Il caso Skripal esplode a livello internazionale, il leader della Lega liscia il pelo a Putin e il M5s resta in silenzio. Presto però dovranno spiegare agli italiani da che parte stanno

La Russia, la Nato e il cerchiobottismo (impossibile) di Salvini e Di Maio

Risultati immagini per cerchiobottismoNessun testo alternativo automatico disponibile.

“Salvini ha dimostrato di essere uno di parola”, diceva un Beppe Grillo entusiasta per avere appena eletto alla Camera uno dei suoi fedeli colonnelli, Roberto Fico, e al Senato l’ultraberlusconiana, attiva protagonista della stagione delle leggi ad personam, Elisabetta Casellati. Un’affermazione, quella del fondatore del Movimento 5 Stelle, che stride se pensiamo al caso Skripal, ai rapporti con la Nato e la Russa e alla vicenda dell’espulsione dei due diplomatici russi da parte del governo italiano. Secondo una ricostruzione di Repubblica, a firma Alberto D’Argenio, infatti, la decisione è stata presa dal premier dimissionario Paolo Gentiloni, ma solo dopo aver avuto l’ok dei leader di partito sentiti al telefono: Luigi Di Maio, Maurizio Martina, Gianni Letta (per conto di Silvio Berlusconi) e Matteo Salvini. Tutti – scrive D’Argenio – hanno compreso l’importanza di mantenere l’Italia allineata all’Europa e alla Nato. Passano pochi minuti e il segretario leghista fa sapere pubblicamente di “essere contrario” all’espulsione, che “aggrava i problemi” con la Russia. Gli fa eco, pochi minuti dopo, Giorgia Meloni. Quindi, pur comprendendo la situazione, Salvini ha preferito uscire allo scoperto e sparare a zero sul governo, proprio come se fosse in campagna elettorale. I Cinque Stelle, invece, si trincerano dietro un “no comment” che vale più di mille parole.

Ma come si è arrivati a questa situazione? Cosa c’è dietro l’espulsione di massa di diplomatici russi compiuta dagli Stati Uniti e dai paesi europei membri della Nato?

Il caso Skripal, Londra contro Mosca

È domenica 4 marzo quando l’ex agente del Kgb Sergej Skripal, 66 anni, viene ritrovato incosciente insieme alla figlia Julia, di 33 anni, su una panchina di un centro commerciale di Salisbury, nel Sud dell’Inghilterra. I due vengono ricoverati in ospedale e accusano un grave avvelenamento. Sono in tutto 21 le persone con malori per l’intossicazione, tra queste c’è anche Nick Bailey, un agente intervenuto per primo sulla scena dell’avvelenamento. Per l’antiterrorismo inglese si tratta “un tentativo di omicidio impiegando del gas nervino”. Skripal era stato condannato nel 2006 a 13 anni di carcere per aver passato identità di agenti russi al servizio segreto britannico dell’MI6. Il caso sfocia in una grave crisi diplomatica. Londra reputa Mosca colpevole. Parlando di fronte al Parlamento di Westminster, Theresa Mayaccusa il Cremlino e minaccia la rappresaglia diplomatica, nel caso in cui non arrivino spiegazioni dalla Russia.

La rappresaglia diplomatica e la risposta di Putin

Le spiegazioni non arrivano, anzi. Siamo al 14 marzo e lo scontro Londra-Mosca ormai è dichiarato. La Gran Bretagna espelle 23 diplomatici russi, come misura di ritorsione. I diplomatici dovranno lasciare la Gran Bretagna nel giro di una settimana. Theresa May lo ha annunciato dinanzi alla camera dei Comuni, sostenendo che è necessaria una “risposta forte e robusta” a Mosca. Secondo la premier, Mosca ha risposto con “disprezzo e sarcasmo” all’ultimatum britannico sul caso Skripal e la sola spiegazione è “che lo Stato russo è colpevole”. Anche l’Europa si schiera con Londra. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron, in una conferenza stampa congiunta, annunciano per i prossimi giorni anche “misure coordinate e proporzionate” nazionali contro la Russia. Tre giorni dopo, il 17 marzo, la Russia espelle 23 diplomatici britannici. Mosca dispone anche la cessazione dell’attività in Russia del British Council.

La mossa di Usa e Ue: fuori diplomatici russi

Si giunge così ai giorni nostri. Gli Stati uniti e 14 paesi della Ue (tra cui l’Italia) decidono l’espulsione di decine di diplomatici di Mosca (il loro numero è ormai superiore a 100) come risposta a quello che viene considerato un atto di aggressione. Donald Trump, oltre all’espulsione di 60 diplomatici russi ha disposto la chiusura del consolato russo di Seattle. La Polonia, la Francia e la Germania ne allontaneranno 4 ciascuno, l’Italia due.

La rottura della “linea di continuità” e i timori di Mattarella

Questa la cronaca di quanto successo nell’ultimo mese. Da noi questa partita è assolutamente fondamentale anche dal punto di vista politica interno. Al di là del doppio gioco di Salvini descritto da Repubblica, le evidenti simpatie verso Mosca esplicitate più volte dal capo della Lega e dal Movimento 5 Stelle non lasciano prevedere, se come sembra saranno loro a formare il prossimo governo, un periodo di rapporti sereni con la Nato. Nonostante. solo pochi giorni fa, tanto Salvini quanto Di Maio, avevano promesso fedeltà Atlantica all’ambasciatore americano che li aveva ricevuti. Scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera:

In Italia la “linea di continuità” in politica estera non era mai venuta meno, nemmeno negli anni del bipolarismo muscolare. Stavolta sembra diverso. (…) Probabilmente il leader del Carroccio, che ha solidi rapporti con il partito di Putin, non voleva apparire elusivo al cospetto del Cremlino. Ma il problema – per lui come per il capo del Movimento – si porrà a breve per le consultazioni. E il nodo della politica estera andrà sciolto: se ci sarà una rottura della “linea di continuità” andrà esplicitata. In quel caso, per Mattarella, il problema di come gestire la crisi interna diverrebbe ancora più complicato.

Salvini e Di Maio chiamati a una scelta di campo

Ma c’è anche chi, dalle parti della Farnesina, pensa che invece Gentiloni, prendendosi la responsabilità di espellere i diplomatici, abbia in fondo fatto un favore da destra e M5s. Lo scrive Francesca Schianchi sulla Stampa: “Ha compiuto un atto inevitabile, considerata la nostra collocazione internazionale, evitando a loro di farsene carico, permettendogli di sottrarsi a una grana”. Il problema, però, è che ora il livello dello scontro tra Russia e Usa-Ue è destinato inevitabilmente ad acuirsi. E il nuovo governo, una volta entrato in carica, non potrà più rinviare le decisioni o affidarle ad altri. Roma starà con Washington, con Londra, con Parigi, con Berlino o virerà il suo sguardo verso Mosca e magari il Gruppo Visegrad come auspicato da Giorgia Meloni in campagna elettorale? Il tempo del cerchiobottismo propagandistico di Salvini e dei “no comment” di Di Maio-Casaleggio sta per finire. L’Italia e i cittadini hanno il diritto di sapere.

Il caso Skripal esplode a livello internazionale, il leader della Lega liscia il pelo a Putin e il M5s resta in silenzio. Presto però dovranno spiegare agli italiani da che parte stannoultima modifica: 2018-03-27T10:51:34+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share