UE.Il pentimento sull’austerità “distruttiva” arriva sempre a fine mandato

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Elezioni in vista! Certe regole non valgono solo da noi e le poltrone piacciono a tutti.Beh, che il pentimento arrivi a fine mandato è abbastanza normale. L’esito delle proprie decisioni si vede solo quando questo è già accaduto. Prima si applicano le teorie, come si sta facendo anche adesso in Italia. L’esito si vedrà fra alcuni anni e nessuno è in grado di prevedere quale sarà.

Che buone intenzioni possano trasformarsi in un disastro accade spesso, soprattutto quando non si medita a sufficienza sugli aspetti pratici delle proprie scelte, che includono pure la cultura dominante del paese, di per se capace di ribaltare il senso di tutto quanto. In Europa lo scontro fra le diverse culture è fin troppo palese. Rigorismo eccessivo al nord contro un certo lassismo al sud, con in mezzo una Commissione che deve fare da mediatore fra i vari interessi. Finora è prevalso un certo rigorismo, ma all’inizio se vi ricordate era anche peggio. Credo per esempio nessuno abbia dimenticato la gestione della BCE da parte di Jean-Claude Trichet che fu un disastro e creò il super-euro che tanti danni ha fatto.
Personalmente non mi agito contro i cosiddetti poteri forti, che sempre ci sono stati e sempre ci saranno, però non si combattono respingendoli con le urla e deridendoli, ma imparando a conoscerli per bene per poter impostare strategie per combatterli con efficacia. Ma forse per questo servono strateghi di lungo periodo e purtroppo da noi in giro non ne vedo nessuno.

Che i sovranisti in europa siano un branco di esaltati pericolosi e’ fuor di dubbio
che l’attuale classe dirigente europea sia fatta di soggetti diciamo inadeguati e’ altrettanto fuor di dubbio: un sano ricambio, con nuove e più appropriate persone al comando e’ il miglior contrasto al populismo sovranista (per non parlare della brexit in via di fallimento) E SERBE RICORDARLI UN PO DI Storia.

Già.Einaudi, futuro presidente della Repubblica, aveva tentato di inserire il pareggio di bilancio in costituzione durante l’Assemblea Costituente.[1]

Nel 2011 l’Italia stava attraversando una grave crisi economica e finanziaria: il debito pubblico, il deficit pubblico e gli interessi sul debito pubblico erano in costante aumento e il Paese rischiava seriamente il default finanziario. In seguito alle pressanti richieste da parte delle istituzioni europee e internazionali, il Governo Berlusconi IV si vide costretto a varare misure più restrittive sulla finanza pubblica.

Per questo motivo l’8 settembre 2011 il Consiglio dei Ministri varò, su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze Giulio Tremonti, un disegno di legge costituzionale che prevedeva di introdurre il principio del pareggio di bilancio nella Carta Costituzionale. La Commissione Affari Costituzionali e la Commissione Bilancio della Camera dei deputati iniziarono ad esaminare il disegno di legge costituzionale il 5 ottobre 2011 e licenziarono il testo il 10 novembre.

Il 12 novembre 2011 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rassegnò le dimissioni. Il giorno seguente (13 novembre 2011) il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nominò Presidente del Consiglio Mario Monti (che varò tramite decreto-legge una manovra correttiva da 63 miliardi di euro e avviò una serie di politiche molto più restrittive sui conti pubblici).

In coerenza con i nuovi indirizzi del Governo, il Parlamento scelse di esaminare più velocemente il disegno di legge costituzionale sul pareggio di bilancio, tanto più che i suoi contenuti furono generalizzati, mediante l’adozione del Fiscal compact, per tutti gli Stati membri dell’UE che scelsero di aderirvi, all’inizio del 2012.

La norma venne infatti approvata in soli sei mesi, un periodo di tempo alquanto breve, se si considera che una legge costituzionale necessita di quattro letture parlamentari e di una pausa di tre mesi tra la seconda e la terza. In tutte e quattro le letture parlamentari il disegno di legge venne approvato a larghissima maggioranza, ricevendo il voto favorevole sia della maggioranza che dell’opposizione. Dato che i voti favorevoli al disegno di legge superarono i due terzi dei membri di entrambi i rami del Parlamento, non fu necessario ricorrere ad un referendum confermativo.

BENE. che il pentimento arrivi a fine mandato è abbastanza normale. L’esito delle proprie decisioni si vede solo quando questo è già accaduto. Prima si applicano le teorie, come si sta facendo anche adesso in Italia. L’esito si vedrà fra alcuni anni e nessuno è in grado di prevedere quale sarà.

UE.Il pentimento sull’austerità “distruttiva” arriva sempre a fine mandatoultima modifica: 2019-01-17T10:45:12+01:00da bezzifer
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