Siamo davvero arrivati a tanto? Siamo davvero alla fine? E siamo almeno coscienti di quanto sta avvenendo?

CUPIO DISSOLVI.A sinistra oggi c’è il desiderio di non esserci di scomparire. Lasciamo vincere la Casaleggio?

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Cupio dissolvi: desiderio di scomparire, di essere dissolto, di non esserci,di castrarsi con le proprie mani. Quale locuzione potrebbe adattarsi meglio alla presente situazione del PD? Tutto congiura in tal senso: dalle oggettive difficoltà politiche e relazionali alle futili e ridicole discussioni su cene, panini, e quant’altro.

Si sta realizzando quello che a mio parere è sempre stato l’obbiettivo primario della coppia Grillo-Casaleggio padre: distruggere il PD e prenderne il posto.In un decennio, e con alterne fortune (il Maalox di Grillo nel 2014!), l’attacco è quasi completato. Un’ azione avvolgente: dall’esterno, tramite il movimento, il sistema dell’informazione compiacente, i social manovrati scientificamente e dall’interno, giocando facile sulla storica rissosità della sinistra e sulla totale incapacità di fare gioco di squadra.

In assenza di colpi di reni, di scatti di orgoglio, di tardive resipiscenze, il PD si avvia a scomparire, lasciando il posto a due, tre o più raggruppamenti minori, scollegati, scoordinati e in lotta tra loro. Facile preda del Movimento di Grillo e Casaleggio, che potrà quindi dire conclusa la “Grande Caccia ad Ottobre Rosso”.

I due para-guru potranno accreditarsi come la moderna sinistra, populista, non più riformista ma rivoluzionaria, fautrice della democrazia diretta, dell’uno vale uno, ma saldamente in pugno degli algoritmi di Rousseau e della volontà dei due padroni del vapore. Alla faccia di quei pochi (uno sono io) rimasti a sperare e credere in un mondo moderno, progressista, riformista, civile, tollerante, accogliente, illuminista.

Fine della storia. Siamo davvero arrivati a tanto? Siamo davvero alla fine? E siamo almeno coscienti di quanto sta avvenendo?

La risposta sta a tutti noi, cittadini, militanti, simpatizzanti, dirigenti, intellettuali, opinionisti, maître-a-penser, dotti, medici e sapienti. Mai la sinistra è stata così sotto attacco e mai ha così stentato ad accorgersi del pericolo e correre ai ripari.

Sembra che non voglia farlo, che la rassegnazione stia vincendo.

Cupio dissolvi, appunto. Servirebbe ritrovare il bandolo, parlare con parole chiare, servirebbero orgoglio, serenità, coraggio, anche un po’ di incosciente ottimismo.

E servirebbe un leader, vero, forte, autorevole, riconoscibile e soprattutto riconosciuto.E ce si chiama RENZI.

Non se ne può fare a meno: guardiamoci intorno nel mondo e vedremo, nel bene e nel male, leader che esercitano la loro leadership.A Renzi non l’hanno permesso,e dal interno del partito,cose del altro mono

Lo spazio politico, inteso come persone alle quali rivolgersi (RENZI), c’è ancora, si restringe di giorno in giorno, ma c’è e può essere sviluppato. Oggi l’opinione pubblica è volatile più che mai. Ma con le gestioni collegiali, col dibattito continuo e inconcludente, con le puntualizzazioni pedanti, con la perenne conflittualità, con i personalismi tipo “capponi di Renzo” (ho detto il Renzo manzoniano!) non si va da nessuna parte, ci si dissolve e basta. È pura illusione pensare di tornare al governo del Paese in queste condizioni.

E allora, rinunciamo, ci arrendiamo o vogliamo provare a reagire?

Vogliamo provare a rimettere insieme i cocci delle ammaccate anime della sinistra? Parlo dell’anima socialista, di quella liberal democratica, di quella cattolico-solidaristica?O vogliamo continuare a guardarci in cagnesco, convinti ognuno di avere in tasca l’unica vera Verità? Si può recuperare un po’ dello spirito della Resistenza, che derivava da Gobetti, Gramsci, Matteotti, Sturzo?

Sono quasi cent’anni che sbattiamo la testa contro gli stessi problemi e non riusciamo a superarli. Abbiamo vissuto le peggiori esperienze della storia umana e siamo ancora qui a litigare su ugualitarismo o meritocrazia, imprenditorialità o assistenza, Stato o iniziativa privata, sicurezza o tolleranza.

Come se non fosse chiaro abbastanza che solo l’equilibrio tra queste esigenze può migliorare la vita delle persone. È l’essenza della democrazia moderna. Oltre c’è la democratura: più facile, più semplice. E poi: “Prima la linea, poi il leader!” “No, prima il leader, poi la linea!” Uovo, gallina, gallina, uovo.

Quando in USA è comparso Obama, quasi dal nulla, nessuno s’è posto simili problemi: si è imposto lui, la sua persona, le sue idee, i suoi progetti, i suoi sogni, ed ha convinto. E di conseguenza ha vinto.

Qui da noi, dov’è un Barack Obama? E se ce l’avessimo, gli daremmo spazio o faremmo di tutto per demolirlo? E GIÀ SUCCESSO ED E MATTEO RENZI

Di nuovo, la risposta è in mano nostra. Quos Deus perdere vult, dementat prius (a quelli che vuole rovinare, Dio toglie prima la ragione).O troviamo il modo di rinsavire o dovremo vivere in un mondo che non ci piacerà affatto.

Siamo davvero arrivati a tanto? Siamo davvero alla fine? E siamo almeno coscienti di quanto sta avvenendo?ultima modifica: 2018-09-19T17:08:55+02:00da bezzifer
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