Berlusconi, Juncker e il patto per evitare la Lega al governo.
È solo un’ipotesi, ma non si può escludere che in autunno a gestire l’Italia sia Jean-Claude Junker, a quel punto libero da impegni europei, e non Matteo Salvini. Il perché è presto spiegato.
Il governo gialloverde non vuole fare adesso la manovra correttiva (più tasse o meno servizi) perché vuole vincere le elezioni europee. E quindi cerca di diffondere ottimismo e di non disturbare la gente. Ma i conti hanno la testa dura.
E quindi a fine 2019 si annuncia una manovra che fra cose vecchie, non fatte, e cose nuove, da fare, non potrà essere inferiore ai 30-40 miliardi.
È assai probabile che nessun politico voglia intestarsi una cosa del genere, meno che mai Salvini, che si è divertito con quota 100, facendo credere agli italiani che esistessero le risorse per andare in pensione quando si vuole.
Non si può escludere, quindi, che la Commissione europea decida, a quel punto, di mettere l’Italia sotto tutela. E Junker potrebbe essere un ottimo commissario, circondato dai suoi assistenti.
Il governo gialloverde, insomma, sta correndo verso la sua inesorabile fine: lo scontro con la realtà.
Poiché a quel punto i 5 stelle si saranno già liquefatti, a reggere l’urto sarà soprattutto la Lega di Salvini, che quindi verrà pesantemente ridimensionata.