IL DILEMMA DEL POPOLO LIBERALDEMOCRATICO: ASTENSIONE O VOTO?

 E  QUELLI   DELLA BOTTEGA  

DIRANNO

   

 

 

 

 

 

 

A tutti coloro che vorrebbero non votare alle primarie del PD, perché non c è il nome di Renzi o a tutti coloro che sono tentati di scrivere Matteo Renzi e cosi fare annullare la scheda. Repetita juvant. Io Voterò per il Ticket Giachetti – Anna Ascani, una giovane donna, capace, preparata e determinata. Ma … ma … per rispettare il nostro attuale stato dell’arte … Posto le considerazioni di un grande e storico esponente della sinistra romana.
Ci ho pensato a lungo.
E credo che chi si agita per essere presente in ogni caso nel Congresso non ha capito la sostanza di ciò che Renzi sta provando a dirci. Io mi baso su una frase che disse giorni fa in una bella intervista all’Avvenire:
“Il futuro del PD e soprattutto del Paese non dipendono dal Congresso del PD”.
Allora evitiamo tutti noi la corsa a chi si definisce più renziano di un altro. Non siamo tifosi di politica, ma gente che ragiona di Politica. Ed allora collochiamoci liberamente come ci pare ma non facciamolo tirando la giacchetta a Matteo. Io Renzi non l’ho sposato e starò con lui fino a quando mi convincerà la sua linea politica. E finora, da quando lo conosco, non ho mai avuto motivi di dubitare della giustezza della sua condotta e della sua linea e non li ho neppure oggi.
E la linea ora è quella di porsi di lato rispetto al congresso del PD, di lavorare intensamente per l’opposizione ad un Governo di cialtroni e di condizionare culturalmente (chiunque sia il segretario) la linea del PD sul tema delle alleanze (è un successo di Matteo Renzi e nostro, il fatto che nessuno dei candidati, almeno a parole dica di non volere alcuna alleanza con i 5 Stelle), e di lavorare alla costruzione ed all’allargamento della rete di Comitati di Azione Civile; dobbiamo guardare di meno dentro l’ombelico del PD e molto di più a quel che si muove nel paese (ad es. quel balzo dal 49% di favorevoli alla UE, al 64%, segnalato dall’euro barometro è un segnale positivo che nella guerra congressuale si rischia di non cogliere); dobbiamo aumentare la potenza di fuoco (che è ancora un lumicino) sul web, con l’obiettivo di far diventare virale la verità, e non le falsità con cui i cialtroni hanno costruito e mantengono i loro successi mediatici.
E per far questo io credo che bisogna dar vita ad una struttura comunicativa autonoma dal PD (e sicuramente la web tv annunciata da Matteo è un pezzo di questa strategia ma non è sufficiente se non ci mettiamo anche del nostro).
Il mio atteggiamento quindi durante la campagna congressuale sarà in linea con il disimpegno di Matteo (che non è un disimpegno dalla Politica) e non sosterrò nessuno, pur comprendendo le ragioni di tutti che però sono tutte interne ad una logica autoreferenziale. Comunque io Voterò per il Ticket Giachetti – Anna Ascani, una giovane donna , capace, preparata e determinata.

Si perché: Nonostante la candidatura di Minniti venisse considerata renziana, molti ne sottolineavano più la funzione tattica di pacificazione interna, che la cifra marcatamente liberaldemocratica. Lo stesso Minniti aveva chiesto, ai maggiorenti leader liberaldemocratici, di evitare spassionati endorsement in modo da scongiurare le stigmate del “renziano”.
Ora, con la candidatura del duo Giacchetti-Ascani, lo scenario è mutato: sul tavolo c’è una candidatura marcatamente liberaldemocratica. Infatti, non si può negare che, durante l’interminabile tiritera per individuare il candidato di area, Giacchetti e Ascani erano nomi gettonatissimi tra i simpatizzanti.
Al momento, la candidatura Giachetti – Ascani raccoglie pochissimi appoggi dal gruppo dei renziani, che hanno spostato in massa il sostegno su Martina. Se non ci saranno riposizionamenti di truppe dirigenziali e non ci saranno endorsement di pezzi grossi del partito, la candidatura rischia di rimanere di pura testimonianza: anche i sondaggisti non sembrano crederci, li danno sotto il 10%.
Quello che il duo Giachetti – Ascani potrebbe fare, per cercare di scalare il consenso del popolo delle primarie, è caratterizzare pesantemente la piattaforma programmatica in senso liberaldemocratico, facendo dei principali item di rottura con la Ditta gli slogan della campagna elettorale:
1) mai e poi mai con il M5S;
2) alleanze verso Macron e non verso Corbyn e Melechon;
3) Il jobs act non si tocca;
4) no a patrimoniali e meno tasse sul lavoro.
Con il ritiro di Minniti, gli elettori liberaldemocratici sembravano avere un’unica possibilità per influenzare le prossime primarie, quella dell’astensione: il crollo dell’affluenza deligittimerebbe inequivocabilmente il futuro segretario. Oggi, ci sono due possibilità: il “non voto” o il voto all’accoppiata Giachetti – Ascani.
Non sembra arrivato il momento della decisione finale: il popolo liberaldemocratico, che speriamo marci compatto, ha ancora tempo a disposizione per capire se è meglio astenersi o giocarsi la partita dentro il partito.
Tutto sommato, “du gust is megl’ che uan”…

IL DILEMMA DEL POPOLO LIBERALDEMOCRATICO: ASTENSIONE O VOTO?ultima modifica: 2018-12-18T16:31:00+01:00da bezzifer
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