LA PAROLA TORNI ALLA DEMOCRAZIA! E Dovremmo essere convincenti, fiammanti e dire ai tanti giovani che questa è la battaglia di una vita

Dovremmo essere convincenti, fiammanti e dire ai tanti giovani che questa è la battaglia di una

Cari AMiCI,ho letto l’intervista su Cronache di Napoli e mi è venuta una gran voglia di rispondervi. Ho sentito che dovevo dirvi un po’ di cose, che sottopongo alla vostra riflessione.

Uniamoci, sì. Ma per essere alternativi a tutto questo. Siamo giovani e abbiamo l’energia per attraversare un deserto. Per farlo, sarà però necessario che qualcuno ci indichi la strada da percorrere nel deserto. Altrimenti moriremo di sete, senza raggiungere la meta. In un deserto, non ci sono né segnali né strade né ponti. Attraversare un deserto, ci insegnerà a fare politica camminando a terra e ad avere sete di nuove azioni e termini.

Mi sento di sottoscrivere quando dite che la nostra generazione è cresciuta sotto la sconfitta che parte dagli anni 90, in cui un capitalismo rampante fagocita ogni tipo di valore e vincolo solidaristico, fino ad arrivare al 2008 e agli anni che stiamo vivendo, in cui è messo nero su bianco quel disegno: frammentare la vita di ognuno, perché gli interessi di un ricco non sono quelli di chi non arriva alla fine del mese. Ciò ha portato a formare dei ghetti, mettendo a rischio la libertà di ognuno.

La spirale che si crea è quella che apre alla svolta securitaria che oggi la destra cavalca: se vengono corrosi i beni pubblici e comuni in cambio del fare cassa e sono sostituiti da servizi a pagamento (per pochi e non per tanti), si perde la percezione dell’interesse comune. Al punto che chi ha pagato per avere quel servizio, è disposto ad usare la forza per difenderlo da chi reclama che gli è stato tolto uno strumento, connesso ai propri diritti fondamentali. Si antepone la forza al diritto, il principale bene comune per riscattare i più deboli.

Un individualismo spinto diventa un germe di disaffezione, soprattutto per le nuove generazioni: se la politica ha già deciso di favorire la tasche di uno in maniera selvaggia, un giovane pensa di non incidere sulle decisioni. Ed il gioco è presto fatto: con una mano diminuisce il debito, con l’altra si fa deficit democratico.

E la destra? È il braccio armato di questo disegno deciso a tavolino.

E la sinistra? Era seduta a quel tavolo, mancando l’appuntamento con la Storia. Voleva essere accreditata dai salotti buoni, a tutti i livelli ha iniziato a coltivare il potere per il potere, la gestione d’accatto, il nepotismo. A cosa serviva la sinistra in quelle stanze se salvava le banche, anziché il clima? A cosa serviva la sinistra se in quelle stanze pensava alle prossime elezioni con l’algebra, anziché mettere in campo un’idea forte? 2+2, in politica, non ha mai fatto 4. Ma nelle tasche di chi non ce la fa, invece sì.

Tanti, non tutti fortunatamente, tra i nostri big pretendevano di parlare e fare i conti in tasca a quest’ultimi, non avendo mai messo piede in una periferia di una grande città o nelle aree interne, la famosa Italia diseguale, rurale e rugosa, comune da nord a sud. E nel frattempo mettevano in piedi sistemi di potere collaudati, che gestivano appalti, incarichi, indennità, clientele. In cui se fai parte del giro, ti tocca la fetta di torta altrimenti rimani digiuno. La fetta è toccata sempre agli stessi, nella maggior parte dei casi servi sciocchi ed inutili idioti senza arte né parte, e la maggioranza pativa la crisi. Permettetemi che a chi è esterno girino i maroni e si affidi al primo che passa? Può essere un Salvini o un Di Maio, poco importa. Paradossalmente, quel voto è servito a liberare dalla cappa contesti in cui la politica era diventata altro.

Alle ragazze e ai ragazzi, che si scontrano sui territori con questo sottobosco della politica, dovremmo andare a chiamarli uno ad uno. E dire che non sono soli ad attraversare il deserto, che in un futuro prossimo può toccare a loro, senza subire la trafila che spegne la passione e svuota l’entusiasmo – rispetto a quel che ti dicevo prima. Permetti che un giovane ventenne tra la scelta di sbattere contro un muro di gomma, vedendo una propria idea mortificata, e di abbandonare tutto, dedicandosi a se stesso e ai suoi affetti, scelga quest’ultima? Ecco perché dovremmo essere convincenti, fiammanti e dire loro che questa è la battaglia di una vita.

LA PAROLA TORNI ALLA DEMOCRAZIA! E Dovremmo essere convincenti, fiammanti e dire ai tanti giovani che questa è la battaglia di una vitaultima modifica: 2019-05-09T12:02:25+02:00da bezzifer
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