Il 30 settembre contro l’assalto di M5S e LEGA al cuore dello Stato.Il tempo che è passato dall’ideazione della manifestazione ha cambiato qualche termine della situazione e del quadro politico

L'immagine può contenere: 1 persona

Pd: Renzi, il 30 sarò in piazza con voi, basta con la rassegnazione.

Che ne direste, compagni che dirigete il Pd, di precisare e concretizzare l’oggetto della manifestazione del 30 settembre? Era stata pensata in epoca diversa e rifletteva una giusta preoccupazione: quella del bullismo di Salvini, delle sue politiche di odio e, in seguito a tali politiche, dell’isolamento internazionale dell’Italia. Forse, tra i propositi della manifestazione, c’era anche la speranza, concentrando il fuoco su Salvini, di allargare il contrasto con la cosiddetta “sinistra dei 5 Stelle” e, così, allargare le crepe nella maggioranza. Proposito, purtroppo, velleitario, illusorio e infantile. Ma questo è un altro discorso.

La cosa importante, invece, è un’altra: il tempo che è passato dall’ideazione della manifestazione ha cambiato qualche termine della situazione e del quadro politico. E ha fatto emergere delle urgenze che andrebbero valutate, soppesate e considerate. Non è venuto meno il pericolo Salvini. Per niente.

Diciamo che si è ingigantito e, ormai troneggia, il pericolo 5 Stelle. E, in esso purtroppo, fa la sua figura la paternità (su tale pericolo) proprio di quella “sinistra dei 5 Stelle” che, ormai da tempo, illude, lusinga, seduce disegni e progetti di una parte importante del Pd.

Che cosa è successo di nuovo? Che è balzata, al centro dell’agenda politica, la legge di Bilancio: il cuore della politica pubblica, il documento fondamentale di governo, il contenitore di scelte che hanno un impatto, decisivo ed immediato, sulle prospettive del paese, la stabilità economica, il rapporto con i partners e le condizioni di milioni di cittadini. E cosa va emergendo? Che sulla legge di Bilancio i sogni svaniscono: Salvini farfuglia e arranca imbarazzato ma i 5 Stelle fanno il dominus. E si precisa una natura del governo che molti, nella generosa illusione di vedere contraddizioni propulsive tra Lega e 5 Stelle, anche tra noi hanno sottaciuto: il pericolo, specifico e localizzato, dei grillini è uguale, se non superiore, a quello rappresentato da Salvini. Perché “forse superiore”? Perché la politica economica, la legge di Bilancio, le politiche della crescita e degli investimenti sono, in una gara mortificante di insipienza e pericolosità tra i due partiti di governo (lo ammetto) sarebbero, leggermente”, si fa per dire, più importanti e dirompenti del bullismo di Salvini.

Ma tralasciamo le classifiche tra loro e veniamo alla sostanza: oggi il pericolo dei 5 Stelle è quello vivo, attuale e concreto. Siamo arrivati al nodo vero della situazione economica: le rivendicazioni, le promesse elettorali (trattate come cambiali da pagare ad ogni costo), le richieste dei 5 Stelle sono la mina che può farci deflagrare.

Il reddito di cittadinanza è incompatibile con ogni ragionevole equilibrio della Legge di bilancio. E la pretesa di imporlo al ministro Tria ci conduce alla esplosione di ogni ragionevole prospettiva di stabilità. Coniugato con le follie di decrescita (revisione e fermo degli investimenti, delle infrastrutture e delle opere pubbliche) e con il tentativo demente di “trovare” i soldi per finanziare il sussidio saccheggiando e prosciugando le risorse previste per trattare la “ povertà’ “ in modo più razionale del reddito e delle pensioni di cittadinanza (80 euro, Rei, Naspi, ammortizzatori sociali ecc), fanno dei 5 Stelle un ordigno esplosivo per l’economia del paese. E, tralasciamo pure, la attiva creazione di disoccupazione attuata col “decreto dignità”.

Ma a tutto questo, alla concreta minaccia economica per i cittadini comuni (spread, decrescita, disoccupazione) rappresentata dalla politica dei 5 Stelle (che, per la verità, Cgil e sinistra Pd potevano evincere anche prima della Legge di Bilancio) si aggiunge oggi un fatto enorme: l’assalto, per finanziare promesse elettorali impossibili, al cuore dello Stato, alle funzioni indipendenti, di garanzia e autonome, dei dirigenti e dei funzionari pubblici. Neppure il fascismo arrivò a minacciare la Ragioneria dello Stato.

E’ allarmante come un gruppo politico, in nome del 30% dei voti ricevuti, si ritenga in diritto di intimidire, minacciare, richiamare al servilismo politico gli impiegati pubblici, i funzionari della comunità europea, i capi di aziende private, giornali. In nome dei voti ricevuti. Se non è dispotismo autoritario questo… E tutto per la pretesa di imporre promesse elettorali impossibili da tradurre in provvedimenti di legge. Pena il default dell’economia.

A memoria: non rinvengo, se non nei momenti più bui della storia della Nazione, qualcosa di analogo al pericolo che il gruppo dirigente dei 5 Stelle rappresenta. E, ahimè, non limitato a Di Maio. La “sinistra dei 5 Stelle” che ha il suo leader nel presidente Fico, è il vero portabandiera delle dissennate e irrealizzabili politiche “sociali” dei 5 Stelle. Smettiamola di spargere illusioni. Chiedo a Martina (e alla Direzione del Pd) non sarebbe il caso di aggiornare l’odg della manifestazione del 30 settembre: aggiungere al rifiuto dell’odio (Salvini) il rifiuto del fallimento economico, della decrescita e del pericolo autoritario (Di Maio)? E di attualizzarne gli obiettivi: chiedere le dimissioni di Casalino e le scuse pubbliche dei 5 Stelle allo Stato?

‘Daspo per i corrotti? Va studiato, d’accordo su severità’

“Il 30 settembre sarò ovviamente in piazza, basta con la rassegnazione nel Pd, in piedi, al lavoro e basta polemiche interne”. Così Matteo Renzi a ‘Circo Massimo’ su Radio Capital parlando della manifestazione contro il governo promossa dal partito a Roma.

“Se ci sono proposte politiche concrete e serie su cui siamo d’accordo dobbiamo votare a favore, dobbiamo essere onesti per valutarle. Sul Daspo per i corrotti, sull’essere duri sulla corruzione sono d’accordo. Ma va studiato” il provvedimento presentato dal governo.

“E’ una barzelletta che non vogliamo fare il congresso a febbraio. Ho sempre detto che chiunque vinca il congresso non deve subire il trattamento che ho subito io in questi anni, con milioni di voti presi e per due volte mi hanno fatto la guerra. Hanno spalancato le porte al populismo. Quando si fa il congresso lo decide Martina”.

“Non vi libererete di me’ è riferito a chi in maggioranza dice il Pd é morto e Renzi è finito, l’opposizione non c’è. Non si libereranno di noi. Manca il governo, non l’opposizione. Urlo con forza che con questi non solo non facciamo un governo, ma facciamo opposizione dura”. “E’ fisiologico dopo sei mesi di autoanalisi della sconfitta iniziare a fare opposizione. Sono contento che ci siano grinta e determinazione”, ha aggiunto. Sui sondaggi che continuano a dare a M5S e Lega assieme oltre il 60 per cento dei consensi, Renzi ha commentato: “Anche la mia esperienza dice che il vento del consenso cambia rapidamente”.

Il 30 settembre contro l’assalto di M5S e LEGA al cuore dello Stato.Il tempo che è passato dall’ideazione della manifestazione ha cambiato qualche termine della situazione e del quadro politicoultima modifica: 2018-09-25T10:09:54+02:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share