Trump diventa presidente e poi dice che deve imparare. Mamma mia! Pare Di Maio.

Sul cambiamento climatico gli Stati Uniti sono da soli.Sono l’unico paese del G7 che non si è impegnato per rispettare gli accordi di Parigi, come si legge nel comunicato finale del vertice di Taormina.

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La posizione assunta dal Tinta, pur considerando la velocità delle sue contorsioni sui temi più vari, lascia assolutamente intendere che gli Usa si ritireranno, o comunque non si impegneranno a rispettare, gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici.
Non sono in grado di dire quanto gli accordi potranno contribuire ad affrontare il problema, ma un semplice approccio di buon senso mi induce a pensare che siano comunque meglio dello statu quo.
Analogamente resto convinto che le decisioni dell’Amministrazione Tinta non impediranno, alla parte più lungimirante dell’economia americana, di continuare a perseguire politiche di efficientamento energetico e di utilizzo delle fonti rinnovabili e per mere considerazioni di vantaggio economico.
Tuttavia non possiamo ignorare che una scelta come quella che si prospetta, al di là dei suoi reali effetti pratici, assume valenze politiche e simboliche molto forti, mostrando totale disprezzo per la tutela del nostro pianeta, del benessere e della salute dei suoi abitanti, delle prospettive di uno sviluppo sostenibile ed esprime soltanto attenzione per la tutela degli interessi dell’industria delle fonti fossili.
La risposta politica spetta ai governi e mi auguro che l’Europa possa assumere, mantenendo pienamente i suoi impegni, la guida di un movimento rivolto alla progressiva eliminazione dell’energia ricavata da carbone, petrolio e, in prospettiva, anche gas, nella piena consapevolezza che tale scelta non assicura soltanto la salvaguardia della Terra, ma anche un vantaggio competitivo reso evidente dagli ultimi anni.
Anche noi cittadini di tutto il mondo possiamo però dare una risposta, attraverso due semplici locuzioni, la prima delle quali rovescia uno dei concetti tanto cari al Tinta e cioè “don’t buy american” e “don’t travel to Usa”-
Con la prima intendo suggerire di evitare di acquistare qualsiasi prodotto, beni di consumo, tecnologie, provenienti da quel paese (che un tempo amavo) per dare un segnale molto forte della nostra contrarietà alle loro scelte.
La seconda locuzione produce una evidente eterogenesi dei fini e fa felice l’amministrazione dl Tinta, che vuole imporre pesanti limitazioni all’ingresso anche a noi europei, ma certo non fa felice l’industria turistica americana, che rischierebbe di pagare un prezzo pesantissimo.
Forse non servirà, ma sarebbe comunque un segnale molto forte.

 

Trump diventa presidente e poi dice che deve imparare. Mamma mia! Pare Di Maio.ultima modifica: 2017-05-28T10:52:52+02:00da bezzifer
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