Martina prende tempo: “Decideremo il 3 maggio”Non sapiamo come la pensa la base: basti seguire Facebook e twitter per capire che la stragrande maggioranza ha posto l’astag: #senza di me.NON SERVE NESSUN SONDAGGIO

Di Maio parla al Pd di “contratto al rialzo”, ma non arretra sulle “battaglie storiche” di M5S. Attacca il Cav sul conflitto di interessi: “Usa le sue tv per velate minacce alla Lega. Dobbiamo mettere mano a Rai e tv private”. Intanto Martina prende tempo: “Decideremo il 3 maggio”

E QUESTO SAREBBE IL CONTRATTO AL RIALZO CHE DOVREMMO SOTTOSCRIVERE.Nel contratto in 10 punti alla tedesca proposto da DI MAIO, non ci sta una mazza.SOLO PAROLE ecco perché si può sottoscrivere con chiunque,anche con CETTA LA QUALUNQUE.BASTA PRENDERE PER IL CULO LA GENTE.GRAZIE

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Va bene! In politica nulla è impossibile. E concordo con chi afferma che non bisogna avere atteggiamenti pregiudiziali ma occorre il dialogo con tutti ed il confronto sempre.
Però partiamo da una semplice considerazione: un accordo di governo non deve stravolgere la visione politica di un partito, e parlo naturalmente del Pd perché il M5S lo sta già facendo e questo riguarda, semmai, i suoi elettori ed i suoi iscritti.
Il partito democratico non può stravolgere la propria visione politica per correre all’abbraccio con i cinquestelle perché, altrimenti, oltre a tradire la fiducia di chi lo ha votato, perseguirebbe una strategia fallimentare che porterebbe ad aggravare la sua crisi di identità.
Quindi la condizione per trattare un accordo di governo è quella di porre al centro dei colloqui la visione politica e strategica del partito; quella visione che in questi anni è stata continuamente attaccata e disprezzata dai nostri interlocutori che hanno combattuto con ogni mezzo Renzi che, di quella politica, è stato l’incarnazione.
Allora, a mio avviso, condizione per concludere un accordo dovrebbe essere quella che i massimi dirigenti cinquestelle dichiarino di aver compreso la validità della politica riformista attuata dal gruppo dirigente renziano facendo autocritica delle posizioni espresse dal M5S dal referendum costituzionale in avanti. E l’accordo dovrebbe garantire il proseguimento di quella politica.
Siamo realisti! È una condizione che ha possibilità minime di successo. Le stesse possibilità di giungere ad un accordo che sia realmente utile per il bene del paese.

Oggi nel PD due posizioni contrastanti e senza ritorno; il problema non è tra renziani e minoranza; il problema tocca i punti programmatici dei programmi che non hanno nessun punto in comune; un passato da non dimenticare in cui i grillisti hanno mostrato il loro vero volto; il controllo da parte grillista di tutti i punti chiave del parlamento. Altro punto importante e da non sottovalutare è la posizione della base attraverso i net-work; a cominciare da me che non mi trovo d’accordo per un governo PD e i grillisti. Non ci lega nulla di nulla; ci hanno sbeffeggiati, accusarti di tutto e di tutto, hanno attaccato Renzi da tutte le sponde ed in modo indegno, sono stati “ accompagnati lungo il percorso da un certo Travaglio che non ha risparmiato la sua penna per dire sciocchezze contro Renzi, la Boschi…etc..L’elettorato PD non dimentica e non potrà farlo mai. I grillisti sono rappresentanti di un populismo becero; amano il potere e sono disposti a cedere probabilmente punti di programma, almeno così fanno comprendere. Se i grillisti vogliono trattare occorre partire dai cento punti del programma PD. Il PD non deve essere disposto a fare la stampella, cosa che potrebbe verificarsi se il confronto dovesse iniziare dalla base del loro programma. Se davvero vogliono accordarsi per un governo dovranno dimostrarlo coi fatti e non con le forme o le vuote parole finalizzanti : democrazia interna; senso del partito e non del movimento popolare che parla alla pancia delle persone; rapporti decorosi nei confronti delle Istituzioni e degli avversari; un linguaggio consono ed accettabile da parte di tutti; evitare fakes ed altre cialtronerie usate pur di racimolare voti inconsapevoli. Oggi, 25 aprile, è la festa della liberazione; il PD come partito si sente responsabile e soggetto principale, insieme a tutti coloro che hanno combattuto la guerra civile contro i fascisti dell’ultima ora ed una guerra sanguinosa contro i nazisti razzisti e disumani. Chi si sente PD sa che i valori massimi ed elevati che ci rendono orgogliosi sono il senso dello stato, della italianità, della democrazia, dell’europeismo, della tolleranza, dell’essere plurali e di sapere guardare gli occhi di chi è considerato un diverso, per capire i problemi che lo affliggono e per cercare di aiutare chi non ha i mezzi per farlo. I temi del PD sono la lotta contro la miseria e la povertà, la famiglia ed il lavoro. I grandi temi la cui soluzione non è semplice, ma complessa se si vuole cambiare il volto degli italiani. Il programma grillista non ha nulla a che vedere col nostro. Se vogliono confrontarsi occorre iniziare dal nostro programma e non dal loro. Solo così probabilmente la base del PD potrebbe comprendere l’assurdo di un confronto di governo tra due essenze totalmente e diametralmente opposte. La base non potrebbe comprendere l’accordo con un movimento che non è un partito e che non accetta l’idea di partito; privo di un pluralismo interno; privo di una interna democrazia; un movimento che fa capo ad una azienda quella dei Casaleggio associati, di personalissima fattura in cui a comandare non è la sintesi democratica, ma Di Maio che sostituisce Grillo e Casaleggio junior. La base è sempre retrospettiva e non può scordare l’intolleranza che i grillisti hanno sempre palesato nei confronti di tutta la politica pidiana. O bisogna pure dimenticare che 48 ore fa Di Maio asseriva che con la Lega si potevano fare grandi cose????!!!??? E 48 0re dopo chiude con i leghisti populisti e rivolge le sue attenzioni al PD. Credo che il PD abbia preso atto di un fatto importante: la rottura definitiva delle sciocche trattative tra due populismi di marca diversa ed opposta: grillisti e leghisti. La prima fase è chiusa; il Capo dello Stato dà incarico a Fico per un ultimo giro di valzer; alla fine il PD, o parte di esso, prende atto della nuovissima realtà ed apre al suo interno un confronto. Dal confronto emerge chiaramente un disaccordo totale che distingue i responsabili del partito. Tanti accettano il confronto; tanti altri hanno posto l’astag e scritto: #senza di me. Cosa farà la base: basti seguire Facebook e twitter per capire che la stragrande maggioranza ha posto l’astag: #senza di me.
Martina prende tempo: “Decideremo il 3 maggio”Non sapiamo come la pensa la base: basti seguire Facebook e twitter per capire che la stragrande maggioranza ha posto l’astag: #senza di me.NON SERVE NESSUN SONDAGGIOultima modifica: 2018-04-26T16:24:34+02:00da bezzifer
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