Abbiamo voluto la manovra del cambiamento, ora prepariamoci al disastro.BRAVI ITALIANI Almeno abbiate la decenza di non lamentarvi, dopo.

Abbiamo voluto la manovra del cambiamento, ora prepariamoci al disastro

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Ripresentando alla Commissione Europea una legge di bilancio tale e quale a quella che è stata bocciata ci siamo condannati a anni difficilissimi. Interessi altissimi, declassamenti, recessioni: ecco quanto ci costeranno provvedimenti dannosi come Quota 100 e inutili come il reddito di cittadinanza

Un consiglio: quando i nodi arriveranno al pettine, quando questa manovra del cambiamento mostrerà davvero gli effetti che ha prodotto, non incolpate i mercati, l’Europa, i poteri forti, le cavallette, i giornalisti o il Pd del disastro. Incolpate voi stessi che l’avete prima voluta, poi difesa nel principio, che qualunque cosa andava bene purché si disobbedisse alle regole europee, purché si facesse qualcosa di diverso, purché si sperimentasse l’alternativa.

No, non siete diversi da chi spera di guarire da un tumore con acqua e limone, o dall’influenza con l’omeopatia. Siete vittime del medesimo pensiero magico, della medesima convinzione, irrazionale e paranoica, che la soluzione sia semplice, che ci si possa salvare senza dolore e senza sacrifici, che le alternative ci siano precluse da chissà quali forze oscure che ci vogliono indebolire per controllarci meglio. Che l’Italia, alla fine, se la caverà sempre e comunque.

Non è così, ci dispiace. E ora che il dado è tratto, che quell’abominio politico e contabile che prende il nome di manovra del cambiamento è tornata in Europa tale e quale, coi suoi saldi invariati, dovete essere consapevoli delle conseguenze cui avete destinato voi e i vostri figli. Dovete sapere che le prospettive di crescita del governo sono frutto di un’impostura, che non arriveremo mai all’1,5% e che qualunque previsione sul prossimo anno dice che a fatica raggiungeremo l’1%. Questo vuol dire che il rapporto deficit/Pil per il 2019 non sarà mai del 2,4%. Forse sarà del 2,6%, come dice l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, forse arriverà a lambire le colonne d’Ercole del 3%, forse addirittura a superarle.

Se, come preconizza il Fondo Monetario Internazionale, uno shock anche modesto “aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce”, un eventuale rallentamento dell’economia si trasformerebbe rapidamente in una recessione

Il risultato? Saremo costretti a indebitarci più di quanto prevediamo, per coprire quei costi in eccedenza. E siccome abbiamo già un debito pubblico enorme, il costo del rifinanziamento sarà ancora più salato di quanto lo sia ora, con lo spread a 300. Anche perché, non dimentichiamolo, il Quantitative Easing di Mario Draghi sta finendo e la Bce smetterà di comprare i nostri Btp in scadenza. Tradotto: ci indebiteremo di più per pagare gli interessi sul debito, non per quota 100 o per il reddito di cittadinanza.

Non è finita qua, però. Se, come preconizza il Fondo Monetario Internazionale, uno shock anche modesto “aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce”, un eventuale rallentamento dell’economia si trasformerebbe rapidamente in una recessione. In altre parole, se le cose dovessero peggiorare, ci toccherebbero cure da cavallo che ci salverebbero dal default, ma che preluderebbero a una nuova crisi dell’economia reale. Una specie di 2011-2012, ma peggio, tanto per essere chiari.

A questo, ciliegine sulla torta, aggiungete il più che probabile ulteriore declassamento del nostro debito sovrano da parte delle agenzie di rating, col rischio concreto di finire tra i titoli spazzatura, e le sanzioni della Commissione Europea per debito eccessivo – mai affibbiate a nessun Paese: saremmo i primi – che La Stampa oggi stima nell’ordine dei 60 miliardi. Non ci vuole un veggente per capire cosa succederebbe dopo: una grande fuga di capitali e imprese, spaventate dalla possibilità che il governo, per far saltare il banco, decida l’uscita dall’Unione Europea, o anche solo la minacci.

Questo è quello che abbiamo voluto, questo è quello che otterremo. E questo è quello che ci aspetta, più o meno, nel nome di una Quota 100 che non esiste e di un reddito di cittadinanza che chissà quando e come vedrà la luce. Almeno abbiate la decenza di non lamentarvi, dopo.

Quando questa manovra del cambiamento mostrerà davvero gli effetti ed i nodi verranno al pettine, non incolpate i mercati, l’Europa, i poteri forti, i giornalisti o il Pd del disastro. Incolpate voi stessi che l’avete prima voluta, che qualunque cosa andava bene purché si disobbedisse alle regole europee, purché si facesse qualcosa di diverso, purché si sperimentasse l’alternativa.
Questi qua sono come quelli che sperano di guarire da un tumore con acqua e limone. Siete vittime della convinzione, che la soluzione sia semplice, che ci si possa salvare senza dolore e senza sacrifici, che le alternative e che esistono chissà quali forze oscure che ci vogliono indebolire per controllarci meglio. Ma che l’Italia, alla fine, se la caverà sempre e comunque.
Non è così, peccato. E ora che il dado è tratto, che quell’aborto politico e contabile che prende il nome di manovra del cambiamento è tornata in Europa tale e quale, coi suoi saldi invariati, dovete essere consapevoli delle conseguenze cui avete destinato voi e i vostri figli. Le prospettive di crescita del governo sono frutto di una bugia, non arriveremo mai all’1,5% e che se va bene la previsione sul prossimo anno dice che a fatica raggiungeremo l’1%. Quindi se il rapporto deficit/Pil per il 2019 non sarà mai del 2,4%. Forse sarà del 2,6%, come dice l’Ufficio Parlamentare di Bilancio, ma potrà persino sfiorare il 3%
Il risultato? Saremo costretti a indebitarci più di quanto prevediamo, per coprire quei costi in eccedenza. E siccome abbiamo già un debito pubblico enorme, il costo del rifinanziamento sarà ancora più salato di quanto lo sia ora, con lo spread a 300. Anche perché, non dimentichiamolo, Mario Draghi sta finendo di comprare i nostri Btp in scadenza. Tradotto: ci indebiteremo di più per pagare gli interessi sul debito, non per quota 100 o per il reddito di cittadinanza.
Non è finita qua, però. Se, come prevede il Fondo Monetario Internazionale, uno shock anche modesto aumenterebbe il debito aumentando il rischio che l’Italia sia costretta ad un consolidamento di bilancio maggiore quando l’economia si indebolisce”, un eventuale rallentamento dell’economia si trasformerebbe rapidamente in una recessione. Tradotto, se le cose dovessero peggiorare, ci toccherebbero cure da cavallo che ci salverebbero dal default, ma che preluderebbero a una nuova crisi dell’economia reale. Una specie di 2011-2012, ma peggio, tanto per essere chiari.
Aggiungete il più che probabile ulteriore declassamento del nostro debito sovrano da parte delle agenzie di rating, col rischio concreto di finire tra i titoli spazzatura, e le sanzioni della Commissione Europea per debito eccessivo – mai affibbiate a nessun Paese: saremmo i primi – che La Stampa oggi stima nell’ordine dei 60 miliardi. Ci vuole poco per capire cosa succederebbe dopo: una grande fuga di capitali e imprese, spaventate dalla possibilità che il governo, per far saltare il banco, decida l’uscita dall’Unione Europea, o anche solo la minacci.
Questo è quello che abbiamo voluto, questo è quello che otterremo. E questo è quello che ci aspetta, più o meno, nel nome di una Quota 100 che non esiste e di un reddito di cittadinanza che chissà quando e come vedrà la luce. Almeno abbiate la decenza di non lamentarvi, dopo.

 

LORO ADESSO Non mollo (la poltrona), noi tireremo dritto ( verso il baratro finanziario), ordine e legalita’ (per gli altri mentre mi tengo stretto i 49 milioni rubati), prima gli italiani ( poco tempo fa con il tricolore pulisco il……,), gli immigrati puzzano ( poco tempo fa puzzavano i meridionali), non molto tempo fa il cappio per i corrotti ( poi hanno condiviso tutte le leggi vergogna del periodo Berlusconiano).
Sta gente non conosce il senso della vergogna.SOLO SLOGAN “io me ne frego…noi tireremo dritto…..ora spezzeremo le reni alla EUROPA, “meglio un giorno da leoni che cento da pecora”…..e cosi’ via! curatelo assieme al di maio vagabondo inconcludente, impreparato, pericoloso e senza lavoro e senza titoli….” a casa!
Abbiamo voluto la manovra del cambiamento, ora prepariamoci al disastro.BRAVI ITALIANI Almeno abbiate la decenza di non lamentarvi, dopo.ultima modifica: 2018-11-14T12:52:29+01:00da bezzifer
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