La maggioranza dei musulmani sono le vittime dell’ISIS e del terrorismo in genere, non significa nulla che non fa abbastanza.

Ha senso parlare di “mondo musulmano”?E di musulmani moderati? Non molto, sono espressioni superficiali che mescolano e distorgono cose molto diverse tra loro.

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All’atto pratico, soprattutto in questi giorni, la maggioranza delle persone occidentali considera i musulmani e il medioriente la causa del terrorismo e della insicurezza. Soprattutto perché la maggioranza dei musulmani non fa nulla contro isis e terrorismo in genere, figurarsi se si analizzano espressioni, contesti e termini con una tale precisione prima di parlare, che poi trump lo faccia con coscienza o per ignoranza chi lo sa. Anche perché tecnicamente tutti quelli che stanno combattendo contro ISIS, ma proprio guerra eh, sono musulmani. Poi ci possono piacere o meno i turchi, i siriani di Assad, gli sciiti, i curdi, i turcomanni, i partiti radicali libanesi, gli iraniani, gli iracheni. Ma, semplificazione per semplificazione, son tutti musulmani.

“Molti musulmani in giro per il mondo descrivono se stessi come “musulmani radicali” perché sono impegnati a favore della giustizia sociale e della lotta al razzismo, per esempio”. Ipocrisia pura. Sa benissimo che con quell’espressione intendiamo dei fedeli islamici fanatici. Un musulmano radicale che si batte per la giustizia sociale non è tale, è semplicemente una persona radicale E musulmana. Che razza di discorsi sono. Esiste anche l’espressione cattolico conservatore/radicale e anch’essa identifica un preciso gruppo di fanatici religiosi ultraconservatori.Siamo all’apoteosi del politicamente corretto, alla pura ipocrisia, ai giochi di parole.Quanto al mondo islamico, arabo, ecc… basta mettersi d’accordo sulle definizioni, punto, non vedo il problema.
La verità è che questi signori si sentono offesi dall’accostamento fra Islam e terrorismo, ma l’unico modo per farlo venire meno è quello di riuscire ad estirpare il terrorismo islamico. Non c’è altra via.Inoltre l’espressione “mondo islamico” ha senso perché l’infezione del radicalismo islamico purtroppo ha colpito quel mondo nella sua totalità, anche se il terrorismo si è manifestato, per ora, solo in certe zone precise. E’ inutile offendersi. Capisco la frustrazione, ma Trump (persona che certo non amo) non ha detto qualcosa di sbagliato.

E non ha senso per noi definire il mondo islamico, poiché esso stesso ad autodefinirisi secondo i precetti dell’Islam. Così per un buon musulmano la Ummah e la società, o meglio la comunità, dove puo’ sempre sentirsi a casa. La Sharia è la legge di Dio ed è fondata sul Corano, attraverso i detti e le tradizioni, trascritte nelle Hadith, una sorta di codice giuridico che sancisce ogni singolo dovere e diritto di un buon musulmano, quante mogli si possono avere, e come i si deve regolare per la preghiera. Tra i 5 pilastri fondamentali dell’islamismo, ci sono le preghiere giornaliere da eseguire in accordo al rito, e il pellegrinaggio verso la Mecca da compiere almeno una volta nella propria esistenza. Le differenze tra sciiti, sunniti, ahmedianiti, etc, sono tutte di forma e teologiche, anche se ovviamente ci sono molti legami in comune. L’Islam non è solo una religione, una filosofia e uno stile di vita, ma prima di tutto anche un disegno politico, che trae fondamento dalle conquiste storiche del suo fondatore Maometto, che oltre ad essere un uomo spirituale e di fede (discorso che pero’ andrebbe approfondito sulla falsità della sua fede e sull’ipocrisia, contraddizzioni e inganni permanenti delle sue parole), fu anche un uomo politico, un conquistatore terreno. Mentre Gesù disse “il mio regno non è di questo mondo” e “date a Cesare cio’ che è di Cesare”, Maometto, ricevute le rivelazioni divine dall’arcangelo Gabriele intraprende il suo viaggio, hjira, dalla Mecca a Medina nel 622, dando inizio all’espansione e all’era islamica, sulle spoglie del decaduto impero romano. Questa migrazione per esportare la fede è di fondamentale importanza, come lo è l’ annuncio della rivelazione per i cristiani, anche se per i musulmani, quando la conversione è inefficace deve necessariamente essere fatta con la jihad.

Il problema è che vale per tutte le religioni. Se dico “cristiano radicale” indico una persona che sostiene idee ultraconservatrici e discriminatorie (per esempio omofobe) portando all’estremo alcuni tratti del cristianesimo. Non indico con quel termine un francescano che muore aiutando il prossimo.
In generale, io ritengo che la pace si possa conquistare solo “annacquando” un po’ la religione, perché se si è troppo rigidi in un credo si finisce per diventare intolleranti per chi viola le supposte regole divine del proprio credo. Quindi, sì, penso che in Europa siamo quasi tutti religiosi all’acqua di rose, molto più che in passato e che questo sia un ingrediente fondamentale per la pace. Mi auguro che l’acqua di rose si diffonda anche nel mondo islamico e il prima possibile. Essere rigidi non fa mai bene, è meglio una sana “elasticità” del credo.

È chiaramente ovvio che qualsiasi discorso sulla società che non tratti lungamente tutte le sfaccettature della personalità di ogni singola persona, i suoi dubbi, le sue certezze, le sue paure, le sue ignoranze e le sue conoscenze e le prospettive di evoluzione futura di tutti questi (e molti altri) tratti non cattura tutta la complessità del fenomeno. Come è chiaramente ovvio che le previsioni del tempo sono un po’ riduttive perché non parlano di ogni singola molecola a zonzo per l’atmosfera. Tuttavia è utile riferirsi a gruppi di persone (o di molecole) parlando di proprietà comuni –anche a costo di commettere grossolane semplificazioni, dal momento che la vita è troppo breve per esplorare tutti i minimi dettagli di tutto, e spesso questi non sono neppure utili.

Si parla quindi di molti mondi, da quello occidentale a quello dei cosplay: ma ognuno di questi mondi non è un’entità atomica, nevvero? Un trumpista non è molto simile ad un hippie, ma tutti e due si ritrovano ad essere parte del “mondo occidentale”, senza che l’espressione abbia un significato preciso in alcuna accezione. E, per inciso, attivisti per i diritti umani e suprematisti bianchi si trovano raggruppati nel (cattivo, come sempre) soggetto: l’Occidente che fa, pensa e dice. Quindi, ha senso parlare di mondo “qualcosa”? Dipende da qual’è il discorso che si sta facendo.Ci sarebbe molto da dire anche sul problema che il “mondo umano” ha con le religioni, ideologie decrepite che fanno concorrenza al genere plasmodium in termini di morti ammazzati, e dell’enorme ipocrisia degli apologeti –ma questa è una questione diversa dai mondi “qualcosa”, nevvero?

E’ un bel po’ diverso. L’Occidente, come definizione, racchiude delle democrazie parlamentari elettive che si rispecchiano in certi valori come i diritti umani,il suffragio universale, la libertà di espressione, la suddivisione dei poteri eccetera. Invece l’insieme che racchiude i seguaci dell’Islam è una galassia di cose molto diverse fra di loro.
Secondo me però su una cosa l’articolo sbaglia, la definizione di “moderati”. La questione non attiene tanto a quanto sia radicale l’adesione ai riti e alle prescrizioni islamiche, quanto alla disponibilità alla convivenza con altri culti o con gli atei e all’adesione appunto ai principi dei diritti civili e dell’uguaglianza. Quelli che non ritengono che le donne siano inferiori agli uomini e ne debbano essere assogettate o che ritengano implausibile l’uso della violenza per “difendere” la propria religione o estirpare la miscredenza.

La maggioranza dei musulmani sono le vittime dell’ISIS e del terrorismo in genere, non significa nulla che non fa abbastanza.ultima modifica: 2017-05-25T11:36:46+02:00da bezzifer
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