Archivio mensile:maggio 2017

Ormai è arrivato il momento per Germania & co di dare il benservito agli USA.

UNA MERKEL DELUSA AMMETTE LA SOLITUDINE DELL’EUROPA.

La delusione di Angela Merkel. Dopo Trump e la Brexit, dopo il G7, ammette la solitudine dell’Europa: “Degli altri non ci possiamo fidare”

I tempi in cui potevamo fare pienamente affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo ho capito negli ultimi giorni.Noi europei dobbiamo veramente prendere in mano il nostro destino. Angela Merkel

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Volesse il destino dell’Europa un simile sviluppo!!!! Giustissimo definire l’Inghilterra un ostacolo, lo è sempre stato in qualità di vassallo USA.

Grazie infinite agli USA per la liberazione, e grazie infinite ai russi, ma quel secolo è passato e davanti abbiamo un millennio nuovo. Il nostro debito è pagato con 70 anni di vassallaggio e interferenze. Gli interessi comuni dell’Europa continentale sono forti e tanti. UE ha il PIL maggiore al mondo, e i prodotti UE nel mondo vanno a mille, nonostante Trump. Personalmente farei gestire tutta la struttura pubblica italiana ai tedeschi, nulla di riduttivo, semplice pragmatismo. Chi si oppone e invoca chi sa quale nazionalismo non capisce nulla, assomiglia a Salvini. Quindi in visione di una vera Europa unita lunga vita alla Merkel. Potrebbe essere il primo presidente della UE federale. L’alternativa è fra l’Unione Europea in cui prenda l’iniziativa la Germania (non vedo altri…). ed una serie di staterelli oscillanti tra USA e Russia. La prima mossa per ovvi motivi tocca alla Germania, e nel caso che davvero si lanci in questa avventura dovrà dimostrarsi un vero leader capace di guardare agli interessi comuni dell’Europa prima che ai propri. Non so se lo farà, perchè questo implica un cambio di atteggiamento verso gli altri paesi europei che finora si è visto poco. Personalmente me lo auguro, sperando che sparisca in Italia la ridicola retorica patriottarda dell’Italietta fascista.

L’Europa a trazione franco-tedesca.Da tempo era stato da me notato che la UE si stava distaccando dagli USA.Vedasi le multe e contromulte a Apple, Deutsche Bank ecc. Ormai la vita della NATO, strumento del dominio USA sull’ Europa, è agli sgoccioli.
I tedeschi ormai parlano di “forza militare europea “.Ora, con la presidenza di due persone di destra, Merkel e Macron alleati, la UE di destra sfida gli USA, pure loro di destra.Quindi stiamo assistendo ad un contrasto intercapitalistico tra due destre al potere.Contrariamente alle sciocchezze scritte da HP, non è Trump che maltratta la UE (non ha la forza per farlo ), ma è la UE che ormai snobba gli USA.

La scelta franco-tedesca di staccare l’UE dagli USA è stata fatta da tempo., subito dopo il Brexit. Ricordate che l’ Inghilterra era la quinta colonna USA in Europa.
Ricordate che io avevo ipotizzato che Renzi voleva sostituire l’ Inghilterra coll’ Italia, come serva degli USA ,e per questo fu pesantemente aggredito (cacciato dalle loro riunioni ) da Merkel & co.Gli USA sono una nazione in pieno declino economico e politico (vedi il livello intellettuale di Trump e le intromissioni di Putin ).Esistono parecchi libri che descrivono il declino USA. Li ho indicati in un mio intervento su HP. Uno persino pubblicato da Mondadori (Berlusconi ).Non penso che la destra europea, ora egemone , sia contenta di dover ubbidire agli USA, perdendo spesso soldi ( vedasi le sanzioni alla Russia ecc. ).L’UE è un’area economica piu’ ricca degli USA.Per i ricchi europei Putin non costituisce nessun pericolo “rivoluzionario “.Ormai è arrivato il momento per Germania & co di dare il benservito agli USA.

Stiamo tentando un ragionamento storico-politico. Si parla di rapporti di forza, di realtà politiche ed economiche di rilevanza mondiale,non di “preferenze personali “.Tanto per capirci, la informo che io non “preferisco ” nulla. Ora qui cerco solo di capire. Ovviamente il mio giudizio politico, essendo io un marxista, è negativo su tutti: USA, UE, UK.Finalmente qualcuno si sveglia! Non si può delegare la nostra protezione e le nostre politiche agli altri, USA o Putin che siano! Occorre che gli Europei facciano il salto di qualità e capiscano che possono svilupparsi e mantenere il loro elevato tenore di vita solo facendo quadrato.Speriamo sia la volta buona.

PS: Per me , ormai, stiamo solo a dover scegliere (e in fretta !) da che parte stare ed agire di conseguenza. O “sovranista” o “globalista” certo la storia insegna, e non fidarsi (completamente ) è meglio, ma il domani dobbiamo decidere se ce lo costruiamo da soli o in compagnia. Poi sul “come” si vedrà avendo scelto il “cosa & perché”.

“domandinen” (tipo sturm truppen): siete voi d’accordo che 13-15 stati da soli valgono poco e che insieme, invece, da nani si trasformano in giganti capaci di “combattere” meglio le battaglie per non trasformarsi in colonie di USA(GB) – Russia – Cina ?

Siete voi daccordo a fermare i flussi migratori in Turchia e Libia, prima che approdino da noi , in Europa ?

Siete voi d’accordo che ci vuole un’autorità unica per rilanciare gli investimenti e far ripartire la crescita (andando in deroga o meglio ancora mandando in soffitta il fiscla compact) ?

Personalmente sono “globalista” con garanzie certe di reddito minimo, a garanzia di un’esistenza libera e dignitosa (possibilmente) basata sul lavoro (e se si riesce ad averlo per tutti è meglio)

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Tutto il possibile dovrà essere esercitato verso questa criminale ruberia planetaria,essendo ben consci di combattere contro dei giganti intoccabili,peggio sarebbe di mettere la testa sotto la sabbia nell’indifferenza generale.

Basta offshore, basta elusione fiscale.

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240 miliardi di dollari: è il costo annuale dell’elusione fiscale delle multinazionali a danno dei Paesi in tutto il mondo secondo le stime di Oxfam International.1.000 miliardi di euro: è la perdita totale stimata per gli Stati dell’Unione Europea derivante da pratiche di evasione ed elusione fiscale da parte di singoli e multinazionali.170 miliardi di dollari: sono le entrate perse ogni anno dai Paesi poveri per colpa delle pratiche di abuso fiscale di individui e grandi corporation.

I recenti scandali, come Panama Papers e Luxleaks, hanno portato di fronte agli occhi dei cittadini europei la gravità e l’enorme dimensione dei fenomeni di evasione ed elusione fiscale che aumentano le disuguaglianze, sottraggono risorse necessarie agli Stati per investimenti e servizi pubblici e alimentano una situazione di concorrenza sleale verso le imprese oneste.Questa situazione riguarda in maniera evidente alcune grandi multinazionali dell’economia digitale. I rapporti di Ue, Ocse ed enti indipendenti dicono che tali imprese versano in Italia meno dello 0,1% di tasse: 9 milioni versati a fronte di un mercato digitale che vale più di 11 miliardi, in cui sono egemoni.Di fatto a pagare le tasse siamo noi lavoratori, partite Iva, piccoli e medi imprenditori, che non possiamo spostare la nostra sede legale o fiscale all’estero. Quando leggiamo che la pressione fiscale è al 42,3%, significa che per ogni multinazionale che paga lo 0,1% ci sono migliaia di cittadini che pagano il 45, il 48 o il 50% di tasse. Se in questi anni l’Europa e i principali partiti europei avessero mostrato la stessa severità e “austerità” che hanno riversato sul popolo greco e sullo stato sociale italiano verso le multinazionali del digitale, le corporation, le banche, i re della moda e dell’elusione, se avessero chiesto indietro le ingenti somme di tasse non versate detenute nei cosiddetti paradisi fiscali, sicuramente avremmo avuto più risorse da ridistribuire e forse non saremmo immersi in questa lunga notte.

Ma come fanno loro a pagare meno di noi?

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Il meccanismo è complicato e allo stesso tempo semplice: queste aziende utilizzano pratiche di elusione fiscale, attraverso forme di “tax ruling” (accordi preventivi con i Paesi che permettono di trasferire gli utili e pagare meno tasse) e usando società di facciata dislocate nelle cosiddette “isole del tesoro”, che a volte sono località lontane (come Panama, le isole Cayman o Bermuda), mentre spesso sono Paesi che fanno parte della nostra stessa Europa (ad esempio Regno Unito, Irlanda, Lussemburgo, Olanda e Malta). In queste ore è partita la campagna “Think different, pay in Italy” e il 1° Giugno saremo (insieme a Sinistra Italiana, a Possibile e ai ricercatori di Oxfam) davanti all’Apple Store di Torino, perché ogni primo del mese festeggeremo “Robin Hood e i giorni della redistribuzione” davanti ai luoghi simbolo dell’ingiustizia fiscale.

Cosa chiederemo?

Che l’Ue istituisca al più presto l’obbligo per le multinazionali di rendicontare pubblicamente le tasse che pagano Paese per Paese nelle giurisdizioni in cui sono presenti, e che siano varate norme comuni per la tassazione delle imprese. I governi europei devono inoltre definire sanzioni efficaci contro i paradisi fiscali e contro le imprese che vi sono stabilite e smettere di competere tra di loro abbassando artificialmente le tasse per singoli e multinazionali, per sottrarre proventi fiscali ad altri Paesi.In questo senso l’Italia ha offerto recentemente un esempio molto negativo: la vergognosa “Flat tax” introdotta dal governo italiano per i residenti stranieri ad alto reddito è una misura profondamente sbagliata, dannosa per i normali contribuenti e sleale verso gli altri Paesi e i partner europei.

E infine chiediamo che i redditi di impresa delle multinazionali del digitale siano tassati nei Paesi in cui vengono generati, non attraverso la “web tax” proposta da alcuni e che profuma di condono, bensì attraverso una vera “digital tax” che farebbe recuperare all’Italia fra i 2 e i 3 miliardi di euro.

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La Merkel si conferma l’unico vero leader in Europa.

G7, Merkel scarica Trump: “Impossibile ormai fidarsi degli Usa”

Angela Merkel aumenta il vantaggio nei sondaggi. Faz, ha pronto un “piano segreto” per l’Europa. In arrivo novità su investimenti, difesa e migranti. La cancelliera in Baviera: “Finito il tempo in cui contare sugli altri, Ue prenda in mano il suo destino” Angela Merkel prende il largo nei sondaggi e pensa già al nuovo mandato da cancelliera tedesca. Secondo il quotidiano Faz, è in via di definizione un piano per il rilancio dell’Europa, che passerà attraverso una nuova strategia per gli investimenti e per l’immigrazione.

La Merkel si conferma l’unico vero leader in Europa. L’incontro/scontro con Trump deve averla convinta definitivamente che la musica è cambiata. L’Europa e gli USA hanno interessi divergenti sia in campo commerciale che nei confronti della Russia e quindi se vuole continuare a esistere necessita una politica di difesa autonoma dalla NATO. Per i migranti , ci vuole qualcosa tipo l’accordo con la Turchia, ma finora stanno trattando con un governo che non controlla il suo territorio.

Il “piano segreto” della Cancelliera andrà prima svelato, ma prevede probabilmente un asse franco-tedesco in politica estera, militare ed economica ed un’apertura all’Italia sulle quote di immigrazione. Non mi è chiaro quale ruolo potranno giocare paesi come l’Italia e la Spagna. In ogni caso, la Germania tende ad assumere un ruolo predominante nella nuova costruzione europea.

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Bene Matteo Renzi. Noi non temiamo le elezioni. Ottima intervista e come sempre tu sai fare perfetta analisi politica. Tutto ciò che è da fare…fallo.

Matteo Renzi: “Possibile un’intesa a tre sulla legge elettorale”…”Votare prima riduce rischi instabilità”… “Larghe intese? Necessarie se non ci sono i numeri”

Il segretario Pd vede l’accordo con M5S e Forza Italia, “lo chiede il Colle”

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Renzi ha solo una colpa, quella di non aver obbligato lo scioglimento del Parlamento dopo il 4/12. Lì si che sarebbe stato un grande. Così i fautori del NO e della possibilità di riformare la Costituzione (più bella del mondo) in 6 mesi sarebbero spariti per sempre.

Ora, secondo me, centrato uno dei problemi. Per contro la “grande coalizione” è uno strumento per governare molto recente in Italia: è diverso dalla spartizione dei poteri e delle aree di competenza che prevedeva l’inciucio PC e DC.
La grande coalizione costringe la mediazione interna al governo, il presente governo ha una impronta fortemente liberale (riconducibili al PPE più che alla destra xenofoba e razzista Italiana) e qualche tiepido slancio socialista (riconducibile al PSE più che alla sinistra Italiana ancora legata alla lotta di classe e all’odio dei ricchi).
A mio modo di vedere non è del tutto privo di prospettive. Potrebbe anche funzionare.Sono fiducioso che sia anche uno strumento di garanzia dei diritti civili diversamente fatti oggetto di ideologie locali.

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E’ devastante ed impressiona perché come tutto oramai viene declinato in modo massificato e pervasivo.

La storia di un professore di Milano assolto dalle accuse di molestie sessuali.

Quasi quasi, alla fine, il meno restano i 19 giorni a San Vittore nel raggio degli arrestati per reati sessuali, e i successivi altri 11 mesi ai domiciliari fino allo scadere della custodia cautelare: il meno, in confronto all’accusa di aver approfittato della propria condizione di docente di arte alla scuola media Manzoni di Milano per toccare il fondoschiena, accarezzare le cosce o sfiorare l’inguine di 4 alunne di I e III media.

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Una «violenza sessuale» dalla quale il Tribunale ha assolto «con formula piena perché il fatto non sussiste» il professor Maurizio Minora, ritenendolo vittima di una «suggestione collettiva»: innestatasi da un lato sulla sua dichiarata propensione a «un atteggiamento fisico e affettuoso sia con i maschi sia con le femmine» (come pacche sulle spalle o sculacciate per farli rientrare in classe), e dall’altro su «voci incontrollate e destituite di ogni fondamento» che di bisbiglio in bisbiglio lo volevano gay, poi pedofilo, poi già denunciato in passato, poi persino violentatore del proprio figlio, o egli stesso abusato da piccolo. La Procura della Repubblica, che aveva chiesto la condanna a 2 anni e 6 mesi, non ha impugnato l’assoluzione, e nemmeno la Procura Generale. L’assoluzione è dunque definitiva, al pari che per l’insegnante di sostegno Ripalta Izzi, per la quale erano stati chiesti 2 anni nell’ipotesi avesse saputo delle molestie ma non le avesse impedite.

Mi dispiace tantissimo per quest’uomo; vittima di una società terribilmente arcaica nella mentalità, in cui i pregiudizi, i pettegolezzi ed i giudizi arbitrari sono ancora lo strumento di analisi della realtà più utilizzato dalla massa, “innestatasi da un lato sulla sua dichiarata propensione a «un atteggiamento fisico e affettuoso sia con i maschi sia con le femmine» (come pacche sulle spalle o sculacciate per farli rientrare in classe)” Quindi, se la citazione è vera, il professore sculacciava ragazzine di prima media per farle rientrare in classe. Mentre l’accusa è di aver toccato il fondoschiena.Mi ricorda una persona, ma almeno aveva la decenza di essere in un istituto superiore.

Da leggere anche; “Per i giudici Giovanna Ichino, Anna Zamagni e (estensore) Alessandro Santangelo, i denunciati «atteggiamenti sessualmente molesti non trovano riscontri in terze persone, ma solo nelle reciproche» (e «in più punti contraddittorie e/o inverosimili») dichiarazioni delle quattro ragazze, «che non può sottacersi fossero legate da relazioni psicologiche molto complesse»: ad esempio una «psicologicamente succube» della sua migliore amica, o un’altra vittima di bullismo. La ragazza-capogruppo avrebbe dunque cominciato «ad attribuire agli atteggiamenti fisici e affettuosi, da sempre tenuti dal professore, una connotazione sessuale che in realtà non avevano affatto, influenzando le persone a lei più vicine per trovare conferma al suo erroneo vissuto soggettivo.”

Quindi c’è una ragazza con una migliore amica molto forte e un’altra che ha subito bullismo che affermano che un professore le ha palpato il culo e secondo i giudici gli atteggiamenti fisici e affettuosi, tenuti dal professore da SEMPRE secondo i giudici; non trovano riscontri in atteggiamenti sessualmente molesti.

Questa sembra una triste storia di una persona caduta in un vortice da cui si è salvato solo grazie a giudici equilibrati. Ormai accusiamo di essere un mostro uno che tocca il sedere a dei bambini (italiani immagino) e poi facciamo finta di niente quando leggiamo che 15 bambini sono annegati o morti per effetti di un bombardamento -praticamente una volta la settimana. Magari quei bambini avessero avuto un insegnante che li spingeva in classe a sculacciate. Stiamo diventando come l’america, il regno dell’egoismo. E non sto giustificando i pedofili, questo mai. Sto solo considerando il senso delle propozioni della nostra morale (e mi ci metto dentro anche io).

Ogni società ha, evidentemente, un insito ed inestirpabile bisogno di mostri, streghe, orchi. Li inventa con la fantasia, li crea con il sospetto. Milioni di persone leggono libri da brividi e vedono film “de paura” senza costrizione. Alienare da sé le parti più inquietanti della natura umana è salvifico. Il concetto di capro espiatorio è antico, le radici magiche affondano nei millenni ed oggi vengono coniugate sui social network, nella cronaca. Questa persona ha pagato questo bisogno sociale, come quello accusato di pedofilia su facebook o quelli del bar cui è stato dato fuoco perché sospettati di aver festeggiato l’attentato di Manchester. E’ devastante ed impressiona perché come tutto oramai viene declinato in modo massificato e pervasivo.

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Trump diventa presidente e poi dice che deve imparare. Mamma mia! Pare Di Maio.

Sul cambiamento climatico gli Stati Uniti sono da soli.Sono l’unico paese del G7 che non si è impegnato per rispettare gli accordi di Parigi, come si legge nel comunicato finale del vertice di Taormina.

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La posizione assunta dal Tinta, pur considerando la velocità delle sue contorsioni sui temi più vari, lascia assolutamente intendere che gli Usa si ritireranno, o comunque non si impegneranno a rispettare, gli accordi di Parigi sui cambiamenti climatici.
Non sono in grado di dire quanto gli accordi potranno contribuire ad affrontare il problema, ma un semplice approccio di buon senso mi induce a pensare che siano comunque meglio dello statu quo.
Analogamente resto convinto che le decisioni dell’Amministrazione Tinta non impediranno, alla parte più lungimirante dell’economia americana, di continuare a perseguire politiche di efficientamento energetico e di utilizzo delle fonti rinnovabili e per mere considerazioni di vantaggio economico.
Tuttavia non possiamo ignorare che una scelta come quella che si prospetta, al di là dei suoi reali effetti pratici, assume valenze politiche e simboliche molto forti, mostrando totale disprezzo per la tutela del nostro pianeta, del benessere e della salute dei suoi abitanti, delle prospettive di uno sviluppo sostenibile ed esprime soltanto attenzione per la tutela degli interessi dell’industria delle fonti fossili.
La risposta politica spetta ai governi e mi auguro che l’Europa possa assumere, mantenendo pienamente i suoi impegni, la guida di un movimento rivolto alla progressiva eliminazione dell’energia ricavata da carbone, petrolio e, in prospettiva, anche gas, nella piena consapevolezza che tale scelta non assicura soltanto la salvaguardia della Terra, ma anche un vantaggio competitivo reso evidente dagli ultimi anni.
Anche noi cittadini di tutto il mondo possiamo però dare una risposta, attraverso due semplici locuzioni, la prima delle quali rovescia uno dei concetti tanto cari al Tinta e cioè “don’t buy american” e “don’t travel to Usa”-
Con la prima intendo suggerire di evitare di acquistare qualsiasi prodotto, beni di consumo, tecnologie, provenienti da quel paese (che un tempo amavo) per dare un segnale molto forte della nostra contrarietà alle loro scelte.
La seconda locuzione produce una evidente eterogenesi dei fini e fa felice l’amministrazione dl Tinta, che vuole imporre pesanti limitazioni all’ingresso anche a noi europei, ma certo non fa felice l’industria turistica americana, che rischierebbe di pagare un prezzo pesantissimo.
Forse non servirà, ma sarebbe comunque un segnale molto forte.

 

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A tre mesi dalla nascita il progetto sembra fallito

La deriva grillina di Mdp. Ora è D’Alema a somigliare alla Guzzanti

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A tre mesi dalla sua nascita è legittimo chiedersi se l’operazione Articolo 1-Mdp sia già fallita. 

Se l’ambizione era quella di dare vita ad un partito capace di raccogliere dissensi e malumori in casa Pd a livello di massa e non solo di ceto politico, allora sì, l’operazione è fallita. Se il disegno era quello di creare una nuova forza politica più nettamente di sinistra ma con vocazione di governo, ancora una volta: sì, l’operazione è fallita. Purtroppo è così.

C’è da domandarsi se Mdp serva ad altro se non a coltivare uno spazietto politico-parlamentare per un pezzo di ceto politico.

Non avanza grandi idee, si limita a fare interdizione a quelle dell’odiato Pd. Non svolge una grande azione sul territorio, non suscita particolari movimenti né di massa né di élites. Non partecipa granché alle discussioni sui grandi temi – dall’economia all’Europa. Non vengono alla ribalta nuovi leader, siamo sempre a Bersani e D’Alema.

Qualche volta ci azzecca, essendo i suoi parlamentari gente di una qualche esperienza, come sui voucher. Successi di un giorno, effimeri.

Il problema strategico di Mdp è di non avere uno sguardo lungo. Finisce così imprigionato nella mera protesta di breve periodo: ma lì è incommensurabilmente più forte Grillo. Scivola su posizioni estremiste antigovernative: ma lì sono più tosti i compagni di Sinistra Italiana. E, stringi stringi, la scissione al Pd ha fatto poco danno, in termini politici e, a guardare i sondaggi, anche elettorali. Se hanno provato ad avere qualche peso nelle primarie, il risultato si è visto.

Possibile che uomini come Bersani e D’Alema non si rendano conto di coltivare un’impresa politicamente sterile? Possibile che, per il bene della sinistra e delle loro idee, non comprendano che servirebbe un maggiore livello di pensiero e una più coerente azione di massa?

I due leader rischiano di essere la palla al piede del Movimento. Di frenare la formazione di un giovane gruppo dirigente meno assetato di vendette e pervaso di spirito rancoroso. Di diventare – ed è la cosa che più impressiona – una caricatura del grillismo.

Infatti loro praticano la strada breve del no a tutto. Come sulla legge elettorale. Un giorno criticano un progetto che non prevede cartelli elettorali, il giorno dopo vogliono la coalizione con gente che disprezzano, un altro giorno ancora vogliono il tedesco ma in realtà sperano che lo sbarramento non ci sia.

Vogliono che Gentiloni duri ma minacciano di farlo cadere, cercano Pisapia ma intuiscono che Pisapia gli sottrarrebbe visibilita e voti. Ma  la più bella in assoluto è: sì all’intesa col Pd ma non Renzi (confermato segretario del Pd da un mese, ndr).

La solita sindrome della “cespuglite” guida i comportamenti di Mdp. Un bertinottismo ma senz’anima. Lotta per la sopravvivenza più che per la testimonianza.

Nella confusione, è davvero stupefacente leggere un D’Alema – sul Corriere della Sera – ironizzare su “Renzusconi” – roba che nemmeno una Paola Taverna – proprio lui che in nome della Politica con Berlusconi cercò per anni un’intesa prima di essere regolarmente messo nel sacco. Adesso è D’Alema che somiglia a Sabina Guzzanti – quella vera.

Sembra incredibile che un leader cresciuto a pane e Togliatti (al IX Congresso del Pci, 1960, dodicenne diede i fiori al Migliore) esalti un partito del 3% come il suo, che si senta a suo agio nell’avvoltolarsi nella più banale propaganda neo-gruppettara (ah, quanto sono lontani gli anni della battaglia contro l’estremismo!), accostandosi forse inconsapevolmente alla sottocultura girotondina (ah, quell’epica assemblea a Firenze duellando con Paul Ginsborg!) e persino travagliesca – le stantie frecciate alla Boschi.

Inebriato dalla vittoria del 4 dicembre, nella quale egli assegna a se medesimo un ruolo strategico, D’Alema ha evidentemente voglia di tornare a calcare le scene nazionali da protagonista – malcelando questa ambizione con il solito “non sono candidato a nulla” – forse perché è in scadenza il suo incarico di presidente della Feps (l’organizzazione delle Fondazioni dei partiti socialisti europei): a fine giugno al suo posto potrebbe andare un socialdemocratico svedese della Fondazione Olaf Palme.

Può darsi – anzi è probabile – che nel Mdp si aprirà a un certo punto una discussione che sfoci in un forte rinnovamento generazionale e ad un ripensamento della funzione di un piccolo partito di sinistra. È l’unica speranza. L’alternativa è nota: fare la triste fine di tutti i gruppi minoritari.

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Durante la prima edizione del Ventotene Europa Festival, un gruppo di giovani scriveranno una Dichiarazione che diventerà la base per una vera Costituzione Europea

Perché sono i giovani a dover scrivere la Costituzione europea.

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Noi europei siamo il 7% della popolazione mondiale, produciamo il 25% del Pil totale e consumiamo il 50% del welfare. Per cinquecento anni ci siamo fatti la guerra e da poco viviamo in pace. Siamo più fortunati di tanti altri abitanti del pianeta. A nulla servirà l’erezione di nuove barriere per frenare i migranti e mettere in sicurezza i cittadini. Nessuna frontiera potrà fermare la voglia di libertà. Nessuna guerra potrà ristabilire il diritto. Nessuna religione potrà sostituirsi allo Stato.

L’unico argine a nuovi nazionalismi e nuovi conflitti, sarà costruire la cultura della volontà dell’individuo. La cultura di essere diversi ma di avere le stesse ambizioni; la cultura di impegnarsi senza secondi fini nella solidarietà; la cultura della Memoria che mai dovrà scomparire; la cultura del contributo fornito dall’immigrazione nella storia dell’uomo. La cultura che solo i giovani possono avere. Il futuro cammina con loro.

Per questo come presidente de La Nuova Europa, associazione non profit per la diffusione dei valori solidali nell’Ue, sono contento che trenta ragazzi provenienti da Roma, Parigi e Berlino, scriveranno in questi giorni a Ventotene, durante la prima edizione del Ventotene Europa Festival, una Dichiarazione che diventi la base per una vera Costituzione Europea.

E’ una piccola grande cosa perché nasce dal basso ma punta in alto, al cuore e alla mente di tutti noi europeisti. Loro, tutti giovani tra i 16 e i 18 anni, sono europei e la desinenza fa la differenza. Sono loro i primi a  perdere tutto se l’Unione non avanzerà sulla strada dell’integrazione: libertà di movimento, libertà di studio, libertà di scegliere dove lavorare e libertà di cogliere le opportunità che l’Europa gli offre.
I ragazzi provenienti dai licei Mamiani e Pasteur di Roma, Honore’ de Balzac di Parigi e Humboldt di Berlino, lavoreranno nella scuola intitolata ad Altiero Spinelli, uno degli autori del Manifesto di Ventotene, e la consegneranno poi alla Presidente della Camera Laura Boldrini e del Parlamento Europeo, Antonio Tajani, dopo una serie di incontri dedicati all’arte (con gli amici del Teatro dell’Elfo che leggeranno i brani del Manifesto) all’impegno (sarà collegato durante la proiezione di FuocoAmmare il medico di Lampedusa, Pietro Bartolo) alla solidarietà (da Montecassino arriverà la fiaccola di San Benedetto, patrono d’Europa).

Che tutto ciò accada nei giorni del G7 è un segnale di grande vitalità della società civile europea.

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Libretto famiglia per i lavoretti domestici e contratto occasionale per le piccole imprese. Ecco cosa cambia

Come funziona PrestO, il nuovo strumento che sostituisce i voucher.

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Mandati in pensione i voucher dall’attuale governo (“Sono stati aboliti e non torneranno”, ha assicurato oggi Anna Finocchiaro), l’urgenza della politica è stata quella di cercare uno strumento per regolare il lavoro saltuario e occasionale. Come coprire l’esigenza delle tante famiglie che devono pagare collaboratori domestici come babysitter, badanti o insegnanti per le ripetizioni scolastiche? Come aiutare le piccolissime imprese che non possono permettersi di assumere dipendenti a tempo indeterminato?

La soluzione, che tanto sta facendo discutere la politica in queste ore, si chiama PrestO, con la o maiuscola, acronimo di “Prestazione Occasionale” e viaggia su un doppio binario: libretto famiglia per i lavoretti domestici e contratto occasionale per le piccole imprese (sotto i cinque lavoratori).

Ecco in sintesi come funzioneranno:

Libretto famiglia per colf e badanti – Si tratta di un libretto nominativo, che può essere acquistato attraverso la piattaforma informatica Inps, o presso gli uffici postali, prefinanziato con titoli di pagamento da 10 euro (più 1,65 euro di contributi, 0,25 euro di assicurazione infortuni e 0,10 euro per oneri di gestione a carico del datore di lavoro). Il libretto elettronico servirà anche per il contributo ai servizi di babysitting. Il pagamento arriva dall’Inps il 15 del mese successivo. Il lavoratore ha diritto al riposo giornaliero, alle pause e ai riposi settimanali. Inoltre, non possono essere acquisite prestazioni di lavoro occasionali da soggetti con cui il datore di lavoro ha o ha avuto da meno di sei mesi un rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa.

Queste sono le categorie di “prestazioni”:
– Piccoli lavori domestici, inclusi giardinaggio, pulizia o manutenzione
– Assistenza domiciliare ai bambini e alle persone anziane, ammalate o con disabilità
– Insegnamento privato supplementare

Per quanto riguarda il nuovo contratto di prestazione occasionale potrà essere utilizzato da micro imprese fino a 5 dipendenti, escluse quelle del settore agricolo. Escluse anche le imprese edilizie e quelle coinvolte nell’esecuzione di appalti di opere o servizi. Il compenso orario minimo è di 9 euro, cui si aggiungono i contributi a carico del datore nella misura del 33% del compenso e i premio assicurativo contro gli infortuni. Le prestazioni non devono superare le 4 ore continuative e il compenso non può essere inferiore a 36 euro. Non si potrà attivare nemmeno nel caso in cui il lavoratore nei sei mesi precedenti abbia avuto nella stessa impresa un contratto subordinato o di collaborazione.

Tetto di 5mila euro e non oltre 280 ore – Le prestazioni di lavoro occasionale non possono superare l’importo di 5 mila euro in capo a ciascun lavoratore sia a ciascun datore di lavoro (prima era a 7mila), con un ulteriore limite di 2500 euro l’anno per le prestazioni rese a un singolo datore. Non si possono comunque superare le 280 ore annue altrimenti il lavoratore deve essere assunto a tempo indeterminato.

Tracciabilità – Per utilizzare i nuovi strumenti sia i lavoratori che i datori dovranno iscriversi a una piattaforma ad hoc dell’Inps, attraverso la quale saranno anche erogati i nuovi buoni. I pagamenti potranno arrivare anche per F24. Per il Libretto Famiglia l’iscrizione potrà avvenire anche attraverso patronati.

Il contratto si attiva prima – Nel caso delle imprese le prestazioni vanno comunicate almeno un’ora prima, se la prestazione non avviene ci sono tre giorni di tempo per la revoca. Le violazioni saranno punite con multe da 500 a 2500 euro.

Anche la Pubblica Amministrazione potrà fare ricorso al contratto di prestazione occasionale seppure esclusivamente per esigenze temporanee o eccezionali, come emergenze dovute a calamità naturali, attività sportive o manifestazioni sportive. Se si superano le 280 ore non scattano gli obblighi delle imprese private.

Come usarli – Per accedere alle prestazioni, datori e lavoratori devono registrarsi in un’apposita piattaforma informatica, gestita dall’Inps, che si occupa di accreditare i compensi ed erogarli attraverso un sistema di pagamenti elettronici. Solo per il Libretto Famiglia, gli adempimenti possono essere svolti tramite un ente di patronato.

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Si! è andato per scomunicare il tuo caro amico, e ne avrebbe ben donde.

Maurizio Crozza accoglie il Papa a Genova: “Ciao Franci, sei venuto a scomunicare Grillo?”

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Papa Francesco nei cantieri dell’Ilva: “L’obiettivo è lavoro per tutti, non reddito e basta. Il buon imprenditore non licenzia” Parole dure contro gli speculatori. “Togliere il lavoro è anticostituzionale”. Un esempio pratico e semplice (anche per uno sgrullato) di cosa significhi ESSERE IN GRAZIA DI DIO… mi riferisco alle capacità intellettive.Reddito per tutti e ricchezza per tutti. Il bel mondo di Bengodi…Crozza: Amico mio, non hai capito che se la gente non lavora chi paga il reddito per tutti? Lo spirito santo?  Francesco ha detto “L’obiettivo non è un reddito per tutti ma un lavoro per tutti. Senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti” Una sconfessione piena senza se e senza ma ai Grillini. “Papa”; cosa dovrebbe fare?. Aprire, ad esempio, una fabbrica di automobili o una azienda hi-tech? Ma fatemi il piacere; promuovere lo sviluppo economico dei Paesi spetta alla politica. Se in Italia manca lavoro di chi è la colpa? Del Papa? O di politici incapienti che negli ultimi 25-30 anni hanno portato il nostro paese al declino?

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