Certe trasmissioni televisive sono il sintomo della malattia populista italiana. Invece di lamentarsi quotidianamente perché diffondono fake news e non tengono conto dei dati di fatto sarebbe meglio non essere complici e restare a casa

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Basta indignarsi per le fregnacce in tv, non andateci più e lasciate i talk a saltimbanchi e populisti.

Ogni giorno i social sono colmi di indignazione per una nuova bufala diffusa in televisione da qualche saltimbanco residente in studio senza che nessuno dei conduttori lo fermi mai con un «ehi, non dica stronzate». Ieri la clip che circolava era quella di Diego Fusaro, o Diego Fuffaro non si riesce mai a distinguere l’originale da catalogo Einaudi dal fake nazibol, che concionava sull’euro «moneta privata» e addirittura «transnazionale», diceva anche, con l’aria di dire una cosa sconvolgente, che «è la prima volta che in Italia abbiamo una moneta transnazionale», mentre un disarmato Benedetto della Vedova si metteva le mani nei capelli per la disperazione. Naturalmente era un talk show di La 7, il network che al discorso pubblico italiano ha fatto più danni di Attila. Con l’eccezione di Otto e mezzo di Lilli Gruber, che pure ha dato voce e palcoscenico a Marco Travaglio e Andrea Scanzi, i talk show di La 7 sono la fotografia esatta del pensiero populista italiano, non sono né la causa né tantomeno la terapia della malattia. Sono il sintomo.

E, quindi, forse aveva ragione Beppe Grillo quando imponeva ai suoi di non andare in tv, anche se lo diceva per ragioni opposte e solo dopo aver colonizzato le trasmissioni di Michele Santoro, prima che Santoro riconoscesse di aver contribuito a creare il mostro. Grillo diceva che i talk erano di regime, ma non si rendeva conto che invece stavano costruendo il suo regime e, infatti, quando l’ha capito ha liberato i i grillini a sguazzare nel loro habitat naturale.

Basta indignarsi per le fregnacce in tv, non andateci e non siate complici. Urge decreto spazzatalksciò

Ma il punto non sono i salotti tv né i saltimbanchi che grazie allo ius bufalae dopo un certo numero di enormità ottengono la residenza a vita negli studi televisivi, il problema è dei politici, dei giornalisti, degli analisti seri che accettano gli inviti a dialogare con chi mesta nel torbido, con chi non tiene conto dei dati di fatto, con chi palesemente o inconsapevolmente non sa di che cosa parla. Dovrebbero decidere tutti insieme – un’altra alleanza contro gli stronzi, sezione salotti tv – che è arrivato il momento di dire basta, di declinare, di non essere più complici.

Ci sono anche trasmissioni perfettamente frequentabili, ovviamente, a cominciare da tutto il palinsesto di Skytg24 che è un canale affidabile e pluralista ma anche buona parte delle cose Rai. Basta evitare i talk di La 7 e quelli di Mediaset, mentre per quelli della Rai sovranista di Marcello Foa, da Popolo sovrano a Povera Patria, non c’è bisogno di fare nulla perché sono stati i telespettatori stessi a segnalare che non sentivano la necessità di altre voci populiste in un mercato già cosi saturo.
Basta indignarsi per le fregnacce in tv, non andateci e non siate complici. Urge decreto spazzatalksciò.

Certe trasmissioni televisive sono il sintomo della malattia populista italiana. Invece di lamentarsi quotidianamente perché diffondono fake news e non tengono conto dei dati di fatto sarebbe meglio non essere complici e restare a casaultima modifica: 2019-12-03T11:59:13+01:00da bezzifer
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