Un conto è provare a fermare il vento con le mani, un altro conto è lanciare la merda contro il ventilatore.

«Non si può fermare il vento con le mani» Il Movimento 5 Stelle merita di andare al governo, ha detto Luigi Di Maio in una lettera a Repubblica, e gli altri partiti devono farsene una ragione.

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Tutto molto bello e commovente. Se hanno i numeri governino, ma pretendere l’appoggio dei partiti che fino all’altro giorno erano considerati il male assoluto, non si può sentire.Non vorrei essere accusato di reducistico ad Hitlerum e no penso nemmeno realisticamente che la statura politica del personaggio lo consentirebbe, ma, davvero, mi pare di ricordare frasi molto simili nei discorsi degli anni ’30 in Germania…Mamma mia che arroganza. Predica umiltà e ascolto e intanto pretende sottomissione dalla maggioranza che non lo ha votato. Davvero sarebbe da farli governare. Cadranno presto: a causa della loro insipienza, della loro totale incomprensione della politica come dialogo, del non aver saputo usare il vituperato bilancino, dei transfughi e delle purghe interne per espellere chi esprime anche piccole perplessità o dimentica uno scontrino, dell’inevitabile crollo del consenso anche da parte dei loro illusi elettori, del non aver creato nulla e distrutto molto. Faranno un botto che si sentirà in tutta Europa.

«La politica deve smetterla di essere arrogante e deve iniziare ad essere umile. Tre sono gli ingredienti che suggeriamo in base alla nostra esperienza: 1) partecipazione, 2) ascolto, 3) trasparenza».

«Per decenni i partiti hanno messo al centro i loro interessi, per decenni la formazione dei governi è avvenuta con il bilancino per accontentare gli appetiti dell’uno e dell’altro. L’obbiettivo erano sempre e soltanto le poltrone, mai gli interessi dei cittadini».

«È una “rivoluzione copernicana” della politica che il MoVimento 5 Stelle invoca da sempre e per la quale i cittadini ci hanno dato un mandato chiaro. “Partecipa. Scegli. Cambia.”»

Insomma nessun cambiamento di approccio nemmeno oggi, proprio non ne vuole sapere. Mi preparo con aranciata Sanpellegrino e Paidoro, lo spettacolo sarà senza pari.E il finale, con tutte le possibili variazioni del caso, sarà: “Ahinoi, la democrazia rappresentativa è l’unica possibile, qui e ora”.

Qualcuno gli ricordi che ha preso il 30% non il 90… e che la responsabilità di cercarsi gli alleati tocca a lui, in quanto primo partito. Gli auguro tutta la fortuna del mondo, ma dopo anni di insulti e vaffa la vedo dura

Bello questo richiamo alla responsabilità dalle stesse persone che nell’ordine 1) hanno chiuso la porta nel 2013 al centrosinistra quando gli chiedeva la stessa cosa 2) durante la legislatura concordavano i testi da votare (Unioni civili e legge elettorale) e poi in aula votavano l’opposto.

A parte che è scritta in un italiano sorprendente (e che quindi non è opera di DiMaio )
La solfa è sempre la stessa: ho passato 5 anni a dire che siete mortizzombi, mafiosi, massoni (!), ladri e che avete le mani sporche di sangue però ora dovete votarmi la fiducia perché si ed ovviamente senza avere in cambio nulla. Il suono delle pernacchie dovrebbe sentirsi fino un Uruguay……è tornato a chiedere che le altre forze politiche sostengano un suo governo ha la faccia come il…a parte il mio commento di pancia: ma chi glielo fa fare? per anni han detto che avrebbero governato da soli o sarebbero rimasti all’opposizione, ed ora vogliono scendere a compromessi con parte del pd e con bersani, rischiando lo stillicidio di bertinottiana memoria?

Il M5S sta pretendendo l’aiuto di partiti politici che fino a pochi giorni prima offendeva e diffamava. Chiedere collaborazione significa offendere i loro elettori, i loro ideali, per quanto mi riguarda. Spero il PD non faccia lo stesso. Non dico mettersi al livello di Grillo e del suo Vaffa, ma semplicemente ignorandoli, lasciando che se cantino e si suonino da soli la filastrocca che inizieranno a recitare per scaricare la colpa su di loro (immagino che certi giornali “quotidiani” si aggregheranno come Fede a Berlusconi; quando vedranno le copie che hanno perso e l’occasione di entrare nella storia italiana annichilita sarà troppo tardi).

PS: Comprensibile la lettera di Di Maio; farei anche io lo stesso se fossi nella sua posizione. Tuttavia, volendo esercitare un minimo di spirito critico, occorre considerare che da un lato c’è circa un 30% di elettori che vorrebbe un governo a 5 stelle, ma, dall’altro, ce n’è circa un 70% che non vorrebbe un governo a 5 stelle. Mi pare superfluo ricordare che la coalizione di centro destra ha lo stesso diritto a governare che ha Di Maio. Inoltre, bisogna anche affrontare la realtà dei fatti. Nel 2016 il popolo italiano si è espresso contro una riforma costituzionale che, abbinata alla legge elettorale allora in vigore, avrebbe modificato radicalmente le dinamiche dietro ai processi di formazione delle maggioranze parlamentari e quindi dei governi. Si è scelta, in maniera inequivocabile, la continuità con la storia repubblicana, fatta di maggioranze da costituirsi dopo le elezioni, a meno di non avere un partito forte in grado di conquistare il 50% più uno dei seggi in entrambe le camere. Di conseguenza, ora non si possono fare forzature. Il governo che ha diritto di governare sarà quello che otterrà la fiducia da entrambe le camere. Ci sono diverse maggioranze che possono sostenere tale governo e tutte ne avranno uguale diritto, perché così dice la Costituzione.Quindi, fa benissimo Di Maio a perorare la sua causa; sarebbe stupido se non facesse altrimenti. Ma, nello stesso spirito di lealtà che invoca adesso, non si potrà gridare allo scandalo se il prossimo governo non sarà a guida M5S, perché tutto è possibile e tutto e legittimo, a patto che il governo otterrà la fiducia dalle camere.

“Ho vinto io, votate la fiducia al mio governo”. “Ho vinto io, ho diritto di governare con la mia coalizione”.

Di Maio e Salvini si trovano quasi nella stessa posizione di Bersani dopo le elezioni del 2013: davanti a tutti, ma non abbastanza per varare un governo alle proprie condizioni (l’uno con il suo solo partito, l’altro con la sua coalizione). Contrariamente a Bersani, però, i due possono muoversi senza alcuna pressione addosso: non sono messi sotto il fuoco di fila dei media (che invece si accanirono con l’allora segretario Pd, rimbrottandolo o ironizzando dopo qualsiasi sua mossa e dichiarazione) e non subiscono cannoneggiamenti o trame provenienti dal proprio interno.

Costoro, come Renzi, sono di una specie molto in voga nella società contemporanea: non perdono mai. Nelle loro dichiarazioni tonitruanti, nel loro modi ora fintamente compunti ora indisponenti, nella loro spocchia di chi ha capito tutto (e malgrado ciò, non siano riusciti a mettere in fila cinque esami all’università), non c’è spazio veramente per la sconfitta.

Abbiamo visto come sa perdere Renzi (ironico), ora vediamo come perderà almeno uno di loro.

Un conto è provare a fermare il vento con le mani, un altro conto è lanciare la merda contro il ventilatore.ultima modifica: 2018-03-07T11:17:39+01:00da bezzifer
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