Tre indizi di scisma nel Pd

Tre indizi di scisma nel

Le parole di Boschi e Bellanova, la polemica pretestuosa sull’assenza di toscani nel governo. Si moltiplicano i segnali di un addio di Renzi, già alla Leopolda.

rumors lasciano intendere che un piede è già fuori la porta. E l’altro lo sarà il 20 ottobre. Nelle ultime ore le quotazioni di un addio di Matteo Renzi al Pd durante la sua convention alla Leopolda sono schizzate. Nel Partito Democratico le voci si rincorrono off the records: “Sì, alla Leopolda sono convinto che romperà, lancerà la sua cosa…”. I segnali in chiaro, solitamente precursori delle grandi rotture politiche, in effetti non mancano. E anzi, confermano quello che ormai è il grande segreto di Pulcinella nel Pd: l’ex premier sta pensando da tempo di lasciarsi alle spalle i dem e fondare un suo partito. Le condizioni ci sono tutte: le elezioni anticipate sono state scongiurate, le resistenze all’alleanza con M5S superate, e già si parla di mettere nuovamente mano alla legge elettorale, in senso proporzionale, per fermare va da sé Salvini ma facendo anche i comodi dell’altro Matteo.

Era ed è solo questione di quando e non di se. Prima si arriva ad un chiarimento che ponga fine a questa fastidiosa commedia e meglio è per tutti. Renzi avrà in pugno il governo e userà il suo potere per rafforzarsi fino alle elezioni. Sarà lui più che Zingaretti a trattare con Di Maio. Se non fosse nato questo governo attuale Renzi sarebbe sparito con le elezioni. Ha giocato una partita con astuzia e cinismo. Vedremo…

Ma i vice e i sottosegretari non toscani mi sembra il problema minore. Considerando che il vero lavoro nei ministeri viene fatto dalle seconde linee, direi che qui siamo ben al di sotto delle quote popolari. Mi auguro la caduta al più presto e poi tutti al voto. Renzi e’ stato al centro dell’iniziativa politica, poi fatta proprio da tutto il partito, che ha messo all’angolo Salvini ma essendo minoranza nel PD ha ricevuto un numero di incarichi stabilito dal manuale Cencelli valido da sempre e mai abrogato. Diverso il discorso sul suo peso politico determinato dal controllo di una parte importante dei gruppi parlamentari e che avrà modo di far pesare nei prossimi mesi dentro o fuori del partito.E poi non si lamentino. Renzi ha vinto una partita difficile e pericolosa 5 a 0. Un sotto-segretario non cambia la sostanza.Anche perchè:”L’area che fa capo all’ex segretario dem ottiene tre ministri e cinque incarichi di sottogoverno. Teresa Bellanova, ministra delle politiche Agricole, Elena Bonetti, ministra delle Pari Opportunità e della famiglia e, seppure con sfumature diverse rispetto ai renziani duri e puri, Lorenzo Guerini, ministro della Difesa.. Poi ci sono Anna Ascani viceministro dell’istruzione, Alessia Morani sottosegretaria al Ministero dello Sviluppo Economico, Simona Malpezzi ai Rapporti con il Parlamento, Ivan Scalfarotto al ministero degli Esteri e Salvatore Margiotta alle Infrastrutture e Trasporti”

 E’ vero o è solo una scusa preventiva dei renziani per giustificare l’eventuale strappo?Mentre! Il rientro di D’Alema e della banda Baffino del 1% che ne dite?
Mi auguro che non avvenga alcuna scissione. Ma se il sospetto del rientro dei fuoriusciti fosse fondato, allora Renzi farebbe bene a scendere dal treno PD.
E non credo che quel che resterebbe del PD ci guadagnerebbe in temini di voti tra l’uscita dei renziani e l’arrivo del poderoso apporto delle masse al seguito di Baffino. Trattasi di qualcosa intorno a 1%. Nel 2018 si sono affiancati a Fratojanni, che da solo un 2% lo ha sempre portato a casa, e insieme hanno totalizzato uno smagliante 3,4%.

MA RENZI ULTIMAMENTE A SEMPRE PERSO! NO CARI AMICI RENZI  DAL 2016 L’HANNO FATTO PERDERE!Renzi ha vinto 2 primarie in modo clamoroso ha portato il pd al 41 alle europee e anche al 18.7 alle politiche e’ stato eletto da poco con centinaia di migliaia di voti a firenze ha vinto mortificando nel collegio in deficiente come Bagnai, ma di cosa parlate? Studiate leggete e documentatevi.

Renzi fonderà un nuovo partito.Sarà il “partito del Pil”. Il sostegno al Governo Conte continua. Alla Leopolda di ottobre le decisioni. Zingaretti vuole evitare la scissione.

Matteo Renzi vuole uscire dal Pd e fondare un nuovo partito. La scissione del Pd era nell’aria da tempo, ma fino ad oggi la fuoriuscita dal partito democratico dell’ala capitanata da Renzi non era ancora un’ipotesi concreta.

Adesso invece il progetto ha avuto un’improvvisa accelerazione: Renzi ha dichiarato chiaramente – come riporta oggi Il Sole 24 Ore – che «Serve un partito del Pil, pro business e pro crescita, un partito che porti alta la bandiera delle riforme e che guardi anche ai tanti moderati che non vogliono seguire Forza Italia nell’abbraccio con il sovranista Matteo Salvini. Va benissimo il sostegno al governo Conte, ma noi non moriremo grillini».

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Tre indizi di scisma nel Pdultima modifica: 2019-09-14T10:13:58+02:00da bezzifer
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