimento al presidente del Consiglio provinciale Roberto Bizzo hanno annunciato la loro uscita dal Pd. Tra i dissidenti l’assessora bolzanina Monica Franch, l’assessore del comune di Ora Luigi Tava, l’attuale consigliere comunale Mauro Randi e Miriam Canestrini, membro della segreteria provinciale. In conferenza stampa è stata criticata la “candidatura imposta dall’alto” di Gianclaudio Bressa e Maria Elena Boschi nel collegio Bolzano-Bassa Atesina. Ma dico io perché aspettare a 14 giorni dal voto per contestare ed andarsene? Che senso ha? Se fossero stati in buona fede dovevano protestare pubblicamente e dimettersi prima della presentazione delle liste o al limite subito dopo. Invece attendono stranamente quasi la fine della campagna elettorale per fare questa sceneggiata.

Le liste si sono chiuse il 31 gennaio 20 giorni fa e siccome la legge non consente cambi in corsa di candidati dopo la scadenza dei termini di presentazione, questa presa di posizione avrebbe avuto senso politico ed onestà intellettuale se fatta all’indomani di tale data. Perché hanno atteso 20 giorni per annunciare l’uscita? Cosa hanno cercato di ottenere, senza evidentemente riuscirci, in questi 20 giorni??Ce lo spiegassero per trasparenza.A me questa storia da fastidio tanto quando il fatto che la Boschi sia stata candidata a Bolzano e non a Siena.Nel 2013 la Bindi è stata eletta in Calabria. Bersani in Lombardia e Sicilia. Enrico Letta nelle Marche e in Campania. Cuperlo nel Lazio. Marino in Piemonte. Gotor in Umbria.
Ma ai “COMPAGNI” i candidati fuori regione danno noia solo ora perchè il segretario si chiama MATTEO RENZI…Se ne vanno in 14, la filiera delle poltrone di chi è rimasto a bocca asciutta e campa da una vita della politicanza. Ma quanto sarà brutta sporca e cattiva la boschi…..io mi vergogno per come è stata presa di mira la gente fa troppa fatica a riflettere è molto più facile sputare

Questo è un problema di sessismo, nel caso specifico. Neppure Silvio è stato bombardato da sinistra quanto Boschi e Renzi… a 10 giorni dal voto! Più strumentale di così non si poteva.La Boschi è candidata lì da almeno 1 mese e mezzo e questi se ne escono ora?
Credo che c’entri molto l’endorsment di Messner. Questi cialtroni pensavano veramente che la Boschi avrebbe perso da sola la partita ma ora, con questo tipo di appoggi, rischia di vincere e bene per di più quindi fanno la mossa della disperazione.
Somiglia tanto alla fuoriuscita di Grasso a 2 giorni dalle elezioni siciliane.
Purtroppo nel PD c’è ancora tanta paccotiglia da smaltire…. non tanto nell’elettorato quanto in una parte della classe dirigente che sta con un piede dentro ed uno fuori da parecchio tempo oramai.Se il PD andrà male alle elezioni assisteremo (finalmente) alla fuga definitiva e quindi si potrà seriamente ricominciare daccapo con la gente giusta.

 

UNA NON NOTIZIA: normale dinamiche di partito, 14 su centinaia di dirigenti del PD. La solita notizia anti PD del giornale di D’Alema.ultima modifica: 2018-02-21T17:20:44+01:00da bezzifer
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