COME ASSICURARSI UNA BUONA RECESSIONE.Non si vuole fare la manovra correttiva. Quella per il 2020 non si potrà fare (troppo pesante). Meglio gli aumenti dell’Iva e la crescita sottozero.
L’unica buona notizia della giornata è che è scomparso Alessandro Di Battista. Il grande eroe e combattente (ma di cosa?) era rientrato dai suoi giri nell’America del Sud e l’idea era che dovesse rivoluzionare il Movimento. Invece si è dato alla macchia e è scomparso, letteralmente. E ha lasciato il solo Di Maio a sbrigarsela: se domenica in Sardegna i 5 stelle faranno flop (come si prevede) il “capo politico” del Movimento potrà cominciare a fare gli scatoloni.
Per il resto c’è solo da registrare un balletto sulla manovra correttiva. Tutti negano, ovviamente: fra meno di 100 giorni ci sono le elezioni europee e il governo non vuole ammettere che è già ora di chiedere altri soldi ai cittadini per finanziare le stupide cose fatte fino a oggi, e che la stessa Ue considera negative per la crescita (quota 100 e reddito di cittadinanza).
Ma la manovra correttiva andrebbe fatta (sui 7-8 miliardi, almeno). Non si farà. Si rinvierà tutto a dopo le elezioni europee, quando probabilmente Salvini deciderà anche di far saltare questo governo. Ma a quel punto si starà già pensando alla manovra di fine anno (per il 2020).
E qui c’è una novità importante: sarà talmente pesante che non converrà nemmeno farla. Meglio, a quel punto, lasciare scattare le clausole di salvaguardia, cioè gli aumenti automatici dell’Iva, e arrivederci.
Ma ci saranno conseguenze. Siamo in recessione da metà dell’anno scorso e lo saremo probabilmente durante tutto o quasi l’anno in corso. Con lo scatto automatico degli aumenti dell’Iva avremo almeno altri due anni di crescita sottozero.
In sostanza, la scelta “popolare” di un governo sovranista e populista si traduce in almeno tre anni di recessione: quindi nessun posto di lavoro vero, ma molte mancette ai signori del divano. Tutte fatte con soldi che non ci sono, cioè a debito.
Una volta, ma eravamo nel ‘700, si diceva che una generazione non dovrebbe fare più debiti di quelli che ritiene di poter pagare durante la sua esistenza: nel nostro caso (2300 miliardi di debiti) non saranno ripagati nemmeno da dieci generazioni future.
Ridateci Renzi, Gentiloni e Padoan. E rimandate questi qui in quei sottoscala dai quali soni usciti.