APPUNTAMENTO AL 10 NOVEMBRE Sabato manifestazione pro-Tav e contro i 5 stelle.Cresce l’insoddisfazione per l’immobilismo dei grillini. L’Italia verso la recessione.

APPUNTAMENTO AL 10 NOVEMBRE Sabato manifestazione pro-Tav e contro i 5 stelle e lega. Cresce l’insoddisfazione per l’immobilismo dei grillini e l’arroganza della lega (il primo passo verso la dittatura).CHE PORTA L’Italia verso la recessione.TORINO GUIDA LA SVOLTA.Immobilismo e tagli stanno emarginando la città, governata da oltre due anni dai 5 stelle. Ora parte la protesta. Un esempio per l’intera nazione.

Si sta realizzando un’inedita comunanza di intenti tra tutti i ceti produttori del territorio. Ceto medio (che ormai comprende tutti), imprenditori, artigiani, sindacati (in parte), operatori del turismo e della cultura, tutti spaventati e coscienti che la città stia rischiando l’irrilevanza, il declino, la scomparsa dalla scena delle grandi metropoli europee e mondiali.

Esagerato? Non la pensano così quelli che qui vivono, anche se mezza città ha scelto inopinatamente, due anni e mezzo fa, di affidarsi ad una classe dirigente improvvisata e raccogliticcia. Molti sono pentiti e sentono il dovere di dirlo.

Non è un movimento organizzato, non ci sono Partiti ed Associazioni che egemonizzano lo scontento, sono (siamo) in tanti a voler rendere esplicito lo scontento, il fastidio di essere emarginati, di non avere un progetto, un futuro, una vocazione. Per ora possiamo constatare che la parte più attiva, più impegnata, della città è stufa e vuole cambiare.

Torino è il luogo ideale, per storia, per cultura, per attitudine mentale vorrei dire, a sperimentare quell’ “alleanza tra produttori” di cui alcuni illuminati (Gianni Agnelli, Guido Carli, Ugo La Malfa, Luciano Lama) parlavano, forse con troppo anticipo sui tempi, già quarant’anni fa.

Torino è un posto dove la gente è abituata a lavorare e andare avanti, semplicemente. Semmai mugugna, non è mai contenta, ma non si ripiega su se stessa.

È sempre stato così, negli anni Sessanta con il boom e l’immigrazione dal Sud, nei Settanta con le lotte operaie e l’unità contro il terrorismo, negli Ottanta, quando per prima qui si scoperchiò la pentola di tangentopoli, nei Novanta, quando con un Sindaco “imprevisto”, non politico e di rottura come Valentino Castellani, professore di ingegneria elettronica al Politecnico, Torino seppe reinventarsi dopo la crisi dell’industria automobilistica.

Torino è entrata nel nuovo Millennio con la magnifica esperienza delle Olimpiadi del 2006, scommessa un po’ folle, ma vinta alla maniera grande, città trasformata in città mondiale, abitudini stravolte, perfino orari e ritmi della vita modificati rispetto ai rigidi turni di Mirafiori.

Città ordinata, ben amministrata, capace di produrre non solo auto ma anche satelliti e sonde spaziali, turismo e cultura sopraffina. Troppa grazia! Al primo segno di stanchezza, la punizione.

E ora, oltre due anni penitenziali coi 5 stelle, nuove Olimpiadi perse per paura delle responsabilità (mascherata da uno stupido puntiglio pseudo-campanilistico), l’assurda, incredibile, ingiustificabile opposizione alla TAV Torino-Lione, come fosse il demonio e non la logica e naturale evoluzione di un sistema di trasporti europeo, niente grandi eventi, tagli alla cultura. Ridotti a portare come vanto lo spettacolo dei droni di San Giovanni al posto dei fuochi d’artificio!

Ce n’è d’avanzo per dire basta. E lo diremo, speriamo con un mare di gente, sabato mattina in Piazza Castello. L’Italia (e non solo) guarderà con interesse e un po’ di trepidazione a quello che succederà qui. Ho già detto che non sarebbe la prima volta per Torino indicare la strada al Paese.

APPUNTAMENTO AL 10 NOVEMBRE Sabato manifestazione pro-Tav e contro i 5 stelle e lega.

Verso aprile dell’anno prossimo, se non prima, l’Italia va in recessione. L’economia è ferma, a zero, da luglio, e non ci sono segni di ripresa. Da tutte le parti arrivano segnalazioni negative. Il governo, invece, lavora sull’ipotesi di una crescita superiore all’1,5 per cento. Ma sarà recessione.

Da alcune parti, ad esempio Federlegno Veneto, arrivano proposte di buon senso: sospendere l’applicazione del nefasto provvedimento “dignità” di Di Maio almeno per tutte le regioni colpite dal disastro di questi giorni.

Ma il governo non ascolta nemmeno. Si lacera, invece, su cose da talebani: abolire la prescrizione (così tutti saremo sotto processo a vita) o sulla necessità di armarsi e di sparare a chi entra in casa. Evidentemente due emergenze…

La recessione, invece, va bene. Non si fa niente. E qui sorgono due problemi:

1- Probabilmente i gialloverdi pensano che alla fine, se si andrà al voto europeo in recessione, la cosa faccia al caso loro: potranno sempre dire che è colpa dell’Europa, che non li ha lasciati liberi di fare le loro sciocchezze.

2- Alla luce di quanto appena detto, viene anche il sospetto che la corsa verso la recessione, sotto sotto, sia aiutata dal governo.

Purtroppo, la situazione è quello che è e non ci sono molti rimedi. Si sono aperte però possibilità nuove:

1- La prima è la nascita a Torino del fenomeno 10 novembre, data della manifestazione spontanea contro i 5 stelle che amministrano la città e contro il loro immobilismo. Non si sa ancora come andrà, ma si spera che ci sia grande concorso di folla e che il fenomeno 10 novembre sia l’inizio di una sorta di ribellione popolare contro questi talebani di provincia.

2- Negli Stati Uniti l’onda blu dei democratici non si è vista, ma nemmeno quella rossa di Trump, che ha perso il controllo del Congresso. Insomma, forse la grande ondata populista mondiale si sta esaurendo.

3- Alla luce di tutto ciò, sta nascendo l’idea di votare, insieme alle europee, anche per le politiche, cioè a maggio elezioni politiche generali. Per arrivarci serve una crisi di governo e un accordo Lega-Pd sulle nuove elezioni.

4- Una follia? Può essere. Ma i 5 stelle sono in gravi difficoltà, oltre al movimento 10 novembre, anche a Roma si stanno muovendo gruppi spontanei molto arrabbiati. La situazione non è più quella del 4 marzo. Si può ripartire. Forse non proprio dal Pd e non proprio da Renzi. La storia produce i suoi leader in modo autonomo.

5- Nella società, e questa è la cosa importante, c’è movimento, agitazione, insoddisfazione. En marche?

APPUNTAMENTO AL 10 NOVEMBRE Sabato manifestazione pro-Tav e contro i 5 stelle.Cresce l’insoddisfazione per l’immobilismo dei grillini. L’Italia verso la recessione.ultima modifica: 2018-11-07T18:19:21+01:00da bezzifer
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