Salvini e i giochi crudeli dell’estate. Il capo della Lega non fa politica, si comporta come i bambini che si divertono a torturare le lucertole. Ha infilato il povero Di Maio in una pentola, ha acceso il fuoco e si diverte a farlo bollire a fuoco lento. Aspetta che Di Maio si stufi e salti fuori dalla pentola. Intanto lo tiene lì.
Ma questa innocente crudeltà (Di Maio meriterebbe ben altro…) non basta al capo della Lega.
Così tormenta anche i migranti della Sea Watch, poco più di 40. Cinquanta sindaci tedeschi si sono dichiarati pronti a accoglierli. Basterebbe una telefonata per passare la questione all’unità di crisi della Farnesina, che fa una decina di telefonate, si fanno sbarcare questi migranti e prima di sera sono già in Germania. Fine della storia e fine dei tormenti in mezzo al mare e la capitana Carola può tornarsene a casa.
Già, ma Salvini come si diverte, come passa l’estate se non ha nessuno da tormentare? Già quasi non arrivano barconi (accidenti…). Una volta che mette le mani su uno, lo lascia andare? Nooo. Se va bene, con questa povera Sea Watch tira avanti fino a Ferragosto. Poi si vedrà, laggiù in Libia comunque che qualcuno si sbrighi. Altrimenti Salvini non sa più come terrorizzare gli italiani (comprese alcune madame sedicenti di sinistra…).
Per il resto, siamo al vuoto assoluto. C’è solo da segnalare l’ultima impresa dell’ineffabile Di Maio, che da dentro la sua pentola due ne fa e cento ne pensa. Adesso vuole revocare la concessione a Autostrade. Una comica.
Il giorno dopo il crollo del ponte Morandi, lui e la sua corte, urlarono: via la concessione a Autostrade (dei Benetton). Qualcuno gli fece notare che non c’erano i presupposti giuridici: nessuna sentenza, nessun accertamento oggettivo delle responsabilità. Ma a Di Maio tutto questo non interessava: l’importante era comunicare al popolo che i Benetton sarebbero stati puniti e molto severamente dalla giustizia popolare a 5 stelle (una specie di tribunale staliniano).
Bene, è passato un anno e non è successo assolutamente niente. Zero su zero. Anzi, i Benetton corteggiati e blanditi affinché comprassero Alitalia. I ragazzi di Treviso sono così golosi che comprerebbero anche una squadra di elefanti, ma l’Alitalia, dio buono, no.
Ecco allora che Di Maio si risveglia: revocare l’autorizzazione a gestire le autostrade ai Benetton. Continuano a mancare i presupposti giuridici (perché nulla è stato fatto) e la cosa sarebbe illegale esattamente come un anno fa. Ma Di Maio cerca di darsi una riverniciata popolare. E agitare un randello virtuale sulla testa dei Benetton va bene. Poi, magari comprano anche Alitalia….
Intanto, benché quasi morto, lo stesso Di Maio riesce a opporre qualche resistenza all’onnivoro Salvini. Gli blocca l’autonomia regionale e anche la flat tax. Ma Salvini incassa piacevolmente: lui si diverte abbastanza con la Sea Watch e sogna la nave che entra in porto a Lampedusa e i suoi uomini che si precipitano a arrestare il capitano Carola, tradotta finalmente in catene in qualche carcere e esibita nei telegiornali delle otto come criminale, trafficante di uomini, moderna schiavista.
Giochi da bambini malati.
