A me tutta questa importanza data al “pentimento” (sempre degli altri) sui temi del liberismo, sembra proprio uno degli effetti di quel settarismo che viene visto come un problema. Per due cippe…cominciate con questa di autocritica

 

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A me tutta questa importanza data al “pentimento” (sempre degli altri) sui temi del liberismo, sembra proprio uno degli effetti di quel settarismo che  viene visto come un problema.
Se il tema è costruire un’idea di sinistra per il futuro è più importante partire dalle analisi delle presente e dalle prospettive per il futuro e capire chi ci sta su di un percorso chiaro o sentirsi dire da un renziano “avevate ragione voi?”

Per due cippe…cominciate con questa di autocritica

E’ straordinario vedere come si continui tutti ad insistere con l’autocritica che dovrebbero iniziare a fare sempre e comunque prima gli altri (ovvero, secondo il punto di vista “grillino”, tu che in passato hai creduto ad un Renzi).
Mi astengo, orgoliosamente, da questa sterile e puerile rincorsa a chi deve iniziare prima a fare autocritica. La critica va sempre mossa a colui che esercita il potere, indipendentemente chi esso sia: i pentafascisti oggi, liberalpopulisti ieri, i cattocomunisti od i forzitalioti l’altro ieri.
Altrimenti si è solamente dei servi della gleba di una specifica ideologia, incapaci a muovere qualsiasi critica al proprio credo, talebani tra i talebani.
E con la faccia così simile al culo da sentirsi autorizzati di chiedere agli altri di fare autocritica.
Ciò detto, allorquando a pochi imbecilli (che si chiamino Matteo, Silvio, Luigi o Pierluigi o Romano o chi vuoi tu, poco importa) viene consentito di prendere senza troppi bastoni tra le ruote, decisioni che riguardano collettivi formati da decine di milioni di persone, beh, allora, il rischio che quelle decisioni siano delle puttanate gigantesche approssima il 100%. Lo dimostra la storia.
Ma tanto non lo capirete mai. Non sie in grado di fare autocritica, ovvio.

Insegue una opposizione dal (del) basso che non è venuta ancora fuori e faticherà a farlo, in quanto diversificata e frammentata. La tendenza a sopravvalutare le belle, ragionevoli, nobili militanze è connaturata a sinistra mentre il corpaccione ruttante degli aperitivi da bar è sempre sottostimato. Affidarsi a Landini è l’ultimo gommone che resta ai naufraghi, un classico che però non tiene conto che il sindacato ha enormi problemi di riscrittura di se stesso e comunque non rappresenta un soggetto politico, o almeno non ha il mandato statutario di governare. Deve tutelare gli iscritti (quelli di oggi non quelli di domani, fra l’altro). Non è poco ma fermiamoci lì.
In presenza di una politica fatta di slogan populisti e triviali nella quale il peggio scaccia il meglio in una sintesi di facile digestione Salvini sguazza come un rospo nel fango. Forse il cartello elettorale di Calenda è una risposta realistica pur nella eterogeneità dei componenti. Una frontiera di civiltà, una alleanza di princìpi che non annulla differenze e future dialettiche. A volte occorre segnare alcuni termini basilari di fronte ai barbari e agli imbecilli. E’ successo altre volte nel novecento con fronti più o meno ampi, pur con alterni esiti.
Riguardo alla sinistra, al PD che ne rappresenta la massima rappresentanza, è mancata la centralità della lotta alle povertà e alle marginalità sociali. Scusate se è poco. Il reddito di inclusione, pur ben strutturato, era drammaticamente sottofinanziato e non era certo la bandiera principale sventolata nella campagna elettorale. Ora invece ci dobbiamo sorbire uno sgangheratissimo reddito di cittadinanza il cui fallimento grottesco getterà discredito sugli strumenti di assistenza e inclusione per il futuro. Era proprio necessario lasciare una bandiera di questa portata, di questa necessità, così connaturata a sinistra a un branco di cretini?

Perche non prendete esempio dalla buonanima di Rodota’ non prese un abbaglio perché’ non diede mai a quella scalcagnata compagnia di giro alcuna approvazione. Si limito’ a prendere atto che condividevano – apparentemente – le sue posizioni sulla gestione di internet e del conclamato appoggio per la presidenza della repubblica. Quando Rodota’ chiari’ che lui non faceva il burattino di chicchessia il cosi detto comico Grillo si lancio’ in una tirata minacciandolo – sai che paura – di ritirargli l’appoggio pubblico delle cinque stalle, che’ tra persone dabbene suona come una medaglia al valor civile. Diciamo che era ovvio distanziarsi da questi cialtroni, dopo quella pagliacciata, e gli epiteti di vecchia puttana indirizzati a Rita Levi Montalcini, la giustificazione della mafia di Grillo in Sicilia, le infami frequentazioni del neo-fascismo romano culminati nell’affossamento del Ius Culturae e la decuratazione nei diritti alle adozioni per le coppie in unioni civile, le dubbie frequentazioni della Raggi, passacarte in prova dello studio Previti-Sammarco, e mille altri esempi dei contenuti e obbiettivi del movimento Cinque Stelle AKA Casaleggio e Associati. Ovvio, beninteso, eccetto per il BM e i suoi sodali nella cosidetta sinistra italiana, che continuano a raccontarsi la favola che volevano aiutare le masse popolari, invece di ammettere che volevano un regolamento di conti per lo scioglimento del PCI nel 1990. E lui e loro ci devono credere a questa fola, altrimenti dovrebbe accettare il fatto di essere lo stesso tipo di fessi che ha votato per Trump in USA e per Brexit in GB. E dovrebbero anche ammettere che fanno portare a noi le croci che si sono inchiodati da soli, ma non e’ nel loro carattere di fare autocritica: sono molto bravi ad esigerli da altri pero’.

E’ rimasto solo Travaglino a difendere i Miracolati. Ieri sera era livido ( come al solito, sarà stitico) . Aveva come interlocutore Gino Strada che con la sua storia non gli consentiva di fare i soliti giochetti dialettici. Ha detto Gino Strada ( secondo dopo la Gabanelli nella scelta dei candidati al Quirinale) che questo governo è formato per metà da fascisti ( i salviniani e un pezzo dei Miracolati) e per metà da coglioni ( tutti gli altri Miracolati). Una forzatura certamente.
Il nostro amico Alessandro senza peli sulla lingua ha ben inquadrato la sciagura pentastellata. Anche perché vive ed opera a Roma ( Anna detta Maria vive sulla luna invece).
Si chiede  come coagulare una sinistra di governo che possa candidarsi a prendere il posto di “ questi qui” .
Secondo me bisognerà tornare alle scelte discriminanti. O di qua o di la’. Senza mezze misure.
Europa si , Europa no.
Tassazione dei grandi patrimoni si, tassazione dei grandi patrimoni no.
Feroce tassazione dei giganti del web : sì o no.
Reddito di inclusione rafforzato o reddito di cittadinanza , si o no.
Massicci investimenti sulla manutenzione delle infrastrutture: sì o no.
Molti soldi sulla scuola e sul turismo di qualità : sì o no.
Programma di inclusione dei migranti già presenti sul territorio italiano: sì o no.
Ius soli: sì o no.
Riforma delle regioni : sì o no
Accentramento della sanità pubblica per un miglioramento ; si o no.
Abolizione della giustizia amministrativa ( Consiglio di Stato e TAR) : si o no.
Riforma della giustizia civile : sì o no.
Poche cose ma di qualità . E ben chiare.
Affiderei la presidenza del PD a Ascani , la guida del partito a GIACHETTI . La guida di una eventuale coalizione di governo a RENZI.

A me tutta questa importanza data al “pentimento” (sempre degli altri) sui temi del liberismo, sembra proprio uno degli effetti di quel settarismo che viene visto come un problema. Per due cippe…cominciate con questa di autocriticaultima modifica: 2019-01-26T12:47:10+01:00da bezzifer
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