Archivio mensile:aprile 2017

Urne aperte in tutta Italia per la sfida a tre.Possono partecipare al voto gli elettori che avendo diritto e che “dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Partito”

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Dalle 8 di stamani, e fino alle 20, è aperto il voto per le primarie per la scelta del segretario del Partito democratico. I seggi in tutta Italia sono circa 8 mila e 200 quelli all’estero.

Tre i candidati in campo, su cui si sono già espressi gli iscritti nei circoli. Il segretario uscente Matteo Renzi (che ha ottenuto il 66,73% nel voto dei circoli) si presenta in ticket con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina.

Il ministro della Giustizia Andrea Orlando (25,26%) ha ottenuto, nel corso della campagna, il sostegno, tra gli altri, di Gianni Cuperlo, della ministra Anna Finocchiaro, del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Michele Emiliano (8,01%), presidente della Regione Puglia, ha avuto una campagna complicata per un “infortunio” avuto proprio in una iniziativa elettorale: la rottura del tendine d’Achille del piede destro. Emiliano, tra l’altro, è presente solo in 5 collegi in Lombardia e in uno in Liguria, negli altri è stato escluso per la mancanza delle firme necessarie.

Chi può votare?

Possono partecipare al voto, che si tiene solo nella giornata di oggi, le elettrici e gli elettori che “dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell’albo pubblico delle elettrici e degli elettori”.

E’ previsto un contributo di due euro (non per gli iscritti al partito).

L’elettore esprime il suo voto tracciando un unico segno su una delle liste. Al candidato segretario sono anche collegate le liste bloccate per la scelta dei componenti dell’assemblea nazionale Dem.

Lo scrutinio dei voti inizierà questa sera subito dopo la chiusura dei seggi. Potrete seguire in diretta l’arrivo dei risultati sul nostro sito.

Grande incognita è l’affluenza, prevista in calo rispetto alle primarie 2013, quando votarono 2,8 milioni di persone. Sarà eletto segretario il candidato che otterrà il 50% dei voti più uno. Se nessuno raggiungerà questa soglia sarà l’assemblea nazionale a votare in un ballottaggio a scrutinio segreto tra i primi due.

Roma, 30 apr. (askanews) - Dalle 8 di stamani, e fino alle 20, è aperto il voto per le primarie per la scelta del segretario del Partito democratico. Tre i candidati in campo, su cui si sono già espressi gli iscritti nei circoli. Il segretario uscente Matteo Renzi si presenta in ticket con il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando Possono partecipare al voto le elettrici e gli elettori che “dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori”. L’elettrice/elettore esprime il suo voto tracciando un unico segno su una delle liste. Al candidato segretario sono anche collegate le liste bloccate per la scelta dei componenti dell'assemblea nazionale Dem. Lo scrutinio dei voti inizierà subito dopo la chiusura dei seggi.

Roma, 30 apr. (askanews) – Dalle 8 di stamani, e fino alle 20, è aperto il voto per le primarie per la scelta del segretario del Partito democratico.
Tre i candidati in campo, su cui si sono già espressi gli iscritti nei circoli. Il segretario uscente Matteo Renzi si presenta in ticket con il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando
Possono partecipare al voto le elettrici e gli elettori che “dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Partito, di sostenerlo alle elezioni, e accettino di essere registrate nell’Albo pubblico delle elettrici e degli elettori”.
L’elettrice/elettore esprime il suo voto tracciando un unico segno su una delle liste. Al candidato segretario sono anche collegate le liste bloccate per la scelta dei componenti dell’assemblea nazionale Dem.
Lo scrutinio dei voti inizierà subito dopo la chiusura dei seggi.

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CI SIAMO:Non solo Emiliano, Orlando e Renzi: tutte le altre sfide delle primarie Pd

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OGGI:Domenica 30 aprile il popolo dem sarà chiamato a esprimere la sua preferenza tra i tre candidati alla Segreteria nazionale. I cittadini che si recheranno ai gazebo allestiti nelle piazze italiane, però, dovranno anche scegliere i volti che andranno a rappresentarli nell’Assemblea nazionale, l’organismo attualmente presieduto da Matteo Orfini. Gli elettori avranno a disposizione una sola scheda e potranno esprimere il loro voto tracciando un unico segno su una delle tre liste dei candidati all’Assemblea. Le liste sono bloccate e sono collegate ai candidati alla Segreteria nazionale, dunque il voto per la lista andrà automaticamente al candidato ad essa collegato.

Anche per questo, oltre al big match tra gli aspiranti segretari, ci sono una serie di sfide a livello locale tra i capilista delle diverse mozioni che meritano una particolare attenzione. Nel collegio ‘Roma 1′, ad esempio, l’ex candidato sindaco e attuale vicepresidente della Camera – nonché renziano di ferro – Roberto Giachetti, è contrapposto a Gianni Cuperlo, voce critica ma dialogante della gestione Renzi, che ha scelto di sostenere Andrea Orlando.

A ‘Roma 4′ poi, va in scena l’insolita sfida tra il cattolico Giuseppe Fioroni, in quota Renzi, e il giovane deputato e membro della Consulta per l’Islam italiano, Khalid Chaouki, in quota Emiliano. A ‘Roma 5′, il duello più vivace è sempre tra le liste dell’ex premier e del presidente della Puglia, che schierano da una parte il deputato ed ex candidato alle primarie capitoline, Roberto Morassut, e dall’altra Umberto Marroni, anche lui deputato ma noto soprattutto per aver guidato l’opposizione dem a Roma nell’era Alemanno. Gestione che è stata oggetto di qualche accesa polemica in passato con il commissario del Pd di Roma, Orfini.

Proseguendo a dare un’occhiata nei collegi che si dividono la città eterna troviamo a ‘Roma 7′ la ministra Maria Elena Boschi, ovviamente in quota Renzi, duellare con il segretario dei Giovani Dem Roma, Guido Staffieri, in lizza per Orlando. Poi ancora da tenere d’occhio ‘Roma 6′, con Valeria Baglio (Renzi) e Michele Meta (Orlando), e ‘Roma 8′ con Luciano Nobili (Renzi) e Marco Miccoli (Orlando).


 

Risalendo lo stivale troviamo a ‘Milano 1′ l’ex vice di Pisapia, Ada De Cesaris, ora con Renzi, confrontarsi con Gad Lerner e la lista Orlando. Altro duello interessante è quello tra Emanuele Fiano, renziano e sostenitore di Beppe Sala alle primarie del centrosinistra per la scelta del candidato sindaco di Milano, e Pierfrancesco Majorino, che a quelle primarie era candidato proprio contro Sala.

A Firenze e Torino Renzi, sulla carta, dovrebbe avere gioco facile. La sua lista schiera Beppe Vacca (Firenze città) e Piero Fassino (Torino 2), che se la vedranno rispettivamente con Mirko Dormentoni e Domenico Cerabona delle liste del ministro Orlando.

Tornando a sud, un altro big match sarà quello ospitato dalla città di Palermo, che vede l’assessore all’Agricoltura della Regione, Antonello Cracolici (Renzi), contro Antonio Ferrante, ex renziano di ferro, ora con Orlando. A Palermo provincia si confrontano due volti che sono stati a lungo leader delle due opposte fazioni del Pd siciliano. Da una parte Giuseppe Lupo, franceschiniano in corsa per Renzi, e Giuseppe Lumia, vicino al presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Infine, qualche altro nome da tenere d’occhio nei risultati che dopo le ore 20 di domenica usciranno dalle urne. Nella città del Guardasigilli, La Spezia, il giovane eurodeputato Brando Benifei, con Orlando, dovrà far i conti con Raffaella Paita, nella lista dell’ex segretario dem. A Varese, Davide Galimberti (Renzi), il sindaco che ha detronizzato la Lega dal comune lombardo dopo 23 anni di dominio, se la vedrà con Daniele Marantelli, esponente della corrente democratica Rifare l’Italia. Al centro della penisola la senatrice Stefania Pezzopane (Renzi) duellerà con Michele Fina (Orlando) nel collegio de l’Aquila, mentre a ‘Lecce 2′ la viceministra allo Sviluppo Economico, Teresa Bellanova (già sottosegretario al Lavoro nel governo Renzi), sfiderà una fedelissima di Emiliano, Loredana Capone.

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Quanto livore…come un giornaletto di provincia. Ma la notizia del nuovo attacco di Grillo ai giornalisti dove sta?

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Pd, il giorno delle primarie al minimo storico. Per la prima volta meno di due milioni al voto.Secondo il FALSO QUOTIDIANO. E non contento continua:Nel 2013 l’ex segretario diceva: “Sotto il milione e mezzo è una sconfitta per tutto il partito”. Ora tutta la dirigenza uscente rassicura: “Sarà una festa”, “Abbiamo già vinto perché gli altri partiti non le fanno”. Così si guarda alla Francia solo per Macron, senza vedere che dalle primarie è uscito anche Hamon, che ha portato i socialisti al disastro

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Sì, capisco perfettamente che questo al FQ, grillinamente diretto da Travaglio, che ha come principale scopo nella vita il continuo attacco al PD, possa non far piacere, ma è la verità: il PD è l’unico partito italiano che fa delle serie primarie e se andasse a votare un milione di persone, durante un ponte di vacanze, sarebbe un grande successo, visti gli attacchi e il cambiamento dei tempi. Andatevi a vedere i numeri del M5S, peraltro con voti scrutati direttamente dalla Casaleggio Associati, e guardate la differenza. Eppure i grillini dicono di essere il primo partito italiano e di essere soggetti ad una precisa e potente democrazia interna.

Il FQ ha aspettato fino all’ultimissimo momento per dare la notizia che oramai gira da due giorni sul resto dei media italiani: il PD oggi fa scegliere a tesserati e simpatizzanti il segretario del PD e forse anche il candidato pdC del PD. La scelta sta tra tre politici seri: un presidente di regione, un ministro e un ex-segretario (ed ex-pdC).E già che ci sono quelli del FQ fanno anche una previsione:
” Per la prima volta meno di due milioni al voto”.

Comunque: anche se fossero solo 1 milione decideranno per i circa 9-10 milioni di voti che potrebbe prendere il PD nel 2018. Al rapporto di 1 votante oggi su 10 nel 2018.
Mentre i circa 30-50 mila attivisti M5S che di solito votano su rete e sul sito controllato da Casaleggio Associati decidono per i circa 9-10 milioni di voti che potrebbe prendere il M%S nel 2018. Al rapporto di 1 iscritto che vota di solito decidendo per forse 200 elettori.Due tipi di rappresentanza molto differenti fra di loro.

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Di maio :”non prendo lezioni da Grasso” .Di grazia, facci sapere chi e’ colui da cui prendi lezioni e che ti ha forgiato cosi’sapiente e colto.

Migranti-Ong, botta e risposta Di Maio – Grasso: “Da lui no lezioni”. Il presidente del Senato: “Quante lacune, Luigi impara” Le polemiche scatenate dal procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, sulle attività delle organizzazioni non governative nel recupero di migranti non spaccano soltanto le opinioni all’interno del governo. Addirittura scatenano un’infuocata polemica a distanza anche tra la seconda carica dello Stato e il vicepresidente della Camera del Movimento 5 Stelle.

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Una dimostrazione, a mio parere, poco esaltante da parte di alcuni rappresentanti le maggiori istituzioni. Non è uno scambio di pensieri, di considerazioni ma una querelle di basso profilo politico che si manifesta in attacchi personali. Mi aspetto di più da chi rappresenta il Paese attraverso il Senato e la Camera. Le istituzioni non dovrebbero scendere sul terreno della contrapposizione personale. Da loro mi attendo guida saggia e rispettosa delle istituzioni che rappresentano nell’interesse del Paese. Libertà di critica e di contrapposizione ma nelle sedi opportune e nelle regole stabilite e nel rispetto delle istituzioni stesse.

ORA SUL ARGOMENTO ONG:Trascurando il fatto che un procuratore non getta il sasso poi nasconde la mano dicendo che le prove che ha o dovrebbe avere non sono utilizzabili, intanto perchè non gli è consentito dall’ufficio che svolge, poi dico ma rendi pubblico un fatto simile così metti in allarme le ong colluse ? Infatti è sotto osservazione da Csm. Ma dico ma Di Maio perchè non se ne torna al paesello a vendere biglietti allo stadio? Si mette a provocare Grasso, il quale gli risponde a tono e lui che fa? Se ne esce col solito ” e allora il Pd” .Grasso ha detto a te , caro di Nulla, che devi prendere qualche lezione assieme al movimento 5 stelle intero ( perche se visto il livello medio non è che gli farebbe male).

Grasso giustamente tratta little Di Maio come uno scolaretto da rimandare ad ottobre….se non bocciare. Di Maio rappresenta perfettamente il populista dei nostri tempi: Impreparato, incapace, nullo politicamente , capace solo di protestare, lanciare accuse immotivate, mostrarsi arrogante. L’humus di gente come questa e’ lo scontento generato dalla crisi, scontento aizzato scientemente dagli spargitori di odio come il comicone bollito.Di Maio non rappresenta perfettamente niente e nessuno, essendo una nullità assoluta. Questo non è opinabile essendo un fatto acclarato oggettivamente verificabile dalle argomentazioni deliranti e farneticanti del Di Maio su qualsivoglia argomento. Sembra un lobotomizzato bilaterale…. e definirlo tale è praticamente un ossimoro.Di Maio vede la verità? singolare affermazione! un cieco totale non può vedere alcunché, in caso contrario è un falso invalido. Salvini fa parte di un genere che è oggettivamente definibile “primate bipede”, cosa diverse dal genere umano. Perchè commentare un soggetto proveniente dal pianeta delle scimmie e, come umano, ad uno stadio di sviluppo cognitivo inferiore a quello di una comune scimmia antropomorfa? Ma credo che come avvenuto in Olanda, Austria e fra poco avverra’ in Francia ed in Germania, anche qui in Italia la gente aprira’ gli occhi e continuera’ a lasciare costoro dove meritano, vale a dire a non contare niente all’opposizione piu’ sterile ed inconcludente.

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I nemici della libertà di stampa sono i giornalisti che di fronte a un dato di realtà contrario ai loro pregiudizi o alla loro visione delle cose, invece di rifletterci lo ignorano, lo sminuiscono, lo negano …

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Questa mattina sulla “TV la sette”, vi era “LETTA” che pontificava sulla necessità di dire la “VERITA’”… solo la sua, però . Ossia quella in auge nelle segrete stanze del “POTERE di COMANDO della “UE “.
E meno male che Trump c’è !
“Trump-Xi Jinping, PROVE di DIALOGO AD ARMI SPIANATE”.
Il primo incontro tra il nuovo padrone della Casa Bianca e il leader del Paese che più ha avuto da guadagnare con la” globalizzazione neoliberista” di SOROS &C, ossia dei membri del “NWO”, in vista di un radicale cambiamento delle relazioni commerciali e geopolitiche tra i due giganti.
Ci dice Mark Landler che i missili lanciati “contro una base siriana svuotata” l’hanno fatto passare in secondo piano, ma i venti di guerra che spirano hanno diversi livelli di motivazione.
E forse è stato decisamente più rivelatore questo vertice che non le notizie che hanno occupato la cronaca di questi giorni.
Quale cittadino italiano sono molto felice che in questo incontro “AL VERTICE “ -tra un rappresentante a capo della “DITTATURA COMUNISTA CINESE “ con i suoi splendidi “LAOGAI “ e TRUMP a capo della più grande “DEMOCRAZIA OCCIDENTALE” mai esistita al mondo – si sia messo l’accento sui fondamentali “ DIRITTI UMANI e SOCIALI”.
Il venerdì mattina, i consulenti di Trump, hanno dato l’avvio ai colloqui ufficiali, incontrandosi per la prima colazione in tavoli separati, nel patio di Mar-a-Lago.
Oltre a “Xi Jinping e sua moglie”, la delegazione cinese, includeva” quattro membri del Politburo” (l’ufficio politico del Partito Comunista Cinese ), una più che rara apparizione del” Partito Comunista Cinese” , ad un meeting americano.
Il presidente cinese, ha invitato Trump a visitare la Cina, nel 2017, ed il presidente ha accettato, sebbene Tillerson, abbia dichiarato che avrebbe dovuto consultare l’agenda, per controllare se l’incontro si sarebbe potuto organizzare per l’anno in corso.
Leggendo una dichiarazione della Casa Bianca, Tillerson avrebbe dichiarato che gli USA hanno cercato un rapporto con la Cina basato sul “MUTUO INTERESSE”.
Questa è una delle frasi che il governo cinese usa più frequentemente, e può essere facilmente interpretata come una richiesta di rinvio, nell’interesse tutto di Pechino, riguardo argomenti delicati come Taiwan, il Tibet o il Mar cinese meridionale ed i diritti umani.
Funzionari americani affermano che “Xi Jinping”, ha insistito perché fossero usate, nella dichiarazione degli USA, una serie di altre frasi, inclusa quella che Tillerson utilizzò durante una visita in Cina il mese scorso, in cui si parlava di “SOLUZIONI OTTIMALI ”, e per la quale fu tanto criticato dagli esperti del paese.
“Il PRESIDENTE CINESE ,HA ANCHE INSISTITO PER EMETTERE UNA DICHIARAZIONE CONGIUNTA , CHE L’AMMINISTRAZIONE TRUMP , HA –PERO’- SPREZZATAMENTE RIGETTATO ”.
Tillerson non si pronuncia su quanto e se Trump abbia insistito o meno, con il leader cinese, riguardo “SPECIFICHE QUESTIONI CHE RIGUARDANO I DIRITTI UMANI “.
“Non credo sia il caso di avere una conversazione separata sull’argomento;
in qualche modo, separare le nostre opinioni rispetto i diritti umani dalle nostre discussioni sull’economia, le nostre controversie da militare a militare, o le opinioni sulla politica estera, non va bene” ha dichiarato.
“QUELLE QUESTIONI SUI DIRITTI UMANI SONO INCORPORATE IN OGNI MOMENTO di DISCUSSIONE.”
Forse la differenza più grande tra questo incontro e quelli che il presidente cinese ha avuto con Obama, sta nel contesto, ossia in un’ area forse più vasta di cooperazione tra i due paesi ,rispetto a quanto avvenuto durante la precedente amministrazione OBAMA -a cui i diritti umani ed i LAOGAI cinesi (di cui OBAMA era perfettamente a conoscenza tramite le informative RICEVUTE da SOROS &C.) non rivestivano alcuna importanza reale :infatti gli ordini impartiti dalla Èlite del “NWO” non lo prevedevano.
TRUMP faceva presente- INVECE – al suo ospite cinese che i diritti umani potevano”INTERESSARE MOLTO ai LAVORATORI AMERICANI” in quanto -a causa del” globalismo neoliberista” -abbracciato dai precedenti Presidenti USA- erano stati “LICENZIATI” in tronco per permettere le “ DELOCALIZZAZIONI IN CINA DELLE MAGGIORI FABBRICHE AMERICANE”.
Il Segretario di Stato’ Rex W. Tillerson’ ha dichiarato che il Presidente Trump ha ribadito al leader cinese che è necessario fare “PASSI CONCRETI PER OMOGENEIZZARE LE CONDIZIONI DEI LAVORATORI AMERICANI.”
Un secondo funzionario dell’amministrazione, ma di grado più elevato rispetto alla prima fonte, ha dichiarato che i “TONI SULL’ARGOMENTO COMMERCIO CON UGUALI OPPORTUNITA’ “, negli scambi a quattr’occhi, sono stati “PIUTTOSTO DURI , RISOLUTI”, sebbene fra i due uomini, sia evidente che non c’è una facile intesa.
Il “programma dei 100 giorni”, è stata l’unica notizia concreta uscita dal meeting tenutosi al resort del Presidente Trump, in località Mar-a-Lago, un meeting che alcuni credevano sarebbe stato niente più che un mero esercizio di formalità, un incontro giusto per fare conoscenza.
“Ci sono ambiti, in cui vogliono chiaramente lavorare con noi”, ha dichiarato il segretario al Tesoro, Steven Mnuchin, che continua affermando che “obiettivo dell’amministrazione USA è aumentare le esportazioni verso la Cina.”
Wilbur Ross, segretario al Commercio, afferma che il programma dei 100 giorni è ambizioso da realizzare, dal momento che, di solito, i negoziati durano anni.
“Si tratta di una profonda trasformazione, che darà ritmo al dibattito,” afferma il politico.
Nei commenti tenuti riservati, i due leader hanno sorvolato sui “classici motivi d’attrito” anche di lunga data;
sotto la luce di lampadari preziosissimi, uno di fronte all’altro su un tavolo a forma di ferro di cavallo, a Mar-a-Lago, i presidenti hanno chiacchierato dei loro personali rapporti, per ora ancora allo stato embrionale.
“ABBIAMO FATTO PROGRESSI eccellenti , NELLE NOSTRE RELAZIONI CON LA CINA ” ,ha dichiarato il presidente Trump, ed ha aggiunto che,
“molti dei problemi, potenzialmente negativi, saranno-probabilmente -superati .”
Le due parti si sono trovate d’accordo anche nella creazione di un nuovo dialogo, di alto livello, guidato sia da Trump che da Xi, per discutere vari argomenti in corso di evoluzione: dalla diplomazia ,alla sicurezza e dall’economia ai problemi sociali.

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I nemici della libertà di stampa

«Esistono molti modi diversi per bruciare un libro:
e il mondo è pieno di gente
che corre su e giù con i fiammiferi accesi».
(Ray Bradbury)

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Come al solito anche le associazioni di giornalisti sono delle lobby, al pari di quelle dei magistrati, medici, avvocati, notai, farmacisti o tassisti.

Spesso strutturate come logge o cordate di potere o gang e finalizzate non a fini sociali, di giustizia o di corretta funzionalità per le categorie, ma come “sindacati” (leggasi famiglie con metodo mafioso).

Ovviamente codeste associazioni poco e nulla hanno da obbiettare alla libertà di vendita e spaccio di notizie false o costruite ad hoc con ingiusto sproporzionato arricchimento, da parte dei loro associati, certamente invece intervengono e giudicano quando è lesa la possibilità di vendersi dei giornalisti.

Per chiarirmi, intendo proprio che per codeste associazioni è da combattere qualsiasi forma di coercizione contro i giornalisti che li costringa a sparare menzogne e bugie senza trarne profitto o qualsiasi forma di pressione coercizione o violenza che gli impedisca i vendersi al miglior offerente o che li sanzioni in caso di menzogne e compravendita degli stessi.

Pertanto perfino la semplice espressione di pensiero di un neanche politico professionista con alcuna carica pubblica ne in carica (grillo), o semplicemente l’essere l’additati all’opinione pubblica ed al pubblico ludibrio, per il loro maloperato, il servilismo, di individui che appartengano a codeste associazioni, o il semplice portare alla luce detti fenomeni è ovviamente per le loro associazioni, una palese violazione della loro libertà (di vendere menzogne, di arricchirsi facendo i servi dei potenti o delle lobby), al pari dell’essere costretti a fare le stesse cose sotto minaccia o prepotenza e quindi senza poterne trarre arricchimento.

E’ la solita confusione dei ruoli, fra il legittimo denunciare le pressioni o minacce per ottenere la negazione della verità e la propaganda della menzogna e il pericolo di dover dire la verità a gratis o con scarsa remunerazione o la menzogna senza arricchimento o con il rischio di essere additati pubblicamente per i venduti che si è quando si mente a pagamento.

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Si mugugna a Torino contro Chiara Appendino !

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È finita la luna di miele fra Torino e Chiara Appendino? La grillina, da pochi mesi nominata da un’indagine del Sole 24 Ore “sindaco più amato d’Italia”, si ritrova oggi accerchiata dagli oppositori. E non per modo di dire. La novità è che non sono più soltanto i politici di opposizione a contestarla: anche i sindacati hanno rotto gli indugi, organizzando una protesta, andata in scena lunedì 3 aprile in piazza Palazzo di Città, sotto i balconi del municipio e poi proclamando uno sciopero degli straordinari dei dipendenti comunali.

SINDACATI IN PIAZZA CONTRO LA SINDACA

È stata la prima manifestazione organizzata espressamente contro la Appendino dal giorno della sua elezione. A scendere in piazza Cgil Cisl e Uil. Con loro, qualche centinaio di persone (500 per gli organizzatori), che si sono radunati per protestare contro il bilancio appena approvato dalla giunta pentastellata. Sotto accusa finiscono i “tagli lineari” previsti su vari capitoli di spesa.

Fra i manifestanti spiccavano i dipendenti della cooperativa che gestisce i musei civici, che temono di perdere il lavoro. Alla scadenza dell’appalto, a giugno, l’amministrazione sembra intenzionata a non promuovere un bando unico per la gestione museale, ma ad attivare singole convenzioni fra il Comune e i vari musei, con i conseguenti rischi di licenziamenti.

Critici anche i dipendenti comunali, dopo i tagli alla previdenza dei vigili e la sforbiciata al Cral (cioè le colonie estive dei figli del personale). “Questo bilancio penalizza le fasce deboli e le famiglie in difficoltà – commenta Enrica Vialfrè, segretaria Cgil Torino – Prevede 5 milioni in meno in agevolazioni sulla Tari, che ricadranno su 50mila famiglie, tagli alle partecipate, a turismo e cultura, con immediate ricadute sull’occupazione. Questa si era presentata come una giunta attenta alla partecipazione e al coinvolgimento di cittadini e parti sociali, ma ciò non c’è stato, anzi ci è sempre stato negato il confronto”.

IL PD ATTACCA: “M5S INCAPACI DI GOVERNARE”

In piazza c’erano anche diversi esponenti del Pd, dalla deputata Paola Bragantini al consigliere comunale Stefano Lo Russo. “Assistiamo all’inefficienza della giunta e vediamo una modalità di relazione con la città che fa emergere l’incapacità del M5S di governare Torino – attacca Lo Russo – Una vera mazzata è in arrivo con il bilancio di previsione. Una mazzata che colpisce gli ultimi, rincara le aliquote e taglia servizi importanti con cinismo e disinvoltura, senza alcuna concertazione non solo con le forze politiche, ma anche con le parti sociali che ora giustamente protestano”.

La sindaca lunedì 3 aprile non ha incontrato i manifestanti, era “assente per un impegno a Milano”, l’ha giustificata l’assessore Marco Giusta. Il confronto fra i sindacati e l’amministrazione, rappresentata dall’assessore al bilancio Sergio Rolando, si è svolto il 18 aprile ma non ha soddisfatto Cgil Cisl e Uil, che hanno proclamato uno sciopero degli straordinari. Inizierà il 30 aprile e terminerà il 29 maggio. I dipendenti chiedono, in particolare, un programma di assunzioni che però difficilmente si concilia con le esigenze di far quadrare i conti.

CRITICHE ANCHE DAI MANAGER SCELTI DALLA SINDACA

Critiche al bilancio della giunta, peraltro, sono arrivati anche dal nuovo presidente della Fondazione Torino Musei Maurizio Cibrario, scelto lo scorso autunno proprio dalla Appendino per sostituire Patrizia Asproni. “Non si può tagliare sull’unico settore produttivo della città – ha dichiarato, riferendosi alla cultura – Abbiamo un welfare per cui la città investe cifre spropositate, ci sono budget esagerati anche per gli asili nido. Così si mette a repentaglio il futuro di una città che ha impiegato decenni per costruirsi un’immagine nuova e alternativa”. Parole che hanno sollevato un polverone, con la richiesta di rimozione del manager presentata dalla consigliera Eleonora Artesio (Sinistra in comune). Il capogruppo del M5S Alberto Unia ha risposto convocando Cibrario davanti ai capigruppo. Appendino, comunque, ha ribadito la sua fiducia nel presidente.

SI ALLUNGA L’ELENCO DEGLI SCONTENTI

Al netto della partecipazione alla manifestazione del 3 aprile, obiettivamente non proprio massiccia, si registra quindi una dura presa di posizione contro la sindaca da parte di Cgil Cisl e Uil. E si allunga così la lista dei “delusi” dalla Appendino. A parte le turbolenze sindacali, per esempio, il bilancio grillino ha provocato scontenti anche agli alti livelli della Curia. Risale a pochi giorni fa la dura presa di posizione dell’arcivescovo Cesare Nosiglia contro i tagli (del 25%) ai finanziamenti delle scuole paritarie voluti da Appendino.

E poi ci sono le polemiche politiche dell’opposizione, anch’esse concentrate in buona parte sul bilancio. Contestatissima, per esempio, la decisione della giunta di attingere agli oneri di urbanizzazione per finanziare la spesa corrente.

MILANO “SCIPPA” ANCHE IL PRIX ITALIA

Bilancio a parte, ci sono altre “grane” che contribuiscono a rabbuiare gli umori dell’amministrazione. L’ultima è lo “scippo”, da parte di Milano, del Prix Italia, concorso internazionale dedicato alla tv e organizzato dalla Rai. Nato itinerante, a partire dal 2009 si è svolto sotto la Mole. L’anno scorso, per sollecitare l’attenzione dei media internazionali sul tema dei migranti, si è trasferito a Lampedusa. Nel 2017 avrebbe dovuto tornare nel capoluogo piemontese, invece la scorsa settimana la Rai ha annunciato che la manifestazione si sposterà a Milano. Non certo una buona notizia per i torinesi, aggravata peraltro dal fatto che da quest’anno Milano farà concorrenza anche al Salone del Libro, dopo una querelle durata mesi in cui le due città si sono contese l’appuntamento.

Ai problemi della sindaca grillina si aggiungono poi tutti i malumori dei vari comitati cittadini, dagli ambientalisti a gruppi che si oppongono a vari progetti di quartiere. Gruppi che in campagna elettorale avevano apertamente sostenuto la candidata grillina e che, nelle ultime settimane, hanno organizzato alcuni incontri per contestare alcune scelte politiche della nuova giunta, accusandola di non rispettare le promesse. La sindaca alle riunioni non si è mai presentata, delegando tuttavia i suoi consiglieri.

A Torino sta insomma entrando in fase critica quella che, insieme a Roma, è la prima prova di governo di rilievo di un’amministrazione grillina. Chiara Appendino resta uno dei volti forti del grillismo, e le voci si una plausibile candidatura a premier della sindaca torinese non hanno smesso di circolare. La manifestazione sindacale e le critiche al bilancio non bastano, per ora, a spegnere l’entusiasmo. Ma non è passato neanche un anno dall’inizio del mandato, e se l’elenco degli scontenti si allungasse ulteriormente, la stella di Appendino potrebbe cominciare ad eclissarsi.

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Loro sono la Verità e gli altri i corrotti: sta qui la radice dell’intolleranza

L’ossessione di Beppe Grillo per i giornalisti e in generale per l’informazione ha ormai definitivamente contagiato anche il suo cameriere più brillante, Marco Senza Ritegno Travaglio.

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Il virus covava da tempo, lo sappiamo, ma è stato il rapporto annuale di Reporter senza frontiere sulla libertà di stampa a farlo esplodere: perché in quel rapporto, che pure segnala un miglioramento netto dell’Italia, si indica nei politici che “come Grillo non esitano a comunicare pubblicamente l’identità dei giornalisti sgraditi” un’oggettiva forma di intimidazione.

Gli attacchi e le minacce di Grillo ai giornalisti riempirebbero un volume: ieri su Repubblica Sebastiano Messina – naturalmente messo alla gogna, con altri colleghi non allineati, da Marco Senza Ritegno Travaglio nel suo editoriale odierno – ne ha stilato un elenco parziale quanto impressionante.

C’è Grillo che consegna a Bruno Vespa il plastico di un carcere, spiegando che lì saranno rinchiusi giornalisti, politici e imprenditori: “Le liste saranno rese pubbliche quanto prima e faremo un processo popolare che durerà almeno un anno”.

C’è Grillo che si offre di perdonare i “giornalisti pentiti”, i “Buscetta dell’informazione” i quali, in cambio della piena confessione, potranno godere di “un programma di protezione” e verranno inclusi nella “white list dei giornalisti della Terza Repubblica”.

C’è Grillo che graziosamente si rivolge ai cronisti chiamandoli “leccaculo”, “sdraiati e supini al potere”, “tromboni a libro paga”, “specialisti nel bacio della pantofola”, “incapaci, dilettanti, specialisti del nulla” nonché “morti che camminano”.

C’è Grillo che in piazza urla: “Io non dimentico niente, e un giorno gli faremo un culo così”. Che a chi chiede di intervistarlo risponde: “Prima dammi il telefono di tua madre”. Che ad un altro cronista replica: “Meno male che i vostri giornali stanno chiudendo. Cominci a cercarsi un altro lavoro”. Che di un terzo dice: “E’ un povero ragazzo frustrato che deve dire che ha sentito una cosa per sopravvivere”.

C’è Grillo che definisce i direttori dei Tg “gentaglia che la pagherà” e che vuol silenziare e cacciare i cronisti parlamentari (“Non devono infestare Camera e Senato e muoversi a loro piacimento”), garbatamente definendoli “folle di gossipari e di pennivendoli, mercanti di parole rubate”.

E c’è Grillo che ieri sera – Messina aveva già scritto il pezzo – nel corso del suo spettacolo fa accendere le luci, addita i giornalisti in platea e dice: “Estrapolano pezzi di frasi e fanno i titoli sui giornali. Guardateli in faccia e ricordatevi di loro”.

Se tutto questo piace al direttore del Falso Quotidiano, non abbiamo nulla da obiettare. La libertà di espressione include anche la libertà di condividere posizioni liberticide.

Ma il problema qui è un altro: e cioè la possibilità che, accanto alle opinioni di Marco Senza Ritegno Travaglio e del suo dante causa genovese, siano lecite e accettate anche le altre opinioni.

L’informazione libera è un ecosistema in cui coesistono (anche azzannandosi, naturalmente) voci e punti di vista diversi, nessuno dei quali però ha la pretesa di incarnare la Verità né l’intenzione di escludere o limitare gli altri.

Proprio qui sta la differenza inconciliabile, l’elemento liberticida: nella presunzione – condivisa dal Falso e dal M5s – di essere l’unica voce libera in un mondo di servi, di collusi, di corrotti. Siamo tutti, in un modo o nell’altro, legati a qualcuno: ma è precisamente la somma delle nostre personali servitù che fa la libertà di tutti.

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Beh, ma volete anche un minimo di coerenza??? Ma che pretese!! Qui c’è da lucrare qualche voto a destra, mica si può perdere tempo con tali sottigliezze…Col vento… cambiano le ROTTE

Quando M5s chiedeva di dare soldi ai “paperoni” delle Ong che salvano i migranti

Il grillino Corrao nel 2015 tesseva le lodi del Moas.

Risultati immagini per l Moas.

“Quella che sto per raccontarvi è una storia veramente eccezionale, che ho potuto toccare con mano al largo di Lampedusa”. Chi parla è un grande difensore delle Ong che salvano vite in mare, quelle che in questi giorni sono finite nella polemica con l’accusa, meglio il sospetto, di avere contatti diretti con i trafficanti. A chiedere la massima chiarezza ci sono gli esponenti del Movimento 5 Stelle ai massimi livelli da Beppe Grillo a Luigi Di Maio in giù. Ma a farne un elogio sperticato “di chi usa soldi privati per salvare vite umane”, e raccontare sul suo blog la missione della nave Phoenix, è Ignazio Corrao, europarlamentare M5S in questo post del 2015. “Una storia positiva, una di quelle storie che ci fa credere che esiste speranza negli uomini in questo mondo”. Corrao spiega con dovizia di particolari come nasce l’avventura di questi soccorsi, e la Ong MOAS (Migrant offshore aid station) a cui appartiene la nave.Con ogni dettaglio va poi oltre gli elogi chiedendo esplicitamente di finanziare con donazioni la missione “che ha un costo di circa 12 mila euro al mese”. Tra le altre organizzazioni finite sotto i riflettori del Movimento di Grillo, oggi c’è anche il MOAS che chissà per quale motivo non è più ritenuta affidabile e viene sospettata addirittura di “opacità” per i finanziamenti poco chiari. Che cosa è successo per cambiare idea e passare dagli elogi alle accuse?Oggi Corrao spiega “di essere salito, in occasione di una missione istituzionale, a bordo della Phoenix della MOAS, da una nave della Marina militare”. Scrive che “i coniugi Catambrone ci mostrarono in che modo si sostituivano alle autorità per salvare vite in mare e in quel contesto abbiamo espresso apprezzamento per la loro azione. In quell’occasione la nave non si spinse mai in acque libiche rispettando le regole di ingaggio stabilite dalle autorità europee”. Sarebbe la dimostrazione “che il Movimento 5 Stelle non ha mai avuto preconcetti nei confronti delle Ong”. Fin qui la precisazione dell’interessato, anche se nei giorni scorsi la MOAS ha risposto a quelle che definisce solo illazioni, annunciando le vie legali e puntando il dito con chi “vuole gettare fango, criminalizzando la solidarietà e spaventare i cittadini. E a replicare con sdegno a ogni accusa è proprio Regina Catambrone, in uno scatto sorridente accanto a Ignazio Corrao.

La politica dei pentastellati è basata su un “blog”. Ora tutti sappiamo che, normalmente, nei “blog” si commentano gli argomenti di attualità o di altro con la partecipazione di tutti al dibattito. Il blog dei pentastellati è diverso: è il “vangelo secondo Grillo”. Ma, mentre il Vangelo (lettera maiuscola) predica le stesse cose da 2000 anni, quello grillino cambia a seconda di come tira il vento: il grillino Corrao ne è quindi un rappresentante esemplare.E IL LUIGI DI MAIO..”Le organizzazioni non governative sono accusate di un fatto gravissimo, sia dai rapporti Frontex che dalla magistratura, di essere in combutta con i trafficanti di uomini, con gli scafisti, e addirittura, in un caso e in un rapporto, di aver trasportato criminali”. Sai leggere vero? Giggino Di Mail non fa distinizioni, ed oltretutto cita a sproposito il rapporto Frontex (che non ha mai letto, o legge come le Mail) che non cita minimamente le ONG come “in combutta con i trafficanti”..Prova a far fesso qualcun altro.

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Questa è bella…il fascistello dibba che ‘lavorava’ nella cooperazione internazionale. E’ proprio vero che le mele marcie sono ovunque.

“Ho visto cooperanti fare la bella vita” Di Battista su Facebook: “Sulle ong vogliamo chiarezza, perché dobbiamo essere considerati razzisti?”

PURTROPPO:In Italia abbiamo visto un “ebetino” a 5 Stelle diventare parlamentare e fare la bella vita per cinque anni. Il nome?

DI BATTISTA…..VERGOGNA!Risultati immagini per DI BATTISTA.....VERGOGNA!

Bene , nomi cognomi e Ong altrimenti è la solita fuffa.
Sti peppinielli dai magistrati agli operai del santone fino alle pecore stellate sono tutto un :ho sentito dire, mio cugino mi ha detto che un suo amico ha visto, si suppone, noi presumiamo ecc, FUFFA se sanno tutte queste cose, perché non fanno i nomi? Eppure hanno anche la forza istituzionale PER agire. Mahh…Semplice non sanno nulla su nulla ! Da quando sono sul mercato del lavoro della politica, fateci caso, non fanno altro che ripetere dei concetti da bar o da stadio all’infinito senza alternativa o soluzione ma da buoni populisti di borgata ti urlano cercando il consenso di un appoggio che ha quei livelli culturali è facile trovare. Sono tutto e il contrario di tutto.

Scommetto che quelle per cui ha lavorato lui fossero perfette.Proprio grullino, solo ciò che li riguarda è vergognoso, da cacciare, ladro, bugiardo, falso. Quello che li riguarda è semplecemente perfetto. #chepena Ok Dibba, facciamo chiarezza…Il Dibba ha lavorato per alcune ONG (ovviamente specchiate, le sue..) mentre altre sarebbero dei comitati d’affari, come ad esempio MOAS, per la quale un deputato grillino chiedeva donazioni..Ma quelli di MOAS (quando i grillini chiedevano donazioni per loro..) erano buoni, mentre adesso (che devono raccattare qualche voto a destra) sono “Kattivi”..Che le ONG siano “kattive” lo dice anche Di Maio, lo ha letto sul rapporto Frontex (che però dice esattamente il contrario..) Evidentemente Giggino legge i rapporti Frontex peggio delle Mail…Il Dibba dice che non bisogna generalizzare, ma Giggino parlava indistintamente di “taxi del mare”…Ok Dibba, davvero grande chiarezza.

Caro dibba si può chiedere agli elettori la forza di dimezzare gli stipendi, azzerare i vitalizi, mettere in carcere non solo i Buzzi di turmo ma soprattutto quelli che hanno preso i soldi senza eccedere in tante stronzate ed atteggiamenti infantili. Possibile che non si riesce ad essere persone serie e responsabili senza scimmiottare il comico panzone. Voi siete li in parlamento, avete tv e giornali a disposizione, e volete cambiare questo paese, benissimo, ma perchè atteggiarsi ad un salvini qualsiasi, bisogna essere credibili e francamente questo è il vostro problema. Riuscite solo a raccattare voti contro e non per costruire.

PS: Intanto si deve rilevare che grazie alla politica anche il Di Battista si èmesso a fare la bella vita, quindi nulla di nuovo sotto il sole, ma per arrivare al problema vero ci si chiede come mai tutto questo astio sulle ONG in questo momento. La prima cosa da chiedersi è perchè mai i trafficanti di uomini dovrebbero preoccuparsi di telefonare per avvisare l’arrivo di barconi, intanto i trafficanti fanno salire sulle carrette solo dopo che hanno pagato fino all’ultimo dollaro, quindi se muoiono non è più un problema loro, poi perchè dovrebbero dividere il guadagno con altri. La seconda cosa da chiedersi è come mai in questo periodo, in cui si deve scegliere sul 730 a chi dare 8 per mille, si scatena questa campagna. L’osservatore Romano, molto attento alle finanze, oggi si schiera con i detrattori delle ONG, forse che i contributi sono scesi negli ultimi anni per andare a organizzazioni laiche ? A pensar male si fa peccato ma molte volte ci si azzecca.

Aggiungo se guardiamo quanto e cosa si fanno rimborsare i cinque stelle, diventa facile dire “ho visto i francescani della politica fare la bella vita”. Lo stipendio lo mettono in banca e tutto quello che spendono se lo fanno rimborsare….
Magari c’è qualcuno nelle ong che ci fa la cresta… ma Di Maio spara a zero contro “il fenomeno” e rincara la dose… Anzi, chiede pure leggi speciali per fare in modo che prove non valide per un tribunale diventino valide… C’è poca differenza da quel tizio che si faceva le leggi per farsi assolvere, quando tu vuoi fare delle leggi per condannare qualcuno quando ti mancano le prove.
Se poi vogliamo parlare di chi e quanto finanzia le ong, vi invito a dare uno sguardo a quanto ricevono greenpeace e sea sheperd ( per salvare la vita ai pesci, non agli esseri umani ).

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