Per Goldman Sachs lo scenario più probabile è il voto d’autunno.

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Per la banca Usa, il “fattore Renzi”riduce le probabilità di un’alleanza Pd M5s. Mentre i grillini non sono propensi a un governo tecnico. Risultato: la prospettiva più concreta sono le urne e la volatilità degli asset economici nostrani.

Goldman Sachs vede le elezioni nell’ultimo trimestre dell’anno, al più presto nel mese di ottobre, come lo scenario più probabile. In un report pubblicato il 21 agosto e dedicato alla crisi politica nostrana, gli analisti della banca di affari Usa si basano sulle forze parlamentari in campo per cercare di capire quali sono le prospettive più probabili per il nostro Paese e considerano un ritorno alle urne come l’opzione più realistica al momento attuale piuttosto che un nuovo governo.

IL POSSIBILE GOVERNO GIALLOROSSO APPESO AL FATTORE “RENZI”

Un ritorno dell’alleanza gialloverde nonostante rappresenti la soluzione attualmente più solida dal punto di vista dei seggi in parlamento è diventata la più difficile politicamente e la meno credibile. La seconda opzione è ovviamente quella di un governo cosiddetto giallo rosso, formato da M5s Pd e altri partiti di sinistra. Ma su questo fronte gli analisti di Goldman si concentrano sul fattore Renzi o renziani. «Alcuni parlamentari del Pd e parlamentari di altri partiti di sinistra hanno affermato di voler sostenere un governo di coalizione 5SM-PD solo se questa coalizione condividesse un programma economico e politico comune e completo. Tuttavia, i parlamentari vicini all’ex primo ministro Renzi sembrano preferire un governo di breve durata che redigerebbe e voterebbe una legge di bilancio per il 2020, impedendo l’aumento dell’Iva e condurrebbe il paese alle elezioni generali nel 2020. Inoltre, alcuni parlamentari dell M5s sono contrari a formare un governo con il Pd, in particolare con i parlamentari del Pd che sono vicini all’ex primo ministro Matteo Renzi», si legge nell’analisi.

IL M5S OSTACOLO AL GOVERNO TECNICO

Resterebbe ovviamente l’opzione di un governo cosiddetto ” di responsabilità” che coinvolga altre forze politiche come Forza Italia e che abbia tempi contingentati, ma ragionano gli analisti, a questo governo sarebbero comunque necessari i voti della maggioranza della seconda opzione cioè di M5s e Pd e i pentastellati sicuramente preferiscono un governo politico che uno tecnico. Con il risultato che un governo tecnico sarebbe di fatto possibile solo se Fratelli di Italia cambiasse idea sul suo possibile sostegno. E qui si torna all’inizio: la probabilità maggiore è un ritorno alle urne.

GLI ATTORI ALLA FINESTRA: DALL’UE ALLE AGENZIE DI RATING

Il rapporto spiega anche che in assenza di un nuovo esecutivo molti attori aspetteranno ad esprimere giudizi o a intervenire attendendo l’evolvere della situazione. Dall’Unione europea che dovrebbe valutare la conformità della nuova legge di bilancio, da presentare in teoria entro il 15 ottobre, alle promesse e agli accordi presi per evitare la procedura per debito eccessivo alle agenzie di rating Moody’s e S&P, il cui giudizio è calendarizzato rispettivamente per il 6 settembre e il 25 ottobre. Insomma, tutto congelato fino al voto.

IL TRIANGOLO CAMPAGNA ELETTORALE – SPREAD – SONDAGGI

La corsa elettorale, però, avrà un effetto sul rischio Paese con un aumento della volatilità degli asset nazionali e un aumento dello spread e l’andamento dei mercati finanziari potrebbe a sua volta avere un effetto sui rapporti di forza politici cambiando la situazione iniziale. Gli analisti prevedono infatti che «la Lega farà una campagna su una piattaforma anti europea incentrata sull’immigrazione e la politica fiscale e, quindi, i mercati finanziari rivaluterebbero il merito creditizio degli asset italiani in una direzione più ribassista rispetto ai prezzi attuali. Se la rivalutazione dei prezzi dovesse essere troppo alta, ciò potrebbe anche avere un impatto potenziale sui sondaggi di opinione e, infine, sul risultato elettorale. Anche se l’elettore medio sarebbe a favore delle riduzioni fiscali e di un certo controllo sui flussi migratori, la maggioranza degli elettori italiani rimane a favore dell’euro e ripone fiducia nelle istituzioni europee più che in molte istituzioni italiane». «Questa considerazione», ragionano gli esperti della banca d’affari americana, «potrebbe anche indurre Lega ad adottare una posizione meno controversa nei confronti dei partner europei, cercando di limitare una potenziale reazione negativa del mercato nominando un ministro delle finanze pro Ue che dia fiducia agli investitori a favore dell’Europa». Ma la conclusione è sempre la stessa: «I prossimi tre mesi saranno molto volatili e difficili per l’economia e gli asset italiani».

 

Per Goldman Sachs lo scenario più probabile è il voto d’autunno.ultima modifica: 2019-08-21T11:43:48+02:00da bezzifer
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