Secondo QUALCUNO e normale che UN centro solo abbia OLTRE IL TRIPLO DEI FONDI “dell principale fondo di finanziamento per la ricerca scientifica in Italia”?Un gruppo dovrà chiedere scusa pubblicamente all’altro gruppo quando questa storia verrà risolta.

Sono spariti 415 milioni di euro per la ricerca?

Il fondo destinato all’Istituto Italiano di Tecnologia è stato svuotato, dice la senatrice a vita Elena Cattaneo, ma secondo il governo è tutto in ordine.

E in Commissione Bilancio è arrivato lo stop: prima l’emendamento è stato accantonato per “approfondimenti”, quindi il governo ha fatto pressioni perché fosse ritirato definitivamente. Si è pensato a un intervento in extremis di chi vuole salvaguardare l’IIT e il suo capitale sociale. È subito spuntata però un’altra possibile spiegazione: contattata da
Repubblica, la senatrice Elena Cattaneo ha infatti riferito che «ambienti della maggioranza hanno detto, lasciandomi sconcertata, che quei fondi non ci sono più perché lo Stato li ha già usati»

IIT Genova

Avendo molta stima e fiducia nella senatrice Cattaneo, i casi sono due: o ha ragione o le informazioni che ha sono false. Nel secondo caso, se le sue fonti sono nella maggioranza, i casi sono due: o c’è qualcuno che ha capito male o c’è qualcuno che vuol fare ulteriore polverone dall’interno. Sono 4 ipotesi comunque brutte.

L’IIT, che e’ ente di ricerca ma emanazione del ministero dell’Economia (non del ministero della Pubblica istruzione/ricerca), e’ stato per 15 anni sovrafinanziato al punto da avere accumulato 415 milioni depositati INUSATI sul conto. Il tutto accadeva mentre l’intera ricerca pubblica universitaria veniva finanziata con 90 milioni per TRE anni (ribadisco: 30 milioni/anno per tutti i progetti di ricerca di tutte le universita’ italiane). Come se non bastasse il sovra finanziamento e’ tuttora in corso: l’IIT sta ancora ricevendo soldi in misura di circa 100milioni/anno, nonostante abbia quei 415 fermi sul conto. Mi sembra che ci sia piu’ che un elemento di perplessita’, non vi sembra?

Vicenda assurda, su molti punti di vista:

– E’ veramente assurdo e sbagliato scrivere che i 96 milioni di euro di finanziamenti statali che l’IIT riceve ogni anno sono “spropositati”. Ogni anno il CNR riceve circa 1 miliardo di euro (1’000 milioni) di fondi statali, senza che nessuno si preoccupi di fare inchieste su come vengono spesi. Se Repubblica (quotidiano di Roma) decide di fare un’inchiesta sui 96 milioni di euro dell’IIT, dovrebbe fare almeno altre dieci inchieste sul miliardo di euro del CNR. Ai contribuenti italiani interessa di piu’ come vengono spesi 96 milioni o 1 miliardo di euro?

– I famosi 415 milioni di euro dell’IIT sono stati faticosamente e meticolosamente risparmiati da Roberto Cingolani e dall’IIT con una gestione oculata e parsimoniosa, applicata sin dalla nascita dell’istituto. In un paese di sprechi giganteschi di fondi statali, un comportamento cosi’ virtuoso (e cosi’ genovese) andrebbe premiato. In Italia invece cosa si fa? Si perseguita l’istituto che ha mantenuto una gestione efficiente, e s’invocano modi di sottrarre questi soldi all’istituto in questione. “Dato che non avete fatto sprechi, vi puniamo togliendovi questi soldi”. Complimenti.

– Continua purtroppo la campagna anti-IIT della senatrice (non eletta) Elena Cattaneo. Eppure la senatrice stessa nel 2012 aveva fatto una valutazione dell’istituto giudicandolo di assoluta eccellenza ( http://bit.ly/2bxCXc4 ).

Politici e giornalisti dovrebbero lasciare in pace l’Istituto Italiano di Tecnologia, e lasciarlo lavorare, anziche’ perseguitarlo.

L’IIT e’ il miglior istituto di ricerca scientifica in Italia secondo le classifiche Anvur, Nature, e Nature Index: un orgoglio per la nazione!

Attenzione, nessuno mette in dubbio l’eccellenza dell’IIT (cioè, ROARS sì, almeno in quanto a rapporto pubblicazioni/soldi spesi, ma è un campo minato e non mi ci addentro). Cingolani, a quanto ne so, è un vero fenomeno – e gliene va dato atto – in termini di comunicazione e capacità di stringere rapporti. Ma mi pare indubbio che l’IIT sia diventato il poster boy della ricerca governativa, e che ormai “facciamoglielo fare all’IIT a prescindere” sia la scorciatoia per più o meno qualsiasi significativo progetto di ricerca.

Questo è buono e giusto da una parte, quanto dannoso per il restante 99% della ricerca italiana; che, come tutti sappiamo, va avanti su base volontaristica, contratti triennali se va bene, false promesse, burocrazia demenziale. (Chiunque lavori in un dipartimento si sarà imbattuto in dinamiche del tipo “Ehi, abbiamo 100.000 euro che dobbiamo spendere per ristrutturare le aule” “Ma le abbiamo già ristrutturate cinque anni fa! Non possiamo usarle per un concorso?” “No”).

All’IIT (o meglio, a chi ne ha gestito la forma giuridica) si rimprovera un trattamento speciale e forse troppo speciale: è una fondazione di diritto privato, non un ente di ricerca; dipende dal ministero dell’Economia, non da quello dell’Università; i suoi obblighi di divulgazione per rendiconti e bilanci sono molto più laschi che per tutti gli altri, eccetera. Questo ovviamente non è un problema per i turboliberisti à la Abravanel o Giavazzi, per i quali dovremmo tutti fare robot e non impelagarci in concetti antiquati come “trasparenza”, ma considerando lo stato di collasso dell’Università italiana, dove ci sono comunque ottimi centri di ricerca, il rischio è di andare a due velocità: la quinta e la retromarcia. Sento che i famosi 450 milioni sarebbero già stanziati (un nuovo centro di robotica a San Quirico, ad esempio), ma sono comunque rimasti per parecchio tempo fermi in un conto infruttifero. Molte lodi per la gestione oculata dell’IIT, che comunque giustamente non si nega proprio nulla per attirare i talenti (con un sistema di tenure track che è fantascienza altrove in Italia), ma se proprio ‘sti soldi avanzano, non sarà il caso di darne almeno una parte a chi se li merita ma non gode dello stesso trattamento di favore? O almeno discuterne? È un ragionamento troppo di sinistra?

La Cattaneo non è eletta, ma il fatto che sia stata nominata senatrice a vita per meriti scientifici (caso più unico che raro) la pone semmai in una posizione di autorità maggiore, al di là del fatto che possa avergliela giurata a Cingolani. Poi, che il CNR sia un altro pozzo nero di sprechi non ho dubbi: ma so per certo che ad avvantaggiarsene non sono certo i ricercatori. L’IIT per organizzazione e produttività è sicuramente un modello, ma è come costruire un hotel a cinque stelle in mezzo alle favelas. Non stride nemmeno un po’?

Secondo QUALCUNO e normale che UN centro solo abbia OLTRE IL TRIPLO DEI FONDI “dell principale fondo di finanziamento per la ricerca scientifica in Italia”?Un gruppo dovrà chiedere scusa pubblicamente all’altro gruppo quando questa storia verrà risolta.ultima modifica: 2017-05-27T12:03:02+02:00da bezzifer
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