Come ai tempi di Rosa Parks. “Sei di colore, vai a sederti in fondo”

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L’episodio, sostenuto da due testimoni, su un bus da Trento a Roma: una donna si rifiuta di far sedere al suo fianco un senegalese con regolare biglietto.«Fatto gravissimo, che purtroppo ricorda molto la segregazione razziale. Ci sono dei tabù che stanno venendo meno, e lo dico con enorme rammarico. Finiamola con l’equazione sicurezza=immigrazione»

IL FATTO LA STORIA LA DOCUMENTAZIONE IL RACCONTO DEI RAGAZZI.La corriera arriva puntuale, salgo, mostro il biglietto all’autista e vado a sedermi al mio posto pronta per il lungo viaggio. Assieme a me salgono anche altre persone, tutte puntualmente seguono il mio stesso iter e si siede. Tra queste persone sale pure Mamadou, un ragazzo senegalese di 25 anni. Mamadou dopo aver mostrato il biglietto all’autista si dirige al suo posto, fa per sedersi quando… “qui no. Vai via, vai in fondo.”. Ad esclamarlo è quella che dovrebbe essere la sua vicina di posto: una signora italiana verso la quarantina con capelli rossicci.
Questa donna si rifiuta di farlo sedere motivando più volta perché di colore e perché “di un’altra religione”. Io rimango incredula seduta incapace (e me ne scuso) di intervenire, la signora sbraita, il ragazzo piange. 
Ma come si dice “al peggio non c’è mai fine” perché il peggio arriva: viene chiamata addirittura la polizia! Il ragazzo continua a piangere, è stanco.
La polizia arriva e fortunatamente tutto si risolve spostando di posto il ragazzo, facendolo sedere vicino a me, e che vicino alla signora si sedesse Anna. 
Ora sono qui, a metà viaggio con il ragazzo vicino. Si chiama Mamadou, ha 25 anni, è nato in Senegal ma vive da 15 anni a Bolzano. Lavora da qualche anno con orari e ritmi molto pesanti: monta i forni per un’azienda locale. Mi ha detto con gli occhi lucidi che è stufo, che è stanco di questa cattiveria, che lui non voleva fare nulla semplicemente andare a Roma come tutti noi a trovare un suo amico. “credimi, non faccio nulla di male. Non sono cattivo. Voglio solo sedermi e riposare perché sono stanco.”.

Quando a scuola leggevo di Rosa Parks e degli autobus con posti riservati vedevo quella società lontana anni luce dalla nostra e mi dicevo “per fortuna ora non è così”. Quanto accaduto oggi su questo flixbus mi fa rattristisce, mi fa tornare indietro a quei tempi e mi fa capire che forse non siamo mai cambiati, che non c’è fine alla cattiveria umana.
Un ragazzo normalissimo, con i propri sogni, con la voglia di imparare bene l’italiano e di mettersi in gioco, proprio come me.

(Al giorno d’oggi è la cosa più facile da fare puntare il dito contro uno “diverso”, c’è chi fa propaganda solo sul razzismo.)

Siamo davvero finiti in un modo così? 
Stiamo tornando indietro, forse è questo il cambiamento di cui tanto si parla in giro.

“Sei di colore, vai a sederti in fondo”. Parole pronunciate in Italia, nel 2018, su un bus da Trento diretto a Roma. Così simili, seppur in un contesto totalmente differente, da quelle del primo dicembre 1955 quando a Motgomery (Usa) la sarta Rosa Parks, che occupò il primo posto della fila riservata ai bianchi perché non ne trovò uno libero, si rifiutò di obbedire al comando dell’autista che le ordinò di lasciare il posto a un bianco e andarsi a mettere proprio in fondo al pullman.

Ma se nell’America di allora quest’episodio era legato alle leggi razziali quello avvenuto a Trento un paio di giorni fa, per usare le parole di chi l’ha raccontato, appare come un gesto di puro “odio” e paura per il “diverso”. razzismo condito col fascismo

LE MIA OPPINIONE «In queste mesi di governo gialloverde  ho percepito fenomeni di questo tipo con pulsioni fasciorazziste, E devo pur troppo anche constatare che nel discorso pubblico si stanno sdoganando certe tossine. Io dico che ci sono persone perbene e persone che delinquono, tra gli italiani e tra gli stranieri. Bisogna però smetterla di promuovere l’equazione “sicurezza uguale immigrazione”, perché è falsa e confonde le idee. Un punto deve essere chiaro: tutte le persone hanno pari dignità indipendentemente dal colore della pelle. Da questo non si può retrocedere»

Non chiamatelo Fascismo. È necessario chiarire alcune cose sulla paura di un ritorno al fascismo con Lega e 5 Stelle al Governo. Dobbiamo smetterla di nominare il fascismo. “Le due cose non sono minimamente paragonabili, né assimilabili; il fascismo, lo sappiamo tutti, è stata “una cosa brutta”.

Vi rispondono questo, se siete fortunati. Se beccate il fascista convinto, ovviamente vi dirà che “sì, è proprio così, ci stiamo riprendendo il Paese, anche se il Duce… il Duce, quello vero, era un’altra cosa.”

L’italiano medio questo sa del fascismo: “una cosa brutta”. Oppure “i treni passavano in orario”. E poco più.

L’italiano medio un po’ più istruito al massimo sa che il fascismo è stato “una cosa bruttissima”, perché si è sempre detto così.
Non lo ha studiato, nella migliore delle ipotesi ha studiato il fascismo alla fine della scuola, cazzo se fa caldo a maggio, cazzo che stress imparare tutte quelle cose in vista dell’esame, cazzo tra poco arriva l’estate, cazzo i libri li brucio e non li voglio più vedere!

L’italiano medio, quello che condivide fake news e che con convinzione sostiene questo governo scrivendo “Amen”, quando si sente chiamare fascista, non si riconosce assolutamente nella definizione.
L’Italiano medio che vota Lega/5stelle si smarca dalla definizione di fascismo, perché non ha la più pallida idea di che cosa sia stato il fascismo.

Se voi gli dite che è “fascista” quello pensa “brutto” o al massimo “fake news”, pensa che chi lo accusa stia dalla parte dei sinistri, che ha stato il PD.

Non chiamatelo fascismo, è una parola priva di significato per la maggior parte degli italiani.

L’italiano medio crede che il fascismo sia una cosa tipo i 7 re di Roma, Napoleone, l’unità d’Italia che so io, Garibaldi, le guerre puniche, cazzo ve le ricordate le guerre puniche?

Se gli italiani avessero studiato il fascismo, saprebbero che il regime nacque in un periodo di grande sfiducia verso la politica per completare il disegno di «un uomo al quale interessava soltanto il potere. Arrivarci da destra o da sinistra, era indifferente» (Indro Montanelli). Un po’ come il giovane comunista antimeridionale padano Salvino, poi diventato amico dei meridionali e dei Casapound, un po’ come il Movimento 5 Stelle, che nasce come Movimento “né di destra, né di sinistra, è indifferente”.

Se gli italiani avessero studiato il fascismo, saprebbero che il regime costruì il proprio consenso eliminando un po’ alla volta tutti quelli che esprimevano idee contrarie o aggredendoli pubblicamente, minacciandoli. Un po’ come è accaduto a tante voci dissidenti, così vado a memoria, Laura Boldrini, Chef Rubio, la Consigliera napoletana Eleonora de Majo, il Procuratore Patronaggio, il Sindaco di Riace Mimmo Lucano, Roberto Saviano, l’attore Michele Riondino, Gino Strada, Maurizio Acerbo, Don Massimo Biancalani definito “ ll prete amico dei migranti”, Lello Arena, Beppe Fiorello, Pif, Cristina Parodi, il ricercatore Raffaele Ariano, Ilaria Cucchi, e moltissimi altri, tutti protagonisti dei post di Matteo Salvini.

Se gli italiani avessero studiato il fascismo, saprebbero che chiunque fosse contro il cattivismo fascista, veniva definito “pietista”, “nemico della patria”. Un po’ come oggi usano le parole “buonista” e “amico del PD”. Per loro noi siamo “zecche comuniste, radical chic, pdioti”. Sono diventati ciechi, sordi e ubbidienti come non mai. Come lo erano i fascisti durante il ventennio.

Se gli italiani avessero studiato il fascismo saprebbero che il regime si instaurò alimentando paure, orientando ostilità verso nemici scelti su misura, si andava dall’etnia all’orientamento sessuale a un’intera nazione. Proprio come fanno alcuni esponenti del governo Lega e 5s contro i migranti, gli omosessuali e i rom, contro la Francia, la Germania, Bruxelles, contro i poteri forti. I POTERIFORTI. Fanno credere ai loro elettori che vi sia una cospirazione mondiale contro gli straordinari progetti di menti brillanti come Toninelli e Rocco Casalino.

Se gli italiani avessero studiato il fascismo, saprebbero di aggressioni violente, di incarcerazioni e di spedizioni punitive ai danni dei nemici. Come quelle del 22 settembre quando aggrediscono la parlamentare europea Eleonora Forenza a Bari, il 2 giugno a Reggio Calabria quando uccidono sparando al sindacalista Soumayla Sacko, l’11 giugno a Caserta quando sparano su due ragazzi maliani gridando “Salvini, Salvini!”, il 20 giugno a Napoli quando sparano con una pistola a piombini allo chef maliano Konate Bouyagui, il 2 luglio a Forlì quando sparano a una ragazza nigeriana con un fucile ad aria compressa, il 5 luglio a Forlì quando sparano a un ragazzo ivoriano in bicicletta, l’11 luglio a Latina Scalo quando sparano a due ragazzi nigeriani che aspettano l’autobus, il 17 luglio a Roma quando un uomo “prova” la sua arma a piombini contro una bambina rom di 13 mesi, il 26 luglio a Vicenza quando sparano a un operaio capoverdiano, il 26 luglio a Palermo quando picchiano un ragazzo senegalese di 19 anni mentre lavora, gridandogli “tornatene a casa tua”, il 29 luglio ad Aprilia quando ammazzano di botte un marocchino. E mi fermo perché anche solo uno degli episodi citati dovrebbe bastare, per poter parlare di aggressioni razziste e fasciste. Ma loro non sanno nemmen cosa sia il razzismo.

Saprebbero dell’Oro alla Patria nel 1935, saprebbero della stupidità degli italiani che credettero in Mussolini fino al punto di regalare all’Italia le proprie ricchezze in oro, finanche le proprie fedi nuziali. Un po’ come faranno gli esponenti di Lega e 5s che, per coprire il buco enorme che stanno creando, per trovare le coperture alle loro manovre scellerate, hanno già dichiarato che potranno contare sugli italiani.

Saprebbero delle vergognose leggi razziali, se avessero studiato il fascismo. Come vietare ai bambini stranieri di Lodi di mangiare a mensa come tutti gli altri bambini, chiudere i negozi “etnici” alle 21 di sera.

Saprebbero delle vergognose deportazioni, un po’ come espellere i migranti accolti a Riace, e distruggere di fatto una delle poche cose prodotte dalla politica italiana per cui ci saremmo potuti vantare nel mondo.

Non chiamiamolo fascismo, chiamiamoli Lega e 5 Stelle, ci penserà la Storia a raccontarli per quello che sono. State certi che proveranno imbarazzo un giorno ad essere riconosciuti come sostenitori di questo governo, proveranno a cambiare nome e pelle un’altra volta proprio come fecero i fascisti, i democristiani, i berlusconiani prima di loro. Un ripetersi all’infinito di finti cambiamenti da “bisogna che tutto cambi perché nulla cambi”.
Un giorno esisterà il reato di apologia di Leghismo probabilmente, cominciamo a batterci per questo.

Non possiamo più perdere tempo a spiegare il perché crediamo che la democrazia sia in pericolo, lo sappiamo che è così, non abbiamo bisogno di nient’altro.

Il Titanic affonda, mentre loro suonano la musica e ballano festeggiando il cambiamento, noi non possiamo starcene qua a gridare che stiamo affondando. Non ci salveremo gridando e basta. Dobbiamo prepararci alla lotta, dobbiamo prepararci alla Resistenza. E sappiamo come si fa, lo abbiamo studiato. Lo facciamo da uomini liberi e donne libere, lo facciamo da partigiani e da partigiane.

Come ai tempi di Rosa Parks. “Sei di colore, vai a sederti in fondo”ultima modifica: 2018-10-18T18:38:23+02:00da bezzifer
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