Matteo Salvini, un morto che cammina

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Non si fermerà perché non è in grado di capire e lo chiamo kamikaze, e scrivo che lui e i pazzi che lo seguono verso l’abisso stanno inutilmente cercando di portare indietro il grande orologio della storia.

Più di chiunque altro al mondo, in questo mondo che sta cambiando vertiginosamente, Matteo Salvini è un morto che cammina. 
Non dico “zombi” perché parlo sul serio, senza ombra d’ironia, e sto attento a ogni parola che uso perché in un caos come quello in cui stiamo vivendo tutto va enunciato con la massima precisione.
Matteo Salvini su tutti (ma anche Di Maio, Raggi e buona parte dei ministri in carica del paradossale Governo del Cambiamento) è la persona forse più ignara a questo mondo del cambiamento che sta avvenendo in tutto il mondo.
Matteo Salvini invoca ogni giorno, in modo grottesco, brandendo oggetti sacri come fossero spiedi di un girarrosto, un concetto di Dio che è morto da tanto tempo. 
Nessuno crede più in quel genere di Dio. 
Chi ci credeva è morto da un pezzo. 
Chi ci crede ancora è perduto perché si ritrova lontano anni luce dalla realtà.
Scrivo da mesi articoli in cui tento di mostrare ciò che è sempre più visibile ad occhio nudo, scrivo che Salvini sta andando dritto contro un muro, scrivo che Salvini si sta suicidando sulle pubbliche piazze, scrivo che Salvini non si fermerà perché non è in grado di capire e lo chiamo kamikaze, e scrivo che lui e i pazzi che lo seguono verso l’abisso stanno disperatamente, follemente e inutilmente cercando di portare indietro il grande orologio della storia che è più sacro del sacro.
Ma ogni volta mi rendo perfettamente conto che in questo caos che si è andato determinando in Italia, soprattutto in questo ultimo anno, risulta difficile, per molti impossibile, capire cosa stia succedendo.
Ora ho banalizzato il concetto come meglio non riuscivo. 
Molti capiranno, ma l’unico dubbio che non ho è che tanti altri resteranno interdetti. 
Più di così, mi risulta troppo difficile. 
Potrei aggiungere un infinito numero di dettagli che complicherebbero la faccenda e allungherebbero a dismisura questo articolo facendovi passare subito la voglia di leggerlo. 
Unico dettaglio che voglio invitarvi a ponderare: è mai possibile che Di Maio e la Raggi sbaglino sempre lo sfondo che hanno alle spalle quando fanno i loro deliranti proclami? 
La metropolitana è sempre quella sbagliata, la fabbrica è sempre quella sbagliata, l’ospedale è sempre quello sbagliato, la discarica è sempre quella sbagliata. 
Neanche nel film comico più stupido si può mandare avanti un errore del genere all’infinito, perché il pubblico finisce per stancarsi e non ride più.
Non vi pare esattamente questo ciò che sta succedendo oggi in Italia?
Se siete riusciti ad afferrare il concetto, resta da chiedersi perché succede una cosa del genere. 
E qui ficchiamo il naso nel guaio vero.
Il guaio vero consiste nel fatto che un paese fragile come il nostro non può che andare in mille pezzi dopo un trattamento del genere.
Di conseguenza, è urgente capire chi e per quale motivo vuole mandarlo in frantumi.
I tanti, troppi mandanti, delle catastrofiche imprese di Matteo Salvini sono alle volte pazzi quanto lui, ma alcuni sono milioni di volte più intelligenti di lui. 
Penso a Vladimir Putin, che è arrivato a Roma trionfalmente e discretamente allo stesso tempo e si è intrattenuto in conversazioni importanti, l’ultima delle quali con il suo vecchio amico Silvio Berlusconi, altra mente sopraffina ma ormai in completo disarmo, un imbarazzante disarmo.
A questo punto tiro ad azzeccare e lo dichiaro apertamente.
Penso che Putin sia stufo marcio dell’isolamento che ha dovuto subire negli ultimi anni da parte degli americani. Un isolamento assai peggiore dell’isolamento ufficiale che c’era al tempo della cosiddetta Cortina di Ferro. Eppure il Muro di Berlino è venuto giù 30 anni fa. Da allora abbiamo solo sentito parlare di libertà per tutti. Dove diamine si trova questa libertà oggi?
Questo è un dato oggettivo, un dato a lungo andare indubbiamente molto stressante per Putin, per la Russia, e per il suo popolo che si è sempre mosso, nel Bene o nel Male, come un sol uomo.
Penso che Putin sia veramente molto arrabbiato, troppo arrabbiato, e si stia vendicando in modo diabolico. 
Ma un uomo politico del suo spessore e della sua intelligenza non può permettersi una simile vendetta e questo lui non può non saperlo.
Se per ipotesi fosse così, Vladimir Putin farebbe bene a calmarsi al più presto perché l’umanità è già entrata nel Terzo Millennio. Il passaggio non può che essere il più difficile e delicato della storia dell’umanità, e possiamo attraversare un guado del genere soltanto camminando tutti insieme in punta di piedi, guardando bene dove mettiamo i piedi, e tenendoci per mano.

Matteo Salvini, un morto che camminaultima modifica: 2019-07-08T12:34:15+02:00da bezzifer
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