Dalla crisi alla rivolta. La politica disonesta ha capito che fomentare la protesta porta voti, così anziché lavorare per portare più ragionevolezza, più serenità e coesione sociale, esasperano i problemi.

Dalla crisi alla rivolta.Non può esistere solo la preoccupazione per i conti pubblici se ormai anche i sondaggi individuano nella rabbia crescente di milioni di persone il vero elemento di rottura della coesione sociale in Europa.

Credo che chi protesta, per qualsiasi ragione, sia innanzitutto stimolato dal fatto che le tecnologie di comunicazione gli renda possibile esprimere le proprie frustrazioni, talora le proprie angosce, reali o presunte. Le ineguaglianze, per dire, ci sono sempre state, e assai più gravi di quanto siano oggi. Ma oggi, il “popolo” ha la possibilità di far sentire la propria voce molto di più che in passato. È anche meglio informato, in teoria, anche se spesso sono informazioni fasulle o mirate a scopi politici. Questo “ malessere” è più profondo delle ragioni politiche ed economiche che sembrano ispirarlo. Non mi sembra che ci siano soluzioni visibili, è come un fiume in piena che trascina rottami e fango, occorre aspettare che, con lo scorrere, si purifichi.Inoltre la politica ha capito che fomentare la protesta porta voti, così anziché lavorare per portare più ragionevolezza, più serenità e coesione sociale, esasperano i problemi.

Parlare di rivoluzione è eccessivo, per adesso sta emergendo una coscienza di classe… ma che ci siano idee capaci di capovolgere l’attuale sistema, non ne sono proprio sicuro…Purtroppo nessuna rivoluzione si fa senza spargimento di sangue (metaforico e non…) anche se stupidamente continuo a pensare che ci si possa fermare un attimo prima e discutere pacatamente….

Governare è l’arte di tenere a bada le masse. C’è chi ci riesce con la legge della forza, c’è chi preferisce la forza della legge. 
L’Italia dovrebbe costituzionalmente appartenere alla seconda categoria, se solo esistesse qualcuno che possa e intenda far rispettare la legge. È un compito che spetterebbe al governo, titolare del potere esecutivo. Che però preferisce non esercitarlo, umiliando il Parlamento e scrivendosi le leggi da sé. Questo accade perché scrivere una legge (e poi dimenticarsene) porta voti. Applicarla crea invece un certo numero di scontenti, e dunque toglie voti. 
Così l’Italia traccheggia tra la legge della forza (fortunatamente sbraitata soltanto a parole) e la forza della legge (mai davvero applicata), in un eterno galleggiamento che vede il Paese – come qualsiasi altro oggetto che galleggi – trasportato dalla corrente, alla deriva, senza nessuno che davvero lo guidi. E la colpa è sempre dei venti e delle onde, che si permettono di non spirare mai in poppa, talvolta addirittura a sfavore.

PS:Ma lo sapete che siamo teleguidati nelle nostre scelte?
Quotidianamente ci sono comunicazioni di fondo che insistono su certi temi facendoteli assorbire come fossero strutture solide ineluttabili.
Le informazioni su di noi individui e le nostre paure, non chè esigenze essenziali di agio o disagio, vengono elaborati altrove dove si concentrano e vengono convogliate le nostre comunicazioni… nelle varie nuvole, … che in ternini meno metaforici sono dei solidissimi elaboratori stanziati su territorio statunitense. Così come sono gli USA a parlarci delle multinazionali invece di affermare che sono di sua propria nazionalità giuridica e pratica.
Le nostre scelte di governo e di guerre armate o anche metaforiche nel mondo le abbiamo condotte grazie al lungo bastone del nostro benevolo pastore che con fischi e cani c’indicava la direzione che nella nostra piena indipendenza DOVEVAMO prendere, pena la fame per disoccupazione, deindustrializzazione, irrilevanza com’è possibile constatare.
La supremazia di fatto gli USA l’hanno sempre avuta nell’occidente. Oggi hanno sdoganato questa parola per dire di voler essere ‘grandi di nuovo’, come fossero scesi dal piedistallo.
Semplicemente intendono radicare nell’oriente, nell’immensa Asia ove temono possano sorgere strutture concorrenziali analoghe, creando loro difficoltà di comando e controllo.
Quest’angoscia di comando, di paura della paura, dei sensi di colpa, di allontanamento dalle responsabilità additando altri, i popoli, i cittadini, porta all’affioramento del BISOGNO di nuova Grandezza, anche sopra poveri, sfortunati, inermi… l’importante è star sopra, grandi e sempre più massicci.
Mai uguali, fratelli accomunati dalla precarietà umana individuale.

Dalla crisi alla rivolta. La politica disonesta ha capito che fomentare la protesta porta voti, così anziché lavorare per portare più ragionevolezza, più serenità e coesione sociale, esasperano i problemi.ultima modifica: 2019-04-14T11:36:00+02:00da bezzifer
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