Oggi è la giornata del dolore per quanto è accaduto a Notre Dame a Parigi, ma è anche, purtroppo, la giornata in cui tutti sono pompieri e specialisti di incendi. I più sciocchi (e fra questi va compreso Donald Trump) hanno detto quasi subito: ma perché non si usano i Canadair, gli aerei-cisterna adoperati per spegnere gli incendi?

Bisogna ringraziare la saggezza delle autorità francesi che hanno subito proibito un intervento del genere: un Canadair scarica, in un colpo solo, 6 tonnellate d’acqua, viaggiando a una velocità di oltre 100 km orari. In pratica scarica una bomba, e la scarica dove può: fin quando si tratta di boschi in fiamme, va tutto bene. Su una cattedrale in un centro abitato, significa distruggere la cattedrale e anche le abitazioni confinanti, esattamente come in guerra.

L’altra osservazione, altrettanto stupida, riguarda la ricostruzione promessa da Macron (che davanti alla cattedrale in fiamme aveva al suo fianco il sindaco di Parigi, Anne Hidalgo) e il lancio di una sottoscrizione. Ma come? La Francia non ha i mezzi per ricostruirsi da sola Notre Dame?

Macron ha spiegato che la ricostruzione di Notre Dame dovrà essere un fatto collettivo, europeo, e ha già invitato i maggiori artisti a partecipare all’impresa.

In questa confusione di idee, si è notato, invece, e positivamente, il brevissimo tweet del Teatro La Fenice di Venezia: anche noi siamo stati distrutti dal fuoco, ma siamo ancora qui, coraggio.

I big della moda francese si sono già fatti avanti con donazioni corpose a poche ore dal disastro.

Non meritano nemmeno una citazione, invece, quelli che gioiscono perché è stata colpita la Francia e perché è andata in fiamme una cattedrale cattolica. Marmaglia della storia.