Il partito di Calenda ( o e di Renzi).D’accordo su tutto. Ognuno con la propria identità. A sx il PD con chiara strategia, al centro nuova formazione con renziani, renzismo, Leopolde e Calenda vari. Serve al paese ed alla politica italiana.

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Il partito di Calenda (e di Renzi)

Non ho simpatia per Calenda. Dalle parti del Pd si dovrebbe essere vaccinati contro gli eccessi di ego e protagonismo.

In questo quadro, l’ipotesi di Calenda, in verità né originale, né nuova, non è peregrina. Di recente, vari sondaggisti, interpellati al riguardo, hanno stimato tra l’8 e il 10% il potenziale elettorale di una formazione di centro di matrice liberale intestata a Renzi e Calenda. In regime proporzionale e non più maggioritario, differenziare e articolare l’offerta politica può produrre un saldo positivo. A sostegno di quell’idea militano buone ragioni: 1) nel declino berlusconiano, si può sperare che, del suo vasto ex bacino elettorale, residui una quota di elettori moderati che non intendono consegnarsi alla destra capeggiata da Salvini e comunque sarebbe bene non rassegarsi a rilasciargli il monopolio nella conquista di quell’intero bacino; 2) il Pd di Zingaretti potrebbe finalmente sciogliere il nodo irrisolto della sua identità politica (quella di un partito da sinistra di governo), un polo di attrazione per elettori rifluiti nell’astensionismo o verso i 5 stelle ma oggi delusi e smarriti, facendo i conti, sin qui elusi, con la torsione identitaria impressa al Pd dalla stagione renziana (Bersani ha efficacemente riassunto il dilemma identitario del PD: Sanchez, Macron o ….. Miccichè? L’allusione è alle intese con FI in alcuni Comuni siciliani); 3) sia il Pd che Renzi e i suoi sarebbero alleggeriti dal peso di una condizione da separati in casa che logora entrambi nella direzione di una civile separazione e ciò consentirebbe ad entrambi di dispiegare a pieno, senza logoranti contorsionismi, le rispettive, distinte potenzialità. Con la prospettiva, a valle, di un’alleanza tra soggetti distinti che, essa sì, allargherebbe il campo di un centro-sinistra plurale e inclusivo. Del resto, non è un mistero che Renzi era già di suo orientato in tal senso (un’ “altra strada” è il titolo eloquente del suo libro), ma che lo abbia bruciato sul tempo lo scatto di Calenda e che lo abbia trattenuto la misura del consenso a Zingaretti nelle primarie interne. Così come sono manifesti l’animus diciamo così malmostoso e l’azione interdittiva condotta dai renziani nell’attuale PD; 4) infine, il tabù del confronto con i 5 stelle (strenuamente osteggiato da Calenda e renziani), il cui travaglio interno rappresenta invece un’opportunità per un Pd non arroccato nel proprio ridotto. Ora lo sostengono anche osservatori come Paolo Mieli, a suo tempo contrario a ogni apertura. La portata della sfida a una destra oggi senza rivali che inquieta per qualità e quantità, nonché la identità altrettanto e più irrisolta dei 5 stelle (“non sappiamo chi siamo”, così Roberto Fico), insomma la logica e la politica dovrebbero spingere il Pd di Zingaretti a lavorare sulle contraddizioni interne ai 5 stelle, magari con l’obiettivo di dividerli lungo l’asse destra-sinistra, che essi, velleitariamente e opportunisticamente, immaginavano di esorcizzare. 

Come si vede una strada lunga e difficile, dall’esito non scontato, che mal si concilia con la prospettiva di elezioni a breve. E tuttavia una strada che si deve imboccare se si vuole rimettere in moto un quadro politico che oggi vede Salvini dominus incontrastato.

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Onestamente, io non ho simpatia per chi comincia un articolo dicendo per chi non ha simpatia.

DETTO CIO!D’accordo su tutto. Ognuno con la propria identità. A sx il PD con chiara strategia, al centro nuova formazione con renziani, renzismo, Leopolde e Calenda vari. Serve al paese ed alla politica italiana.

Detto questo, un partito riformista, europeista e liberal-democratico è nell’aria da tempo. Perché non venga fatto da Renzi o chi per lui, è un mistero gaudioso scritto nel Libro dei Cieli! Soprattutto ora che la Lega comincia a fare veramente paura, in primis perché, mentre sbatte due o tre neggher in televisione ad uso e consumo del popolo beota, ha nel suo retropensiero come obiettivo vero la fuoriuscita dall’Euro e, quindi, la rovina dei risparmiatori. Peraltro, con il nuovo suddetto partito, ne guadagnerebbe in identità anche il Piddi zingaretto-dalemiano. Aspettiamo la prossima Leopolda! poi! A me pare che quanto espresso nell’articolo sia la verità.
Un Calenda ed un Renzi che fremono per formare un nuovo partito che “copra” il centro !
Il che lo si ottiene sono uscendo dal Pd. 
Che conseguentemente sarebbe “libero” di proporre politiche più di “sinistra” e quindi intercettare il voto degli astenuti.
E’ evidente che nè Calenda, nè Renzi, resteranno nel Pd.
L’elenco delle “oscillazioni” fatte da Calenda in questi mesi sono verissime.
Così come il disagio di Renzi in questo Pd che non ritiene suo specchio. Tanto è vero che le polemiche sulla “vittoria” del Pd alle Europee sono cominciate un minuto dopo l’esito del voto.

Il problema a mio avviso rimane il solito: Sarà possibile un successivo accordo fra il Pd di Zingaretti ed il nuovo partito di centro di Calenda/Renzi ?

(sempre ammesso che fra i due ci sia empatia … cosa che non metterei la mano sul fuoco)

Il partito di Calenda ( o e di Renzi).D’accordo su tutto. Ognuno con la propria identità. A sx il PD con chiara strategia, al centro nuova formazione con renziani, renzismo, Leopolde e Calenda vari. Serve al paese ed alla politica italiana.ultima modifica: 2019-06-02T09:33:59+02:00da bezzifer
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