Il Parlamento britannico voterà questa sera e per il momento sembra che May perderà con un margine piuttosto ampio.

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.  I cittadini UK hanno votato Brexit ad un referendum
promosso da un partito politico il cui leader si é dimesso dieci giorni dopo la vittoria
la cui campagna elettorale 2017 – a questo punto inesistente – ha condotto a prendere un quinto dei voti alle elezioni successive
e non ha praticamente più un rappresentante in Parlamento.

Ed é il Parlamento che ora deve farsi carico delle decisioni su come attuare Brexit.

Secondo voi, qualcuno, in questo momento, si starà chiedendo se è il momento di chiedere conto a Farage per qualcosa?

Paradossalmente nel caso di Theresa May in quanto parlamentare non si può nemmeno dire sia causa del suo mal, lei era favorevole alla permanenza nella UE: E probabilmente al referendum ha votato così.
È causa del suo mal innanzitutto per aver puntato ad elezioni anticipate per allargare la sua maggioranza, col risultato di perderla e di doversi alleare col DUP, un partito nordirlandese semisconosciuto.
Ed è causa del suo mal perché, dopo che la Corte suprema britannica aveva stabilito che il voto finale sull’accordo spettasse al parlamento, non aveva previsto un piano B in caso di bocciatura o di dissidi del DUP.
Ora si ritrova con una bocciatura quasi certa, il termine ultimo pericolosamente vicino, e solo un piano A.Aggiungo. Premesso che l’UE pare intenzionata a concedere una proroga alla brexit solo in caso di voto popolare, secondo me la mozione di sfiducia dei laburisti è una buona cosa.

Se passa (improbabile), si va ad elezioni e il voto politico determinerà il tipo di brexit che gli inglesi vogliono.
Se non passa, il respingimento della mozione lascerà la May in sella come Re Travicello, e l’unica opzione elettorale rimasta sul tavolo per chiedere un prolungamento del processo della brexit sarà quella di un secondo referendum.
Infine, se la May si dimettesse di sua volontà, si andrebbe comunque ad elezioni a meno che i tories non decidano per un vero e proprio suicidio mettendo un fanatico brexiter a downing street per il no-deal.

ORA. Che l’accordo venga respinto è abbastanza chiaro, la sorpresa sarebbe il contrario. E’ il margine che è importante.
Se si tratta di alcune decine di voti, forse la May riesce a ricompattare il suo fronte e a convincere qualche labour del remain che vede questo accordo come il meno peggio.

Ma se si va oltre il centinaio di voti contro, io credo che la May si dimetterà.
Non avrebbe in mano le redini del suo partito, sarebbe stata sconfessata pubblicamente in una votazione cruciale e inoltre perderebbe la capacità di incidere nelle successive trattative.
Dimettersi sarebbe la soluzione più onorevole e corretta per una che, tra mille difficoltà e qualche incapacità, ci ha almeno provato a risolvere il casino fatto da altri.
Tanto la sua carriera politica terminerà qui o nei prossimi mesi.
Difficilmente ritornerà ad essere Premier o Ministro.

Con la May dimissionaria dipende chi vincerà le votazioni dei Tories.
Ma a quel punto la soluzione No Deal sarà quella più probabile, non fosse altro per le tempistiche e per l’andazzo generale.

Alcuni (parecchi?) lo sperano pure.