UNA REPLICA PUNTO PER PUNTO per chi mi dice “QUATTRO RAGIONI PER CUI NON VOTERÒ PD”

“QUATTRO RAGIONI PER CUI NON VOTERÒ PD”

Non voterò PD per Giulio Regeni. Per le molto ripetute scelte sbagliate del governo e del PD sul caso del giovane ricercatore ucciso al Cairo. Per l’iniziale lungo silenzio, per la vicinanza pelosa col dittatore egiziano, per le bugie ripetute sempre accolte con troppa diplomatica cautela, per il reinvio dell’ambasciatore, per la ridicola sottolineatura delle responsabilità di Cambridge sulla morte del giovane. Come se in un’amnesia disdicevole Giulio lo avesse ucciso qualcun altro.

Non voterò PD per Marco Minniti, il peggior ministro dell’interno da decenni. Per le sue scelte disumane e violente nei confronti del fenomeno migratorio. Per la sua supponenza, l’attacco iniquo e miserabile alle Ong, l’accettazione dei campi di detenzione in Libia in cambio di un po’ di borghese tranquillità per gli italiani visti sui sondaggi.

Non voterò PD per il dietro front sulla #buonascuola. Per la nomina di Valeria Fedeli, paladina delle parole vuote e della restituzione della scuola all’ingordigia spartitoria e senza meriti dei sindacati. Una scuola che dovrebbe essere il luogo del cambiamento e che invece viene riconsegnata ai suoi precedenti proprietari, senza premi per i migliori e con grandi complicità verso i peggiori.

Non voterò PD perché i sogni hanno sempre un prezzo. E più le parole saranno forti e definite e più sarà difficile dimenticarle. Più le promesse di un nuovo mondo saranno convincenti, ingenuamente convincenti, e più sarà difficile far finta di niente. Nonostante tutto, malgrado il gigantesco vuoto attorno.

UNA REPLICA PUNTO PER PUNTO

Regeni – Richiamare il proprio ambasciatore costituisce l’atto di protesta diplomatica più grave, se si esclude la chiusura definitiva dell’ambasciata. Certo, il Governo italiano avrebbe potuto prolungare questa misura a tempo indeterminato, visto il perdurare della reticenza del Governo egiziano sull’assassinio del nostro ricercatore.  Qui non voglio difendere la scelta diversa compiuta dal nostro Governo (in funzione di esigenze connesse con altre tre crisi molto gravi nel teatro mediorientale: quella siriana, quella libica e quella dei rapporti con la Turchia), ma soltanto osservare che questo dei rapporti con l’Egitto non è il solo capitolo rilevante nella nostra politica estera degli ultimi cinque anni. Nel momento in cui siamo chiamati a scegliere chi ci governerà per i prossimi cinque dobbiamo considerarne un altro di importanza certo non minore: quello della scelta tra privilegiare il processo di integrazione europea e privilegiare invece un miglioramento dei rapporti c0n la Russia di Putin (la quale sul piano dei diritti civili non è molto meglio dell’Egitto di Al Sisi). Non so per quale partito voterà Massimo Mantellini; osservo soltanto che l’unica coalizione schierata in modo inequivoco per il rafforzamento del processo di integrazione europeo è quella che fa capo al Pd e di cui fa parte anche +Europa; mentre per il rafforzamento delle relazioni con la Russia di Putin  e un allentamento di quelle con l’UE sono orientati sia il M5S, sia la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia (dunque la parte maggiore della coalizione di centro-destra), sia una parte consistente dell’area politica che si colloca alla sinistra del Pd. Una scelta di voto che, per la politica estera, si basi solo su quanto sta accadendo nei nostri rapporti con l’Egitto non mi sembra ragionevole.

Immigrazione – Oggi ogni barcone che riesce a salpare dalla costa libica con qualche decina o centinaia di africani a bordo per tentare la traversata del Mediterraneo alimenta un flusso di migliaia di africani verso i lager libici, dove essi vengono sequestrati e torturati per estorcere denaro dalle famiglie rimaste nei Paesi d’origine. Per fermare il massacro occorre contemporaneamente: a) impedire all’origine il traffico dei barconi gestito dai mercanti di carne umana; b) impegnare l’ONU e l’Unione Africana a entrare nei lager libici per cacciarne gli aguzzini, proteggere i rifugiati e attivare flussi sicuri e controllati; c) operare perché cessino la guerra e la fame nei Paesi africani d’origine, con spedizioni umanitarie dedicate a ciascuno di essi. Sono i tre fronti sui quali è impegnato oggi il Governo italiano (e in particolare il ministro degli Interni Minniti), in accordo con l’UE, tra enormi difficoltà. Chi teorizza la necessità, invece, di lasciare che il flusso attuale prosegua liberamente non si rende conto che, in questo modo, dalla guerra e dalla fame si può salvare forse l’uno per cento delle popolazioni interessate; ma al prezzo di esporre un multiplo di quella frazione a sofferenze inaudite e di consentire un pericolosissimo arricchimento dei loro aguzzini. I quali hanno tutto l’interesse a che guerra e fame nei Paesi d’origine continuino il più a lungo possibile.

Riforma della scuola – Come Mantellini, anch’io non ho apprezzato gli orientamenti operativi più recenti del Governo in tema di amministrazione scolastica, né i contenuti del nuovo contratto collettivo per la scuola. Però ho invece apprezzato quel che è stato fatto nell’ultimo triennio sul terreno della responsabilizzazione dei dirigenti scolastici e dell’avvio di una politica di valutazione delle prestazioni (con rafforzamento del ruolo dell’Invalsi) e di valorizzazione del merito. Su questo terreno il Pd si è trovato sempre contro sia l’opposizione di sinistra, sia l’opposizione di centro-destra, sia il M5S. Capirei che, sulla base del suo terzo punto, Massimo Mantellini decidesse di votare +Europa, che è pur sempre una lista coalizzata con il Pd; ma al di fuori di questa coalizione vedo soltanto il rischio di cadere dalla padella nella brace.

Il prezzo dei sogni – Come gli altri partiti, è vero, anche il Pd, sia con Renzi sia con Bersani segretario, ha fatto promesse di palingenesi che non ha mantenuto. Però un miracolo lo ha fatto: ha salvato una legislatura che sembrava nata morta; e il frutto di questo miracolo si chiama: unioni civilibiotestamento e “divorzio breve”, tre leggi delle quali si era discusso per più di vent’anni senza risultati; REI-reddito d’inclusione, che ha dotato finalmente il Paese di uno strumento moderno contro la povertà (qui sotto la tabella delle leggi in materia di diritti civili e protezione sociale approvate nella XVII legislatura col voto contrario di Lega e/o M5S);  Jobs Act, che ha completato l’armonizzazione del nostro diritto del lavoro rispetto agli standard europei; riforma delle banche popolari e riscrittura integrale del diritto fallimentare, due leggi molto importanti sul piano economico, anch’esse attese da almeno vent’anni; responsabilizzazione dei dirigenti degli istituti scolastici, di cui si è detto sopra; e diverse altre cose ancora, che hanno contribuito a mantenere l’Italia sul sentiero stretto che consente di coniugare la crescita economica con il rispetto delle regole europee. D’altra parte, una vita intera di impegno politico – e sono ormai vicino ai 70 anni – mi ha insegnato che in politica la ricerca della purezza cristallina, del partito che corrisponde perfettamente a ciò che si sogna, porta soltanto a salvarsi l’anima ma a essere del tutto inefficaci. E a indebolire il partito che meno si allontana da quel sogno. 

 

Le leggi in materia di diritti civili e protezione sociale
approvate nella XVII legislatura col voto contrario di Lega e/o M5S

Pd

UNA REPLICA PUNTO PER PUNTO per chi mi dice “QUATTRO RAGIONI PER CUI NON VOTERÒ PD”ultima modifica: 2018-02-19T09:03:26+01:00da bezzifer
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