Credo sia difficile dargli torto …a meno di non voler dare la colpa a qualche usciere…

Per la fuga di notizie su Consip Legnini punta il dito su pm e polizia giudiziaria.Il vice presidente del Csm Giovanni Legnini condivide l’affermazione fatta dal pm Nicola Gratteri, a proposito della pubblicazione della telefonata tra Matteo Renzi e il padre, non depositata nell’inchiesta Consip, che quando c’è una fuga di notizie fuoriesce quasi sempre dalla procura o dalla polizia giudiziaria. E che quando ne è responsabile la polizia giudiziaria c’è una sorta di silenzio-assenso da parte dei pm che procedono. “Ha ragione Gratteri, che è un grande magistrato ma con cui non sempre sono d’accordo”

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Tradotto dal politico-burocratese del CSM significa Woodcock e Carabinieri del NOE di Napoli.Nell’impossibilità di utilizzare in tribunale le loro intercettazioni perché di nessuna rilevanza penale, le passano al Fatto di Travaglio e Lillo per far loro trovare una rilevanza mediatica.

Be leggendo l’articolo originale viene fuori che si può risalire non solo alla data e ora della copiatura dei files ma si può riconoscere la chiavetta USB inserita.Se vogliono, incastrano il colpevole. Che non può essere un usciere.

Ma se ” la vigilanza del Csm è molto elevata” possiamo stare tranquilli che non faranno alcunchè, come è sempre successo quando si è trattato di mettere alla sbarra qualche collega.La fuga di notizie ha un nome e un cognome di un magistrato, ma come al solito il CSM va con i piedi di piombo. Tra cani “non si mozzicano”

Che Scarfato abbia falsificato il rapporto è pacifico: basta ascoltare l’intercettazione e si scopre la differenza. Poi si è inventato i servizi segreti che lo spiavano (era un abitante della zona). Poi ora dice che non ha ascoltato l’intercettazione e ha compilato il rapporto seguendo delle indicazioni di ? Accettiamo una una volta per tutte che questa storia è un falso costruito da un PM che vuole assolutamente aver ragione.

PS: I giornali sono entità economiche che devono, oltre ad informare in modo etico e professionale, anche far quadrare il bilancio.
I giornalisti sono tanto più sicuri del loro posto di lavoro quanto meglio vada il loro giornale (più scoop più lettori, più lettori più soldi!).
La polizia giudiziaria è costituita da lavoratori che non anno stipendi rilevanti (quindi, in linea teorica, più corruttibili) come quelli dei magistrati e sono a conoscenza di fatti non conosciuti da tutti.
Gli stessi dipendenti degli uffici giudiziari hanno un reddito mediamente modesto e maneggiano montagne di documenti in archivi appartati di cui i giornalisti sono, legalmente o meno, curiosi.
I giornalisti sanno per esperienza che si produce di più e più velocemente uno scoop origliando o ricevendo qualche soffiata dalle sacre aule giudiziarie.
Per evitare mesi e mesi di ricerche per poter parlare dei fatti, i giornalisti, anche per le motivazioni di cui sopra, sono dosposti a concedere un premio a chi fornisce informazioni.
È quindi evidente a tutti che nella macchina della giustizia vi sono delle persone che hanno dei doveri importanti di cui non si fano carico, ma che invece c’è abbondanza di illegalità.
Risulta altrettanto evidente che chi ottiene una mercede o chi paghi una mercede per aggirare le norme di segretezza nella giustizia, commetta un grave reato.
Quando mai un giudice si è occupato di punire questo reato che negli ultimi tempi è proliferato (anche perché aleggia tra gli addetti un’ aria di immunità!) nelle segrete stanze della legge?

Credo sia difficile dargli torto …a meno di non voler dare la colpa a qualche usciere…ultima modifica: 2017-05-22T10:48:51+02:00da bezzifer
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