IL DOGMA DELLA GOVERNABILITA

In democrazia ha diritto a governare chi ha una maggioranza superiore alla metà più uno! Non è necessario che sia plebiscitaria ma nemmeno ridotta all’esiguità di un solo voto. La maggioranza qualificata interviene per la condivisione di norme costituzionali o la nomina di figure rappresentative delle istituzioni. A mio avviso, questa qualificante tutela della democrazia dovrebbe essere estesa anche al voto di fiducia del governo. Abbandonando l’utopia di comportamenti virtuosi, è invece diffusa l’idea che la democrazia debba essere subordinata alla governabilità e consolidata da premi di maggioranza. La governabilità non è quindi fondata sul massimo consenso ma sul minimo utile, ossia la prevaricazione della democrazia, perché i governi rappresentano una minoranza oligarchica. La situazione peggiora se il sistema è drogato con premi di maggioranza, fino al punto che un gruppo di privilegiati del 20/25 per cento, e anche meno, governerà sul restante 75/80 per cento della popolazione! Queste percentuali sono vicine ai dati statistici che rilevano l’iniqua distribuzione della ricchezza e l’ineguaglianza. Chi sostiene il premio di maggioranza, afferma che il governo non può essere ricattato da alleati di minori che impediscono o ritardano l’azione dell’esecutivo per interessi corporativi. Il premio di maggioranza consente di governare a un solo partito con un consistente numero di parlamentari, non eletti, da assegnare al maggior partito, ancorché di minoranza. I fatti hanno smentito che il maggioritario riduca il numero dei partiti. Il sistema elettorale proporzionale non consente di governare a un solo partito, con meccanismi compensativi, estranei alla volontà del popolo, salvo il caso che ottenga la maggioranza assoluta dei voti. Di conseguenza si dovrà formare un governo di coalizione, quanto più rappresentativo del voto degli elettori. Il sistema più affidabile è quello proporzionale con un’elevata soglia di sbarramento che potrà disincentivare la dispersione del voto, e ridurre le rappresentanze nel parlamento a tre, quattro o cinque partiti. Peraltro l’elezione proporzionale non è divisiva, qual è invece quella maggioritaria e non esclude il pragmatismo che, in momenti di grande delicatezza, rendano possibile anche la collaborazione fra le forze politiche antitetiche. Con il sistema proporzionale si può e si deve ottenere la combinazione d’idee diverse. Non è una coercizione insopportabile. È invece l’anima della filosofia dalla quale nasce la democrazia.
La soglia di sbarramento del sistema tedesco è il 5% ma credo che può essere alzata di almeno un punto. La giurisprudenza tedesca ha ritenuto che l’uguaglianza del voto, prevista anche dalla nostra Costituzione, non può limitare l’esigenza di assicurare la migliore capacità operativa degli organi legislativi e la stabilità del governo. La soglia di sbarramento è un fattore maggioritario che non ha la spudoratezza di attribuire a un partito di maggioranza relativa un numero opinabile di parlamentari non eletti. La democrazia è una filosofia imperfetta in cui il libero arbitrio deve trovare limiti nel realismo di un sistema istituzionale e l’attenuazione dell’uguaglianza del voto è certamente più accettabile e meno arbitrario della mistificazione di consensi, mai concessi, che producono false maggioranze.
Il premio di maggioranza attribuisce ai voti del maggior partito di minoranza una plus valenza che sottrae ad altri candidati il diritto di essere eletti. È la vera disuguaglianza del voto valido.
Le linee guida del sistema proporzionale, per la camera dei deputati, dovrebbero concernere alcune regole. Ampliamento del numero dei collegi, per un effetto maggioritario e per inserire nella scheda i candidati, con l’auspicio che il dimezzamento del numero dei parlamentari possa semplificare il metodo. Il divieto delle candidature multiple, per assicurare il legame dell’eletto con i propri elettori, favorito anche dall’aumento dei collegi. L’assenza di capilista o di liste bloccate. La preferenza unica esprimibile con un segno su un candidato scritto sulla scheda.
Il senato, che dovrebbe essere eletto direttamente dal popolo e rappresentativo in modo paritario delle regioni. La proporzionalità dei senatori, basata sulla popolazione residente, oltre all’insita precarietà dei dati, in un ambito molto variabile, produce una situazione di disequilibrio non compatibile con interessi che invece devono essere comuni. La condizione paritaria, simile a quella del senato Federale americano, mi sembra coerente con le specifiche e limitate funzioni di una prossima riforma che escluda anche la fiducia al governo.
Il sistema tedesco è collaudato ma se i partiti lo rifiutano per la demenziale e suicida “vocazione maggioritaria” significa che la “rottamazione” è un altro scellerato tentativo gattopardesco e piduista per prevaricare la democrazia.

IL DOGMA DELLA GOVERNABILITAultima modifica: 2017-01-25T11:14:22+01:00da bezzifer
Reposta per primo quest’articolo
Share