LIBIA, IL DIALOGO L’UNICO STRUMENTO. FERMATE LA GUERRA.

 

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Oltre 170 morti e 700 feriti a Tripoli. Sono le tristi notizie che ci arrivano dalla Libia. Ci sono migliaia di bambini sfollati e il movente di questo orrore non ha ragion d’essere. In queste ore delicate mi unisco al dramma di questo popolo attaccato dalla furia del generale Haftar col pretesto di scalzare dal potere una dittatura. Ma l’unico risultato è sangue, distruzione, e un ipotetico ulteriore arrivo di emigrati disperati in Italia che scappano dalla guerra, e che l’Europa ancora non è in grado – o non vuole – accogliere. Si parla inoltre di alcuni nuclei dell’Isis pronti a infiltrarsi nel nostro territorio il che aumenta il livello di allarme e di disordine. Non resta che chiedere immediatamente l’interruzione di questo conflitto. Il dialogo è l’unico strumento. Stop alla guerra in Libia!

Ne frattempo la situazione in Libia si sta capovolgendo. Le truppe di Haftar cominciano ad arretrare, mentre quelle di Sarraj a riprendere terreno

Si capovolge la situazione in Libia: le forze di Khalifa Haftar cominciano a perdere pezzi e terreno.  Le truppe dell’LNA continuano ad assediare Tripoli, lanciando colpi di artiglieria anche contro le zone residenziali, ma hanno perso l’impeto iniziale dell’offensiva. Tanto che le forze di Fayez Sarraj hanno ripreso il controllo di alcune zone, vicino alla capitale. Da Al-Suwani ad Al Aziziyah. Tutte aree conquistate nei giorni scorsi dai soldati del Generale. E’ ancora presto per definire fallito il tentativo di golpe, sancito anche dall’ONU, dell’uomo forte della Cirenaica. Certo è, invece, che i suoi assetti non riescono a entrare in città e in diversi casi sono stati costretti ad arretrare, a scapito dei combattenti del GNA. Sono falliti, peraltro, i numerosi tentativi di contrattacco da parte dell’LNA. L’ultimo dei quali ha visto la 106esima Brigata attaccare nuovamente invano il nemico presso il ponte Al-Zahra.

Il Generale ha esaurito la carta dell’effetto sorpresa e si deve giocare il tutto e per tutto per non invischiarsi in una guerra di posizione dagli esiti incerti

Terminato l’effetto sorpresa, Haftar ora deve fare i conti contro un nemico ampio e organizzato. Il GNA di Tripoli, infatti, sta adottando le stesse tattiche del Generale per indebolire il nemico, facendo conto soprattutto sugli assetti aerei, protagonisti nella crisi libica. Dal supporto aereo ravvicinato (CAS) alle truppe sul terreno ai bombardamenti di convogli dell’LNA e degli aeroporti, da cui decollano gli apparecchi nemici. Ciò ha spiazzato le forze di Bengasi, che in numerosi casi si sono viste tagliare le rotte di rifornimento e quindi sono state costrette ad arrendersi. In altri, sono rimaste bloccate in cui de sac o hanno visto perdere territori che avevano preso solo qualche giorno fa, molto facilmente, vedi Gharian. Il generale sa bene che in una guerra di posizione in Libia potrebbe vincere difficilmente e di conseguenza sta giocando il tutto e per tutto in queste ore. 

Haftar, però, ha sempre meno uomini. Le milizie alleate cominciano ad abbandonarlo e i partner stranieri non lo rimarranno in eterno. O prende Tripoli velocemente o sarà costretto a trattare, ma questa volta non più da una posizione di forza

Haftar, però, ha sempre meno uomini da impiegare. Già diverse milizie, infatti, si sono sfilate non vedendo risultati concreti sul terreno. E c’è il rischio che altre seguano il loro esempio a breve. In quel caso, il Generale sarà costretto a trattare nuovamente con Tripoli e la comunità internazionale. Ma questa volta non giocando più da una posizione di forza. E i suoi alleati, vedendo la mala parata, potrebbero scaricarlo velocemente a favore del ritorno alla “soluzione politica” per la soluzione della crisi. Qualche segnale in questo senso, peraltro, c’è già stato, anche se non confermato ufficialmente. 

LIBIA, IL DIALOGO L’UNICO STRUMENTO. FERMATE LA GUERRA.ultima modifica: 2019-04-17T12:34:07+02:00da bezzifer
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