Gira da diversi giorni nelle città del sud il listino prezzi dei voti, che noi riportiamo così come lo abbiamo sentito: Un voto da noi vale 50 euro, o due buoni spesa da 25 euro.

La Cei non si immischia ma i vescovi calabresi lanciano appelli per fermare il voto di scambio.

Risultati immagini per fermare il voto di scambio.

Città del Vaticano – Se a distanza di qualche settimana dalle elezioni sia la Cei che il Papa finora hanno rispettato il silenzio, evitando di fare appelli e schivando qualsiasi riferimento per lasciare la maggiore libertà possibile agli elettori cattolici, in Calabria, invece, l’episcopato si è mobilitato. In questi giorni ha diffuso una serie di appelli per incoraggiare la gente a non astenersi dalle urne e, soprattutto, a non praticare il voto di scambio.  «Sollecitiamo i cattolici alla presenza e alla partecipazione attiva e responsabile alle prossime elezioni politiche. E nel sostenere tale importante impegno civico, mettiamo in guardia ogni cittadino e credente dal devastante pericolo del voto di scambio, spesso praticato e mai sufficientemente denunciato». La Conferenza episcopale calabra sembra essere piuttosto preoccupata. «In un contesto politico e socio-economico così delicato non è possibile rifugiarsi in atteggiamenti qualunquisti e superficiali. Invitiamo a esercitare la propria capacità di scelta, affermando il diritto di voto come strumento imprescindibile per la crescita e il bene del Paese e delle realtà locali: non votare è lasciare che altri decidano per noi». A questo appello congiunto hanno fatto seguito diversi interventi singoli. Il vescovo di Cassano all’Ionio, per esempio, invita a prendere le distanze da chi sfrutta «l’elettorato attraverso a pratica del clientelismo e del voto di scambio» oltrepassando «il metodo mafioso. Anche il vescovo di Locri, Francesco Oliva è sceso in campo. La politica «è cosa seria: non è qualcosa di accessorio da lasciare nelle mani di traffichini, affaristi e ciarlatani».

Commissione antimafia rilancia: “Infiltrazioni al Nord”. Minniti: “Clan possono condizionare il voto” La relazione finale dell’organismo parlamentare presieduto da Rosy Bindi: “Dopo la morte di Riina le cosche si stanno riorganizzando e ora sono più libere”. Il ministro dell’Interno: “In campagna elettorale troppo silenzio sulle cosche” Minniti: “Rischio che mafie condizionino il voto, su questi temi c’è troppo silenzio”

“In questa campagna elettorale, c’è troppo silenzio sulle mafie”. Alla presentazione della relazione finale della commissione parlamentare antimafia, al Senato, il ministro dell’Interno Marco Minniti invita a una maggiore attenzione sulle infltrazioni dei clan. “Siamo nel pieno della competizione elettorale, dire questo non appaia irrituale, è cogente: nel momento in cui c’è il rischio concreto che le mafie possano condizionare il voto libero degli elettori – una minaccia alla cosa più importante in una democrazia, la libertà di voto – non ci può essere silenzio in campagna elettorale; vedo troppo silenzio su questi temi. Le mafie sono in grado di condizionare istituzioni e politica”.

 

Gira da diversi giorni nelle città del sud il listino prezzi dei voti, che noi riportiamo così come lo abbiamo sentito: Un voto da noi vale 50 euro, o due buoni spesa da 25 euro.ultima modifica: 2018-02-21T10:33:04+01:00da bezzifer
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