IN LOMBARDIA CON LA CLAVA : I leghisti del posto vogliono “regionalizzare” gli insegnanti. L’esempio e la storia di Gaetano Salvemini, da Molfetta a Harvard.

Immagine correlata

Ci si deve domandare a che cosa serva il Pd e, ancora prima, se esista ancora il Pd. Qualche dubbio esiste, e consistente. In epoca renziana (un secolo fa) il Pd doveva essere il partito che lavorava per un’Italia liberaldemocratica. Poi, liquidato Renzi e le sue (DICONO LORO) supposte follie, il Pd si è via via scolorato e oggi è difficile dire che cosa sia. Si presenta ormai sui palchi elettorali insieme ai 5 stelle e sembra che voglia arrivare a un’alleanza organica (e non solo tattica) con i seguaci di Di Maio. Pur di impedire a Salvini di arrivare al potere, va bene qualsiasi cosa. Partendo dalla vecchia Lega un po’ ridicola di Bossi (le corna, le adunate sul prato di Pontida, l’acqua del sacro Po, ecc.), Salvini ha trasformato il suo partito nella cosa più a destra esistente oggi in Europa. Parole come neonazista o fascista oggi si sprecano, ma non nel caso di Salvini sono corrette.

I seguaci di Salvini sono vicinissimi alla follia. Quelli di Varese, ad esempio, vogliono la regionalizzazione degli insegnanti: solo professori veneti per i veneti e lombardi per i lombardi. Una cretinata. Già Craxi aveva calcolato che a Miano, con oltre un milione di abitanti, solo 30-40 mila potevano essere considerati milanesi da qualche generazione: tutto il resto erano onesti “terroni” immigrati ai tempi del miracolo economico (che hanno fatto loro, lavorando come bestie).

Ma non basta per descrivere l’infinità stupidità dei leghisti. Mi tocca riparlare di Gaetano Salvemini. Salvemini è di Molfetta, profondo Sud. Ma è bravo. Finisce che va a insegnare a Firenze e partecipa ai lavori del gruppo del “Non mollare”, il primo giornale clandestino antifascista. Fra i suoi collaboratori Ernesto Rossi, che, mandato al confino a Ventotene, insieme a Altiero Spinelli scriverà appunto il primo manifesto europeo.

Piccola parentesi. C’è voluto Renzi (che evidentemente un po’ ha studiato) per portare a Ventotene, in ricordo di quei grandi, Angela Merkel e Hollande, quasi a voler rinnovare l’antico patto europeo.

Ma torniamo a Salvemini. A Firenze l’aria si è fatta pesante, la polizia fascista ha individuato i ragazzi del “Non mollare” e finirà per arrestarli tutti.

Salvemini viene salvato da Arthur Schelsinger senior (suo figlio, che può essere considerato un allievo del professore di Molfetta, sarà poi lo scrittore di tutti i discorsi della nuova frontiera di Kennedy), che lo chiama in America. E gli fa assegnare una cattedra a Harvard, cioè in una delle più prestigiose università degli Stati Uniti.

Ho poco da aggiungere per i poveri leghisti di Varese e del Veneto. Gli americani uno di Molfetta se lo sono cercato e se lo sono tenuto ben stretto. Non gli hanno chiesto la carta di identità, non lo hanno mandato a pulire i cessi nei ristoranti. Gli hanno dato una cattedra in una delle loro più ambite università.

E voi, miseri, vorreste costruire un mondo di varesotti-varesotti. Compratevi anche una clava, e esercitatevi.

IN LOMBARDIA CON LA CLAVA : I leghisti del posto vogliono “regionalizzare” gli insegnanti. L’esempio e la storia di Gaetano Salvemini, da Molfetta a Harvard.ultima modifica: 2019-10-26T11:23:21+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share