Il programma del M5S PORTA MAGGIORI SPESE E MINORI ENTRATE, E COPERTURE. VOLETE QUESTO !

Il programma del M5s porta un disavanzo di 63 miliardi. Sotto la lente, le elezioni e l’economia /2  Rispetto ai calcoli del Movimento il reddito minimo non costa 15 miliardi ma quasi il doppio. Superare la Fornero genera aggravi per 15 miliardi invece degli 11 previsti.Con la riforma Irpef minori entrate per 16 miliardi,non per 4

Il costo totale del programma M5S, secondo lo stesso movimento, è di 78,5 miliardi (il 4,5 per cento del Pil), di cui più di tre quarti di maggiori spese. Secondo le mie stime, il costo totale è di 108 miliardi. A queste cifre bisogna aggiungere svariati ma imprecisati miliardi da almeno tre voci non quantificate nel programma del M5S. La somma delle coperture è di 79 miliardi secondo il M5S, 45 miliardi secondo le mie stime. Sottraendo le coperture dal totale dei costi, si ottiene un avanzo di 0,5 miliardi secondo il M5S, un disavanzo 63 miliardi (il 3,5 per cento del Pil) secondo le mie stime. Di seguito una breve spiegazione delle maggiori proposte.

Il reddito di cittadinanza è un reddito minimo garantito di 812 euro al mese per un single, 1.706 euro al mese per una famiglia di due adulti con due figli. Il costo secondo il M5S è di 15 miliardi, lo stesso calcolato dall’Istat nel 2015. L’Inps calcolò il doppio, 30 miliardi, una cifra confermata di recente da Massimo Baldini e Francesco Daveri su lavoce.info. L’Istat attribuisce alle famiglie che possiedono la casa un reddito “imputato”, pari all’affitto che pagherebbero sulla casa se fosse in affitto. Questo aumenta il loro reddito, e diminuisce quindi il sussidio che ricevono. Tuttavia, non c’è menzione di questo aggiustamento nella proposta del M5S.

Il M5S propone di superare la legge Fornero tornando alla pensione di anzianità con 41 anni di contributi per i lavori gravosi e di introdurre “quota 100”, meno pesante per le casse dello stato della “quota 96” pre-Fornero: con quota 100 per andare in pensione a 60 anni bisogna avere 40 anni di contributi, con quota 96 ne bastavano 36. La stima di costo del M5S è di 11 miliardi, compreso il blocco dell’adeguamento dell’età pensionabile alle aspettative di vita. Tuttavia, quest’ultimo richiede di modificare anche tutte le riforme approvate dai governi di centrodestra dal 2004 in poi, che hanno introdotto il principio dell’adeguamento: la legge Fornero si è limitata ad accelerarne i tempi di applicazione. Prudenzialmente, assumo un costo di 15 miliardi.

Gli aiuti alle famiglie (14,5 miliardi) consistono in rimborsi per asili nido, pannolini e baby sitter e nell’innalzamento dell’importo detraibile per assunzione di colf e badanti.

Tra le entrate, per quanto riguarda l’Irpef, vi saranno tre aliquote, con no tax area a 10.000 euro invece degli 8.000 attuali, fino a 26.000 se si hanno famigliari a carico. Il costo stimato dal M5S è di 4 miliardi (13 miliardi da cui va sottratto il costo del bonus 80 euro, che il M5S vuole abolire). Recentemente, Massimo Baldini e Leonzio Rizzo su lavoce.info stimano un costo di 16 miliardi: essi applicano l’aumento della no tax area a tutti i contribuenti, inclusi gli autonomi, dato che la proposta del M5S non menziona alcuna differenza. D’altra parte, la loro è probabilmente addirittura una sottostima del costo perché non tiene conto del forte aumento delle detrazioni per famigliari a carico proposto dal M5S, fino a 26.000 euro.

Passiamo a un esame delle maggiori coperture. La prima fonte del programma è la “spending review” di Carlo Cottarelli. Lo stesso M5S riconosce che “alcuni tagli potrebbero essere considerati non equi dal M5S”. Inoltre risparmi per circa 10 miliardi di quel piano sono già stati attuati, anche se con modalità diverse (comunicazione personale di Carlo Cottarelli). Quindi prudenzialmente assumo una cifra di 20 miliardi sui 34 del piano originario.

Risparmi per 7 miliardi dovrebbero venire dalle grandi opere “inutili”, ma in Italia non si spendono 7 miliardi all’anno in grandi opere. Una stima più realistica di 3 miliardi di risparmi possibili.

Infine, la fonte di copertura più gettonata da tutti, come vedremo: l’eliminazione delle tax expenditures. Per il M5S “in totale l’erosione fiscale dovuta ad esenzioni, detrazioni e deduzioni supera i 300 miliardi”. In realtà, molti di questi miliardi sono dovuti a misure come le detrazioni per figli, la no tax area etc., che il M5S vorrebbe aumentare, non diminuire. Il rapporto annuale del 2017 della Commissione per le spese fiscali presieduta da Mauro Maré censisce 466 spese fiscali, per un totale di 54 miliardi, da cui però bisogna sottrarre i 9 miliardi del bonus 80 euro che il M5S vuole abolire.

Ciò che resta, 45 miliardi, è poco più del totale che il M5S si ripromette di ottenere. Ma molto di ciò che rimane sono misure che nessuno potrebbe o vorrebbe abolire, come le detrazione per spese sanitarie (3,1 miliardi). Realisticamente, da questa voce si possono ottenere qualche miliardo inizialmente, e forse 20 o 30 miliardi a regime, affrontando enormi resistenze.

Il programma del M5S PORTA MAGGIORI SPESE E MINORI ENTRATE, E COPERTURE. VOLETE QUESTO !ultima modifica: 2018-02-13T10:57:38+01:00da bezzifer
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