Fondazione Open, Renzi: “Chi decide come si fonda un partito, la politica o le toghe?”

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Carrai si difende: “L’inchiesta sulla fondazione Open? Ho sempre rispettato la legge” L’imprenditore è uno degli indagati dalla procura fiorentina. Il suo studio è stato perquisito: “So di non aver commesso reati”

“Ho fiducia che la magistratura chiarirà presto la mia posizione. So di non aver commesso reati e di aver sempre svolto i miei compiti rispettando la legge”. Marco Carrai è tra gli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla fondazione Open. Ex componente del consiglio di amministrazione dell’ente che ero stato costituito per sostenere le iniziative politiche di Matteo Renzi si difende con poche parole. L’imprenditore – che è presidente di Toscana aeroporti e console onorario di Israele per la Toscana, l’Emilia Romagna e la Lombardia – ha rilasciato questa dichiarazione nella tarda serata di ieri, quando si è appreso che il suo studio era stato perquisito ed egli risultava indagato nell’ambito dell’inchiesta della procura fiorentina sulla fondazione Open, che dal 2012 al 2018 ha sostenuto le iniziative politiche di Matteo Renzi, e nella quale Carrai faceva parte del consiglio d’amministrazione insieme al presidente Alberto Bianchi, anch’egli indagato per traffico d’influenze e finanziamento illecito ai partiti, a Luca Lotti e a Maria Elena Boschi. Carrai, da tempo amico dell’ex premier, sarebbe stato il consigliere di riferimento per i finanziatori privati della stessa fondazione.

I magistrati che indagando sulla vicenda hanno disposto, il 26 novembre, perquisizioni in 11 città italiane. Tra i reati contestati ci sono, a vario titolo, riciclaggio, traffico di influenze, autoriciclaggio, finanziamento illecito ai partiti.

Dopo l’allargamento dell’inchiesta sull’ex fondazione renziana e l’iscrizione nel registro degli indagati di Marco Carrai, imprenditore amico di Matteo Renzi, è lo stesso leader di Italia Viva a reagire in difesa a colpi di tweet: “Noi abbiamo seguito le regole delle Fondazioni – scrive l’ex premier –  I due giudici fiorentini dicono che open era un partito (!). Chi decide come si fonda un partito? la politica o la magistratura? Colpisce il silenzio di commentatori sul punto, decisivo per la democrazia di un paese. Tutti zitti?”. E in un altro tweet aggiunge: “Entrate e Uscite di #Open sono tutte tracciate. Trasparenza al massimo. Magari le altre fondazioni fossero state trasparenti come Open”.In difesa della Fondazione renziana anche il capogruppo di Italia Viva in Senato Davide Faraone: “Fin dalla prima Leopolda, dieci anni fa, ricordo le illazioni: ‘Chi c’è dietro Renzi?’, ‘Chi li finanzia?’, ‘I poteri occulti?’. Non era concepibile che quattro ragazzi di provincia tentassero la scalata alla politica italiana, doveva per forza esserci qualcosa sotto. Allora, nonostante la legge non lo imponesse, furono chiamati tutti coloro che avevano versato un contributo alla fondazione e gli fu chiesto se avessero problemi a rendere pubblico il finanziamento. La gran parte aderì e tutto fu pubblicato sul sito. Le spese di ‘Open’ sono tutte tracciate. ‘Open’ è stata la fondazione più trasparente nella storia della politica italiana” .

Fondazione Open, Renzi: “Chi decide come si fonda un partito, la politica o le toghe?”ultima modifica: 2019-11-27T11:32:51+01:00da bezzifer
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