La manovra dei gialloverdi: una truffa da magliari

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“Venditori di tappeti” era un complimento. Questi sono magliari. Due parole sullo stato dell’arte in ordine alla “manovra contro il popolo” (15 dicembre 2018)

Il punto sulla manovra.Un po’ di nebbia si sta diradando. Facciamo il punto fra noi sulla manovra di bilancio 2019.

1) E’ molto possibile che la temuta “procedura d’infrazione” sia evitata. Ancora non è detto perché ci siamo fatti tutti abbindolare dal discorso sul 2.4% di deficit. In realtà ciò che determina il via libera o no (e spiega perché i governi precedenti se l’erano cavata tanto meglio e perché il caso Francia è diverso) è il “deficit strutturale”: quello “vero” nel senso che non è condizionato da eventi eccezionali, misure solo annuali, ciclo economico particolare. E’ lì che – a tutt’oggi – casca l’asino della “manovra contro il popolo”.

2) Di passaggio (ma non troppo) tengo a informare i lettori che la nostra Costituzione all’art. 81 vigente fa appunto riferimento proprio al deficit strutturale quando parla di equilibrio di bilancio e non di pareggio (perché appunto – su delibera a maggioranza assoluta delle Camere – si può anche fare deficit se però serve a fronteggiare eventi eccezionali e ciclo negativo, nel presupposto che continui ad essere perseguito quell’equilibrio). Quell’equilibrio, per intese da noi sottoscritte in sede UE, sta nel < 3% di deficit e soprattutto nel fino al 60% di debito. Sanno anche i bambini che siamo a più del doppio (132%): ecco perché finché mostriamo di farlo calare in misura credibile (con appropriate riforme strutturali) ci passa tutto anche a Bruxelles; MA il Governo (Conte)-Salvini-DiMaio per mesi e mesi ha proclamato e scritto formalmente di voler fare l’opposto e di fregarsene non solo del deficit annuo ma anche di quello strutturale e dunque del calo del debito (e la guerra alla legge Fornero è esattamente una misura strutturale che va però nella direzione diametralmente opposta a quella cui siamo obbligati).

3) La ragione dello spread triplicato o raddoppiato con tutte le geremiadi conseguenti (e danni reali) e il crollo di credibilità dell’Italia alla Conte sta appunto in quell’atteggiamento e in quelle formali scelte (al di là delle rodomontate da quattro soldi).

4) Adesso si dice 2.04. Ragioniamone un attimo.

5) Non mi dilungo sulla miseria di quel 2.04. Essendo un po’ ingenuo non l’avevo inizialmente capito. Poi senza smentita pare sia la cifra (per la prima volta in Italia e in Europa al centesimo e non al decimale) voluta fortemente dal Governo nella convinzione che per l’italiano medio 2.04 o 2.40 sia più o meno la stessa cosa. In realtà ci corrono circa 6 miliardi di euro. Ma parte questo, mi pare che quell 0.04 la dica tutta su chi ci governa e su cosa pensa dei cittadini. Sol per questo andrebbero cacciati a furor di popolo.

6) Come vien raggiunto (ad oggi) il calo dello 0.36 (da 2.40 a 2.04)? Nell’ordine:

(a) abbiamo rifatto i conti, certe cose costano meno del previsto ( = “ci accingiamo a fare trucchi contabili”);

(b) c’eravamo tenuti (anche con il 2.4%) alti perché sapevamo di andare a una trattativa (quindi i trucchi contabili li avevi fatti prima: e poi ti lamenti che ti considerano “venditore di tappeti”!!!);

(c) faremo più dismissioni di immobili (a parte che questo è il governo in cui si propone di ricomprare la gestione delle autostrade! ed è il governo che sta facendo ricomprare allo Stato Alitalia!), nessuno sa come sia possibile vendere di botto tanti immobili né come procedure né come convenienza (par ovvio, specie per chi sta rivedendo – fermandoli – tutti gli investimenti dalla TAV ai cessi pubblici in nome dell’economicità): in pratica un altro trucco contabile (“avevi messo 0.3 mld, dai Giovanni (Tria) mettiamo 0.7”!);

(d) si immagina di ridurre le platee dei pensionamenti anticipati e del c.d. reddito di cittadinanza (nessuno ha capito ancora come) e soprattutto di modularne nel tempo l’applicazione (comincio a marzo, noi a maggio, no l’anno dopo, no a febbraio);

(e) ci si appoggia ad eventi straordinari: l’immigrazione non paga più (avendola fermata Minniti, PD): allora maltempo e crollo del ponte Morandi.

7) Voi capite che tutto quanto descritto in 6) o quasi non ha alcuna valenza strutturale, a regime (a regime rischia di esserci solo l’abbattimento della Fornero e il reddito di cittadinanza!); vale solo per il 2019: ecco perché il deficit strutturale per ora è sempre lì, anzi: peggiora con la manovra contro il popolo! di qui le resistenze della Commissione (e speriamo – per il bene nostro – che non cali le braghe, stretta fra una crisi e l’altra).

8) Infine, aggiungo poco sulle procedure parlamentari. Dico solo che dal 1948 ad oggi non s’era visto mai nulla del genere: siamo al 15/12 e – in pratica – il Parlamento non ha neanche cominciato ad esaminare la vera manovra di bilancio (che anzi: a quest’ora non c’è! visto che, ci dice l’incredibile Conte, si lavora a Bruxelles anche di notte per arrivare in Parlamento, il 18/12: a 13 gg. dall’esercizio provvisorio). Per cui è chiaro che quello della XVIII legislatura sarà il primo Parlamento in epoca repubblicana che non avrà discusso il bilancio dell’anno dopo. E poi ci si lamenta del Parlamento indebolito! (I falsari di governo di fronte a ciò tendono sistematicamente a dire: “ma anche i governi precedenti”. Beh è appunto falso. E qui mi rivolgo ad autorevoli e pensosi commentatori, sarebbe il caso di piantarla con il “ma anche Renzi, ma anche Monti, ma anche Gentiloni”, “ma anche in precedenza”: perché non si può paragonare uno che magari ha buttato due lattine per strada o anche un intero sacchetto della monnezza con chi una dopo l’altra sta creando una serie discariche di rifiuti industriali e chimici!

Conclusione: venditori di tappeti era un complimento. Questi sono magliari ( = persone che pur di raggiungere uno scopo non esitano a ricorrere a espedienti equivoci o addirittura truffaldini) e della peggior specie.

 
La manovra dei gialloverdi: una truffa da magliariultima modifica: 2018-12-16T11:03:19+01:00da bezzifer
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