L’arroganza e l’unica certezza della realtà nel governo gialloverde.

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Nelle ultime ore abbiamo ascoltato tre diverse risposte (Salvini, Di Maio e Conte) alla notizia della recessione, ciascuna ispirata ad una diversa declinazione di arroganza

L’errore più grave per un politico è quello di credere alla propria propaganda, perdendo così lo spazio e la lucidità per modulare risposte diverse agli scenari che possono venire da una realtà inevitabilmente mutevole.

A giudicare dalla reazione del governo all’arrivo ufficiale della recessione economicail governo gialloverde è già entrato nella modalità autoreferenziale secondo la quale la produzione di propaganda copre la capacità di fare i conti con la realtà. Nelle ultime ore abbiamo ascoltato tre diverse risposte alla notizia della recessione, ciascuna ispirata ad una diversa declinazione di arroganza.

C’è naturalmente l’arroganza più arrogante di tutte, la protervia di un Salvini che non avrebbe “tempo da perdere con i dati truccati dell’Istat”. Il ministro dell’interno può serenamente prendere a sberle l’Istituto nazionale di Statistica, tra l’altro nel giorno in cui la sua maggioranza parlamentare dà via libera ad un simpatizzante leghista per la sua presidenza; così come può dimenticare che l’Istat fa parte del Sistema Europeo di Statistica (Eurostat) e che le sue analisi sono il riferimento fondamentale per le scelte degli investitori internazionali. Fin qui siamo dentro i binari dell’opera di delegittimazione delle istituzioni di controllo che la Lega persegue con grande tenacia, quando non riesce ad occuparle con propri affiliati (e nel caso dell’Istat è appena riuscita nella doppia impresa di delegittimazione e occupazione).

Quello che invece Salvini dovrebbe ricordare è che la catastrofe economica e sociale della Grecia – e la consegna di quel paese alla trojka e all’austerità più severa – cominciò proprio così: con la sottomissione dell’istituto nazionale di statistica ai voleri della politica e con l’incapacità di produrre fotografie affidabili e veritiere dello stato di salute dell’economia e dei conti pubblici di quel paese, con il risultato di trascinarne la malattia fino al punto di non ritorno.

La seconda declinazione di arroganza è quella di un Di Maio che – nei soliti panni del venditore di fumo – prova a piazzare la storia secondo cui la recessione sarebbe colpa di “quelli di prima”. E qui siamo nel campo della più pura strategia della menzogna, su cui il Movimento Cinque Stelle ha costruito tutta la propria traiettoria e che oggi scommette sull’incapacità delle cronache di comparare banalmente i dati economici anche solo di un anno fa con quelli diffusi nella giornata di ieri. Strategia della menzogna che dalle parti grilline si associa sempre ad un sovrappiù di incompetenza vagamente grottesca: con la Castelli che poche ore fa ha chiesto al Partito Democratico di riferire in aula sui dati economici, dimenticandosi che nelle democrazie parlamentari è l’opposizione che chiede al Governo di render conto del proprio operato e non viceversa.

C’è infine l’arroganza di colui che finge di essere un semplice passante, quel Giuseppe Conte che oggi ha regalato all’Italia la perla dell’annuncio di un “bellissimo 2019”: come se fossimo agli auguri di Capodanno e come se a commentare i dati economici non fosse il Presidente del Consiglio. Una classe dirigente minimamente degna di questo nome forse non si sarebbe spinta a chiedere ammenda e forse non avrebbe ammesso di avere sbagliato tutta l’impostazione della propria politica economica, ma almeno un minimo passo di riconoscimento della realtà avrebbe dovuto compierlo. Perché se persino le dittature sudamericane non riescono a nascondere la polvere sotto il tappeto per troppo tempo – come ci insegna in questi giorni il caso del Venezuela – è ancora più vero che due partiti in conflitto permanente e ormai incapaci di distinguere tra realtà e propaganda non saranno in grado di negare l’evidenza ancora per molto in una democrazia comunque solida e ben presidiata come quella italiana.

L’arroganza e l’unica certezza della realtà nel governo gialloverde.ultima modifica: 2019-02-01T18:12:30+01:00da bezzifer
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