Archivio mensile:febbraio 2018

Bella lezione, sprecata purtroppo per i tanti Salvini italiani. Un saluto beneaugurante.

La mamma adottiva di due bimbi scrive a Salvini: “Fai vivere i miei figli nel terrore”. Facebook la blocca. Incredula la donna: “Paradossale, sarei io quella che incita al razzismo?”. Il leghista risponde: “Allontanerò delinquenti e spacciatori, non certo i bambini”

MANDA A FAN..LO SALVINI I RAZZISTI I FASCISTI I POPULISTI E VOTA PD PER IL BENE TUO DEI TUOI FIGLI E DEL ITALIA TUTTA PENSA PURE LA LORO.

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Senza nominare il nome di Salvini, tanto passerà pure lui, la leggerei una volta al mese in tutte le classi delle scuole medie inferiori e superiori, e poi aprirei un dibattito. Grazie signora e mamma, lei ha scritto un messaggio che è un inno all’amor patrio, ai figli senza aggettivo, al rispetto degli altri!

Brava Signora  , chi ama la vita di tutti , chi ha cuore , chi ha coscienza  è degno di condannare chi si esprime nel modo cosi crudele . Queste persone avranno penso una famiglia e spero che i rimanenti componenti non la pensino cosi  , e riconoscano la cattiveria . Questo sproloquiare non è politica è CATTIVERIA verso il mondo intero.

La Signora ha tutta la mia solidarietà. Purtroppo la mia generazione ha permesso la nascita e la proliferazione di tanti qualunquisti che parlano alla pancia del paese e che trovano altrettanti qualunquisti che li votano. Questo signore è un paradosso vivente ( prende un ricco stipendio dall’Europa ma la dileggia e brilla per assenteismo). E non si rende conto della conseguenza delle parole che gli escono di bocca.

E direi che la signora Nobile interpreta i migliori sentimenti della maggioranza del popolo italiano. Ad altri FASCIOLEGAIOLI vorrei invece dire semplicemente questo: è senz’altro vero che l’immigrazione non può essere sostenuta da un solo Paese, ma in questo caso le colpe non sono di chi chiede ospitalità, ma di tutto il resto d’Europa che la nega o la intende secondo il suo comodo e convenienza. Inoltre, i nostri veri problemi di sempre non sono gli immigrati in sé, ma il dominio interno della corruzione politico-economica e della criminalità organizzata. oltre all’assenza di un vero senso civico generale. Credo che molti africani immigrati abbiano a cuore l’Italia più di tanti sedicenti “veri” italiani.Io inizierei con il togliere di mezzo gli ignoranti. E la cosa vi toccherebbe in prima persona, da subito. Quello si che sarebbe uno meraviglioso passo avanti!

PS: Gli integralisti padani ce l’hanno sempre con qualcuno. Hanno cominciato coi Meridionali (”terún”), poi hanno scoperto che anche loro sono meridionali di qualcuno. Allora sono passati a Roma Ladrona fino a quando Bossi e Belsito hanno dimostrato che le persone giuste sanno rubare anche a Milano. Poi se la sono presa con gli sfaticati che si riempiono le tasche di soldi pubblici saltando da un partito all’altro ed evitando il lavoro, ma si sono accorti di avere Salvini. Allora hanno attaccato i neri, i gialli, i rossi, i gay, i musulmani, i rom, i polacchi, gli albanesi, il ministro Kyenge, i buonisti, i radical chic, ecc. Adesso e’ il turno delle razze colorate.Invece, con i ladri ed i mafiosi non se la sono mai presa. Soprattutto gli evasori. Quelli li aiutano con leggine su misura (Scudo Fiscale per es.) e ci si alleano per governare l’Italia che odiano da sempre.

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Politiche e non semplici promesse per ridurre le disuguaglianze in Italia

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La lotta alle diseguaglianze è stato uno dei temi caldi di questa campagna elettorale. Salario di cittadinanza, salario d’inclusione, salario di dignità: la declinazione variegata di uno stesso tema, visto da “destra”, dal “centro” o da “sinistra”. La risposta, più o meno indovinata, a un problema reale, che nasce dai mutamenti intervenuti nell’evoluzione dell’economia. Movimenti che, a differenza del passato, tendono a “escludere” piuttosto che a “includere”, essendosi trasformato l’orizzonte di riferimento: non più il singolo Stato nazionale, ma l’intero pianeta.

Il rischio di esclusione come paradigma della modernità. Se guardiamo all’Europa, l’aspetto più inquietante è dato proprio dall’interrompersi di quel “processo di convergenza” che è stato il fondamento del progetto europeo. E la sua più forte giustificazione sul piano politico. Anche in questo mondo più vasto il rischio della progressiva emarginazione dei paesi più deboli – e l’Italia è tra questi – risulta evidente.

Fenomeni di questa portata sono una conseguenza diretta dei continui processi di riconversione che caratterizzano l’economia mondiale. Fino a qualche anno fa sembrava che i Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa), fossero il nuovo Polo del suo sviluppo. Oggi la crisi di alcuni paesi, che componevano quel gruppo di testa – da Brasile al Sud Africa – ne hanno fortemente ridimensionato le aspettative, rimettendo al centro delle analisi le old economie: dagli Usa all’Eurozona.
L’effetto di questi megatrend sugli equilibri sociali interni di ciascun paese non si sono fatti attendere. I winner – i vincenti della globalizzazione – da un lato; i looser – i perdenti – dall’altro. Nuove categorie sociali che punteggiano le realtà di tutti i paesi: dall’America che elegge Donald Trump; ai “sovranisti” europei, in lotta per “first ourself”.

Al di là delle suggestioni puramente ideologiche, il problema del “che fare?” per limitare i danni della tendenza all’esclusione, implicita nelle dinamiche della modernità, resta in tutta la sua portata. Anche se – data la genesi del fenomeno e il suo carattere sostanzialmente esogeno – non esiste una soluzione univoca. Che possa essere applicata ovunque e comunque.

Da questo punto di vista, la situazione italiana presenta alcune specifiche caratteristiche. Non si può certo dire che le spese per la previdenza e l’assistenza siano diminuite. Al contrario, se si ha come riferimento il quadro di finanza pubblica, a livello dell’Eurozona, è facile vedere come l’impegno profuso sia stato particolarmente consistente.

Secondo gli elaborati della Banca d’Italia, le spese di questo comparto sono aumentate dal 16,4 (2007) al 20,1 per cento del Pil (2016). Nel resto dell’Eurozona dal 14,8 al 16,4. Le relative distanze sono ulteriormente cresciute: da quasi 1 punto di differenza, nei primi anni della nascita dell’euro; ai quasi 4 del 2016. È vero che, a causa dell’opacità contabile che ne caratterizza la gestione, non si riesce a capire il “quantum” effettivo della spesa per l’assistenza, ma le distanze rimangono rilevanti.

Possono ulteriormente aumentare, grazie all’attuazione delle misure proposte in campagna elettorale dai vari partiti e movimenti? Qualche dubbio è più che legittimo, anche al di là del problema, tutt’altro che secondario, relativo alle necessarie coperture finanziarie. Che si debba procedere in qualche modo a una profonda riforma del welfare è indubbio. Ma in una direzione forse inversa a quella auspicata da molti. Nel segno di una maggiore selezione degli interventi: non a “tutti”, ma solo a favore di coloro che ne hanno effettivamente bisogno.

Per il resto una politica effettiva contro gli esclusi, almeno in Italia, è strettamente intrecciata a una prospettiva di crescita e di sviluppo. È questa la strada maestra per ridurre l’esercito di riserva dei disoccupati, la cui elevata dimensione determina l’alterazione di tutte le altre componenti del quadro macroeconomico. Ristagno dei consumi, crisi delle aziende che producono per il mercato interno, eccesso di surplus della bilancia commerciale.

Purtroppo questi temi sono stati trascurati nel corso della campagna elettorale. A dimostrazione di un notevole decadimento culturale del quadro politico. Ma riemergeranno prepotentemente all’indomani del 4 marzo. Quando si scoprirà che molte delle proposte avanzate e poco meditate si dimostreranno insostenibili, sia sul terreno economico – finanziario. Sia su quello politico.

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Stavolta il torto non è dalla parte di Renzi:Non lo era nemmeno prima, cara Direttrice. Il Partito Democratico è l’unica forza politica in grado di fermare la destra. Non ci sono nè Leu (3%) nè M5S (anitiscientifici e antieconomici) in grado realisticamente di offrire agli italiani un modello di sviluppo ed una forza per “fare” le cose giuste.

Stavolta il torto non è dalla parte di Renzi.Il Pd è in difficoltà anche perché deve sostenere contemporaneamente due campagne, quella di Renzi e quella dell’esecutivo. E il Governo si rivela ingrato. Lucia Annunziata Direttore, Huffpost Italia

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Finalmente, cara Direttrice, qualcuno se n’e’ accorto.A parte che titolare “stavolta il torto non è dalla parte di Renzi” significa dire che tutte le altre volte lo era. Brava Lucia a rifilar coltellate alle spalle dopo aver salutato con un sorriso.

Un capolavoro di dietrologia da parte di Lucia, maestra in sottigliezze politiche ( o forse cavilli). E sì, un abbraccio c’è stato, ma “ fugace”. Ma votare PD per via di Gentiloni vuol dire comunque votare PD. Ma Annunziata, pur ammettendo di “ non poter essere accusata di tenerezze” ( non la vedo nel ruolo, in generale) nei confronti di Renzi e che “ una lancia a suo favore vada spezzata”, in realtà usa la stessa lancia per infliggere un altro colpo all’odiato leader. Ne’ manca di sottolineare che “ molti diranno che Renzi ha avuto quello che si meritava, per i suoi metodi drastici e per le umiliazioni inflitte ai nemici”. Parole che sembrano uscite dalle labbra tossiche del sicario D’Alema, di Fratoianni, persino dell’astuto opportunista Grasso – o degli altri leninisti che rimpiangono un tempo ormai ingoiato dalla storia. Anche se poi la Storia rigurgita il passato, vedi i fascisti.

E che succede? Finalmente si è resa conto che la campagna di delegittimazione di Renzi, oltre che ingiusta è stato anche un harakiri politico della sinistra sinistra di cui la direttora si sente parte.

Non è che ci volesse la sfera di cristallo o la frenesia dell’ultima settimana per focalizzare quello che è evidente da tempo ormai: ovvero che la sinistra, o sedicente tale, ha fatto davvero i conti senza l’oste. Se Renzi, anche in ambito governativo, non lo nomina quasi più nessuno, se LeU, invece di impostare una politica di unità della sinistra si è incarognito ed arroccato sulle posizioni dalemiane e cioè che occorreva uccidere Renzi per spostare i vantaggi dalla loro parte… insomma, tutte queste miserrime strategie stanno fallendo miseramente. Se n’è accorta la Annunziata ma presto se ne accorgeranno tutti.

Era logico che un PD forte avrebbe dato fiato a tutta la sinistra e che invece un PD indebolito avrebbe trascinato dietro in modo altrettanto devastante tutte le fraschette aggiuntive o disgiuntive.

Non se ne è ancora accorta la Bonino che invece, trionfante del suo 3% di sondaggio sputa su Renzi ed inneggia a Gentiloni, non se ne è accorto Gentiloni e neanche Mattarella o Napolitano i quali già immaginano un governone di unità nazionale, a guida Gentiloni, con le residue fettine di c.lo lasciate sul piatto da Renzi a fare da pasto crudo e nudo per alimentare le loro fantasie malate. Se ne deve essere accorto Minniti, ultimamente, il quale, da politico esperto e navigato, deve aver capito che questo giuochino sta trascinando il PD nelle retrovie… altro che governone di unità nazionale.

Se ne deve essere accorto perché, sia l’altra sera in TV che stamattina a Circo Massimo, ha stroncato e con fastidio, le solite volgari e stupide allusioni giornalistiche al cappotto da fare a Renzi.

Se Napolitano o Mattarella o anche lo stesso Gentiloni si illudono di riproporre la stessa minestra attuale, depurata da Renzi, mi sa che si sbagliano e di grosso. La parte più consistente del PD seguirà Renzi e non le aspirazioni, vere o presunte di Gentiloni.

Lo spettacolo dei vari endorsment ricevuti da Prodi, Bonino, Napolitano senza che lui sia stato in grado di alzare un ditino per ricordare che il leader era un altro, è stato, per Gentiloni, uno spettacolo squallido a dir poco e la gente del PD questo lo avrà notato, come l’ho notato io.Brava la Annunziata che se ne è accorta…. anche se troppo tardi.

Annunziata, lei si e’ fatta la domanda e si e’ data la risposta: il problema nasce proprio dalla posizione di Renzi che, stranamente vista la sua provenienza culturale,ha capito che l’essere segretario di un partito senza essere presidente del Consiglio non e’ una diminuzione del suo prestigio: all’epoca della DC c’era chi guidava il governo e chi il partito. Renzi non mi sembra estraneo alla permanenza del governo Gentiloni: il pd non ha forse evitato di spingere sullo jus soli (chiedendo a Gentiloni di non porvi la fiducia) proprio per non rischiare la caduta del governo? Se Renzi pensava che Gentiloni continuasse ad intestare al pd e a lui gli ulteriori “successi” economici e invece il governo è sempre più apparso come un diverso soggetto politico, perché “spezzare una lancia” a favore di chi voleva fare il furbo e invece ha sbagliato calcoli? Il partito democratico e Renzi stanno facendo con il governo le cose che dovevano fare voi,noi abbiamo la coscienza a posto siamo l’unica forza che garantisce il futuro continuiamo fino alla fine della campagna elettorale avanti tutta.E se le cose stanno così i voti al pd aumenteranno. Chi per sostenere Renzi, chi per rafforzare Gentiloni. Poichè è chiaro che se il pd va male non ci sarà spazio per nessuno dei due a Palazzo Chigi. Il pd di Renzi e Gentiloni se perderà (non me lo auguro proprio) sarà per la over dose di massimalismi, estremismi, demagogie e populismi che hanno infettato la società italiana. Gli spacciatori sono noti.

E a chi prendere questo articolo per giustificare la presunta “nullità di Renzi come politico e uomo di stato” significa solo una cosa: che farebbe bene a rileggerlo attentamente. E’ Renzi che ha “inventato” questo governo, ed è Renzi che ha “inventato” Gentiloni. Se il prossimo PdC sarà ancora Gentiloni, come non è affatto improbabile, sarà una limpida vittoria di Renzi che, ci può scommettere, in quel caso ne uscirà tutt’altro che con le ossa rotte, anche se ridimensionato dal punto di vista numerico. Voi avete gli occhi del tifoso (avversario). Provate ad essere un po’ più distaccati invece …

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“STO CON GENTILONI”Poi… dice che non si è stabilito un rapporto con Renzi. Forse la colpa è pure tua che con la puzza sotto il naso questo rapporto neanche lo cerchi. Dire: sto con Gentiloni e non con Renzi è una grave mancanza di rispetto per il partito che vi ha permesso di presentarvi alle elezioni.

Emma Bonino : “Sto con Gentiloni. Renzi? Non c’è un rapporto ma i Radicali sono leali istituzionalmente”

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“Non scioglierei Forza Nuova e CasaPound: vanno battuti con la democrazia, l’antifascismo d’antan non è la soluzione”

“STO CON GENTILONI” 

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Forse occorrerebbe ricordare ai più che senza Renzi non ci sarebbe stato neanche Gentiloni. Spiace che tocca ricordarlo pure alla Bonino che con le sue dichiarazioni si qualifica come una “esperta e navigata politica da prima repubblica” che fa solo da eco ad una ciuarmaglia di commentatori sgangherati che tutti i giorni che il cielo manda non esitano ad inventarsi chissà cosa per dipingere una specie di contesa inesistente fra Renzi e Gentiloni. Inesistente perché innanzitutto non c’è e poi perché, se si dovesse andare alla conta, Renzi asfalterebbe Gentiloni. Purtroppo, per i saccenti d’oggi, il popolo del PD la sua scelta la già fatta e non credo proprio che tocchi a loro decidere chi debba essere il leader del PD. 
Occorre ricordare alla Bonino che la sua formazione ha fatto l’accordo con il PD e non con Gentiloni ed i posti in lista in collegi sicuri per lei e per Dalla Vedova, ad esempio, sono stati gentilmenti messi a disposizione del PD e non da Gentiloni.
Fino a prova contraria il segretario del PD si chiama Matteo Renzi e non Paolo Gentiloni. Cara Emma…. bruttissimo esempio di sporca politica la tua. Forse era meglio lasciarvi al vostro destino…. visto che non riuscivate neanche a raccogliere le firme per presentarvi.

“Noi non siamo per sciogliere né CasaPound né Forza Nuova” 

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Poi magari me li ritrovo che si chiamano villa Arzilla. Io e Marco Pannella siamo sempre stati contro anche lo scioglimento del partito fascista. Le forze estremiste, violente, razziste, violente e la discriminazione vanno combattute con la democrazia, con lo Stato di diritto e con le leggi”. Già solo questa dichiarazione la pone su un piano intellettuale, dialettico e democratico che è un miraggio per il 99% della nostra intera classe politica.Ma c’è qualcosa che non quadra, perché dice: Combattere con il diritto e con le Leggi???
Ma se non le fà applica manco lei! La Costituzione, prima e la Legge Scelba del 1952, poi, parlano chiaro: il fascismo è FUORILEGGE. APPLICATELA ALLORA! ma pure qua c’è un ma. Questa signora, pur essendosi alleata con forze sempre diverse, a volte addirittura contrapposte, non ha mai piegato la propria politica alle esigenze di maggioranza. E’ a questo che mi riferivo quando parlavo della sua storia. Ha sempre portato avanti le stesse idee e le stesse battaglie a prescindere dallo schieramento in cui si trovava. Capisci che è ben diverso dal cambiare in continuazione casacca (e idea) per puro tornaconto? E guarda che io non voterò la Bonino, per cui lungi da me il fare “campagna elettorale” per lei. Ma ciò che è storia resta tale.Ognuno abbia la propria idea. Ma, forse, meriterebbe un po’ più di rispetto la donna che ha portato avanti battaglie come quelle per il divorzio e l’aborto. O, se non lei, perlomeno la sua storia…se la si conosce.

ORA: Molti chiacchieroni di varie logge politiche quando parlano della Bonino e della sua storia dovrebbero togliersi il cappello dalla loro testa vuota. E OGGI CON LA MIA LINGUA SENZA PELI SONO STATO GIÀ TROPPO ACIDO PURE IO

 

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La Meloni sclera ogni volta che non la lasciano fare i suoi monologhi .E ORA CHE SIAMO ARRIVATI AL DUNQUE LA PAURA FA QUARANTA.

Giorgia Meloni sclera a Otto e Mezzo. Sindrome da accerchiamento: “Tutti contro di me, è ‘na sessione de spinning”

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E da sempre una maleducata invasata che interrompe tutti quanti ,incapace di fare discorsi e discussioni costruttive e chiare. Personalmente sono stanco di sentire la sua voce sopra quella degli altri che hanno opinioni diverse ,a cui non lascia mai finire una minima frase o concetto . Di cosa si lamenta ?

La meloni sclera perché gli slogan non funzionano nel contraddittorio, quando devi spiegare le cose il titolone o la felpa non bastano più, si intuisce la fallacia delle proprie idee, e soprattutto si ha il terrore che l’abbiano capita gli altri che assistono, e allora si va in tilt si chiama sindrome da impotenza neuronica,molto frequente tra i fasciolegaioli e pere nei fasciogrilli,non velo siete mai chiesto perché predicano sempre slogan,e mai un confronto o un contraddittorio con l’aversario.E la tattica dei destrofascisti…non far esprimere gli altri, GRILLO li ha indottrinati molto bene.

Meloni egocentrica e saccente come Salvini. parla solo lei e interrompe continuamente gli altri, anzi parla sopra in modo che non si capisca ciò che l’altro ha detto, in perfetto stile maleducato berlusconiano. il suo tono sembra il sacro graal, in realtà sono 20 anni che mangia a quella tavola ben imbandita dal caimano, fascista di primo livello senza un briciolo di umanità. sarebbe stata una perfetta figura accanto del testone. ho letto che qualcuno qua sotto la difende. gli consiglio di andarsi a rivedere la trasmissione.

La Meloni, come molti altri dalle sue parti, si e’ specializzata nel mischiare discorsi slegati, per sostenere le sue tesi sovraniste. Esempio massimo il contrapporre classi sociali deboli e immigrati dipingendo una guerra tra poveri. Nel momento in cui due persone che ragionano come la Guerritore e Zucconi si mettono a sottolineare i difetti di questo ragionamento, e in particolare che il quadro e’ molto più complesso, la retorica sovranista perde appigli, e in mancanza di argomenti seri, alla Meloni non resta che dipingersi come vittima.

L’aspetto gravissimo della questione “immigrati” è che nessuno chieda conto alla signora, come al sodale Salvini, di come i vari governi Berlusconi, da loro sostenuti, l’abbiano affrontata negli anni. Perché non chiedono degli effetti della Legge Bossi-Fini? Di quanti stranieri abbiano espulso e riportati al Paese d’origine? Della sanatoria di cui hanno goduto quasi un milione di irregolari? Dell’aver firmato il Trattato di Dublino? Di come affronterebbero loro la questione. La si continua a mettere sul piano del solidarismo, del pietismo, del multiculturalismo, che hanno come unico effetto quello di esasperare ulteriormente l’animo di quanti “non vedono di buon occhio” gli stranieri.

Se io fossi la Meloni scapperei via lontano dalla Politica ma, poi si ricorda che non ha arte e ne parte per sopravvivere, decide di rimanere.. Inoltre, bisogna ricordare che ha firmato atti che hanno impoverito gli Italiani ma adesso finge di non ricordarsi.. Anche lei una decana della politica: Nel 2000 diviene dirigente nazionale di Azione Giovani. Saluti.. P.S. Il 4 marzo è vicino ricordiamoci il passato di questi pseudo politicanti..

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Matteo Salvini: giurando su Vangelo e Costituzione, si è fregato da solo

Matteo Salvini: giurando su Vangelo e Costituzione, si è fregato da solo

Ho l’impressione che lo stesso Salvini si sia reso conto, a questo giro, di averla fatta fuori dal vaso… Mal gliene involga. Temo però che i suoi accoliti, nell’ebbrezza che procura il sentire la vittoria a portata di mano, bramassero proprio ascoltare una delirante miscellanea quale quella che lui ha vomitato loro in testa, durante quel ridicolo comizio… Sono indeciso se provare più pena per quei poveretti lì sotto o schifo per quanto urlato sguaiatamente da lui sul palco.

Salvini e i tutti suoi seguaci ,cosi come tutta la destra ,sono ATEI non confessi che si ricordano il cristianesimo soltanto per negare diritti ad altre religioni o altri orientamenti sessuali diversi a l’eterosessualità . Giocano pure con i sentimenti di quelli pseudo cattoluci ignoranti che manco hanno letto i vangeli e capito il messaggio in esso contenuto . Meno male che credono che Gesù sia risorto ,altrimenti si starebbe ritorcendo nella tomba.Ho scordato un altro piccolo particolare della sceneggiata: il rosario, inteso come coroncina di grani da far scorrere fra le dita, non è una invenzione cattolica, tanto meno cristiana. molte religioni lo usavano da parecchio tempo prima che venisse introdotto dalla Chiesa cattolica fra queste religioni, guarda caso, c’è l’Islam. il cattolicesimo ha solo aggiunto un crocifisso, ma se si osservano i musulmani pregare, parecchi di loro fanno scorrere i grani fra le dita… e l’acculturato Salvini di certo non ne è a conoscenza… come di certo non sa che moltissime parole di uso comune in italiano derivano dall’arabo. se smettesse di usarle, avrebbe un po’ di problemi: – tariffa – assassino – ammiraglio – trippa – limone – scirocco – caffè – cifra – zucchero – arancia – carovana – … senza parlare dei numeri… e di ciò che vi è più o meno collegato.Ma agli Italiani non interessa che libro abbia in mano Salvini: potrebbe essere la Bibbia o il Corano, I tre moschettieri o Viaggio al termine della notte, Topolino o Postal Market, la Costituzione o un libro di ricette culinarie. Il cittadino-spettatore-elettore vede un tizio che agita un oggetto di carta in mano e se ne invaghisce, perché non ha molto dimestichezza con la lettura ed attribuisce alla scrittura qualche potere taumaturgico. Lo sa bene anche nonno Silvio, che se ne sta in televisione sempre con un misterioso foglio in mano, agitandolo per lasciar intendere che lì dentro è scritta la soluzione definitiva ai problemi della vita.

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Mi dispiace Sig Ministro Minniti ma molti italiani sono razzisti, inutile e dannoso negarlo. L’Italia forse non è razzista ma molti italiani lo sono!

Migranti, Minniti: “La parola emergenza è vento nelle vele dei populisti”

Migranti, Minniti: "La parola emergenza è vento nelle vele dei populisti"

Il ministro dell’Interno ospite di Circo Massimo su Radio Capital: “Io premier? Ipotesi dell’irrealtà”. E sul Pd: “È l’unica congiunzione con il futuro del Paese”

 “L’Italia un Paese razzista? Non mi sento di affermarlo. Bisogna togliere la parola emergenza dalla questione dei flussi migratori”. Il ministro dell’Interno Marco Minniti, ospite di Circo Massimo su Radio Capital, interviene a difendere le scelte del governo Gentiloni sui migranti. E rispetto al dilagare di episodi di razzismo, afferma: “È evidente che ci siano forme di intolleranza. Ma vanno contrastate culturalmente, con gli strumenti della legge e assumendosi la responsabilità di una polemica pubblica su questi temi”.”L’emergenza è vento nelle vele dei populisti .- ribadisce –  bisogna affrontare il problema dei grandi flussi migratori in maniera strutturale”. E aggiunge: “Il meccanismo è governare i flussi, cancellare l’emergenza e limitare gli arrivi nel nostro Paese. Noi abbiamo affrontato il tema della cooperazione con la Libia, abbiamo messo in campo a Tripoli l’Unhcr, l’Organizzazione internazionale per i rifugiati, che ha realizzato il primo corridoio umanitario verso l’Italia. Chi scappa dalla guerra arriva in aereo nel nostro Paese non sui gommoni. Chi arriva per lavorare sarà gestito dalle ambasciate di provenienza. Abbiamo costruito un modello di gestione senza alzare fili spinati”.

QUESTA DEL ATTUALE SITUAZIONE CARI I MIEI CONCITTADINI ED  È veramente assurdo leggere post pieni di odio verso i deboli…magari la Domenica andate anche in chiesa…vergognatevi fascisti..siete solo degli ottusi.

Invasione, emergenza…..parole vuote e false, dette con il solo scopo di impaurire il prossimo e ottenerne il voto. Per poi non fare nulla. Perchè NULLA faranno la coppia Berlusconi/Salvini, proprio NULLA: semplicemente smetteranno di parlare del problema. I soliti “miracoli” belusconiani. Bei modelli veramente. Renzi fa schifo? allora voto Hitler. Problemi di ordine pubblico? autorizzazione a sparare sulla folla.  E tra gli italiani onesti e rispettosi ( e immagino anche perbene) chi ci sarebbe? È il gruppo Misto di farabutti di 5S che lo farà. Importante però, che tu dai dentro di più, Papi ha bisogno del tuo voto: diretto o indiretto.Vai e spacca: meglio cosa nostra che roba loro, la nipote è di Mubarak, rubare va bene quando rubiamo noi – insomma tutto il repertorio del tuo popolo. E poi, una volta taroccato il bonifico, dai la colpa agli altri.

Assurdo criticare il PD sulla gestione dei migranti, mentre l’Europa se ne lavava le mani, il PD ha salvato centinaia di migliaia di bambini da un sicuro naufragio, garantendo allo stesso tempo a loro una vita dignitosa, cosa che ha permesso una riduzione dei reati di quest’ultimi come certificato dai dati delle forze dell’ordine.

Nell’ultimo anno l’Italia è cresciuta (1,5 per cento), ma ad un tasso ancora insoddisfacente;così,l’occupazione è aumentata,ma il nostro tasso di disoccupazione continua ad essere più alto rispetto alla media dell’Eurozona(10,8 per cento rispetto all’8,7 per cento);sono però in crescita confortante la produzione industriale,l’export e gli investimenti,fattori che autorizzano un cauto ottimismo per il futuro; continuiamo però ad avere un debito pubblico che pesa come un macigno,anche se si è stabilizzato.Non si dovrebbero formulare proposte elettorali irrealistiche, anche se accattivanti,- flat tax, reddito di cittadinanza – che ci porterebbero ad un potenziale default finanziario,non dissimile da quello dell’autunno del 2011;proposte che permettono di conquistare voti,ma non conquistano la stabilità finanziaria del Paese

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Macron non ha mai fatto mistero di essersi ispirato al PD e a Renzi

Il 5 marzo del Partito democratico.

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Lo so che a molti può sembrare surreale, ma a pochi giorni dal voto del 4 marzo si fa già un gran parlare delle elezioni europee del 2019. E non è un modo per buttare la palla in tribuna, anzi: è un appuntamento che – nelle intenzioni di molti – dovrebbe servire proprio a ridefinire da subito (dal 5 marzo) le cosiddette “geometrie politiche” a livello nazionale. Ecco, la Francia, appunto. Lì Emmanuel Macron, come noto, un paio d’anni fa ha lasciato il Ps creando En Marche, ha vinto le elezioni e adesso sta pensando di esportare il suo modello in tutta Europa. L’idea è: il nuovo bipolarismo non è più tra centrodestra e centrosinistra, ma tra liberali-europeisti da una parte e populisti-anti Europa dall’altra.

Macron non ha mai fatto mistero di essersi ispirato al PD e a Renzi,
quindi Renzi non ha bisogno di fare una partito “alla Macron” perché, eventualmente, lo ha già…Vi piaccia o meno ammetterlo,
Il Partito Democratico, intuendo che il cadere del muro e delle ideologie avrebbe rimescolato le carte politiche è stato ANTICIPATORE di quello che poi è successo altrove (in Francia con en marche): unire il meglio delle anime/tradizioni popolari di centro e di sinistra in un partito liberale riformista, plurale (a vocazione maggioritaria), di governo, capace di coniugare sviluppo e garanzie, comunque interpretando i tempi e affrontandone le nuove sfide. Oppure veramente credete che la soluzione per affrontare il mondo del lavoro che cambia (globalizzazione, robotizzazione, ecc.) sia ripristinare l’articolo 18??? per dire. Che i dualismi siano cambiati mi pare evidente non da ieri ma da almeno un decennio.Così come è evidente che il pericolo più concreto (globale, per tutti) è il populismo: il nazionalismo, la chiusura, il protezionismo, la demagogia, l’irresponsabilità, l’egoismo, la mancanza di coraggio, il conservatorismo, la paura, ecc. ecc. Che i dualismi siano cambiati, lo hanno capito anche gli elettori ex-socialisti francesi, a meno di non pensare che tutti i francesi siano diventati di destra.

In Italia nella stragrande maggioranza pure, quindi non è che insistere con la parola “centro” servirà granché a convogliare (secondo voi) i voti che eventualmente prevedete perderà il PD sui partitini ancorati al secolo scorso…Dimenticavo: Un partito europeista, naturalmente. L’Europa è imprescindibile se vogliamo avere una voce (anche per i diritti) nello scacchiere mondiale e non essere condannati all’irrilevanza. Un partito che oggi non abbia l’ambizione della sfida Europea come un faro per i prossimi decenni per quel che mi riguarda non può che stare dall’altra parte.

Tra essere un liberale e un liberista(visto che mischi i due termini in un frullato giornalistico)ci sono differenze sostanziali e se non lo sai,o peggio se lo sai,mi preoccupa il panorama mediatico italiano. Comunque credo che l’idea di Macron,mutuata da Renzi,sia una visione liberalsocialista.
Una visione certa che al momento si scontra con un conservatorismo nazionale di facciata basato sulle “urla manzoniane”…vedremo come si evolverà…
Credo che sia il naturale sbocco di una UE unita federale e con un governo centrale che traccia la cornice.Insomma una scoperta degna di nota..

Scenario anche augurabile, mi sento di aggiungere, perché servirebbe a fare finalmente un po’ di chiarezza. Sarebbe ora che una certa destraccia d’élite ferocemente antipopolare, la destraccia del ‘populismo’ in chiave padronale alla Monti-Fornero, protagonista da sempre della lotta di classe dall’alto contro i più deboli, la mettessero allo scoperto una buona volta senza più ipocrisie;E Renzi e quelli con lui e come lui continuino il risanamento riformistico economico lavorativo e giuridico e lasciando la sinistra sinistra finalmente libera di essere sinistra sinistra inconcludente.

E tenete presente che: Renzi da solo non va da nessuna parte. Il PD è’ un partito con organi, procedure e regole.Il dibattito all’interno è notoriamente assai ampio.Se il partito non dovesse vincere le elezioni, ci sarà un ricambio dei dirigenti. In primis il Segretario generale.Per questo motivo , molti , e io tra questi, votano PD.Le altre formazioni politiche, e in primis i five Stars , sono contenitori ” di proprietà” di qualcuno, che decide che fare, dove andare, come schierarsi.Questo piace sicuramente ai deboli di mente , ai fascisti e ai nostalgici del leninismo. Ai democratici, no. Per niente.

 

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Fedeli alla logica del rancore.

Fedeli alla logica del rancore. CHI! Ma.Liberi e Uguali

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Dei tre valori fondanti usciti dalla Rivoluzione francese – Liberté, Egalité. Fraternité – i seguacidi Bersani e D’Alema hanno scelto i primi due.
Mentre il presidente Emmanuel Macron, a sfondo del suo pregevole discorso di Capodanno all’Eliseo, aveva piazzato bella grande la parola “Fraternité”. Per sottolineare lucidamente che in momenti come questi rappresenta il valore più importante, di cui c’è maggior carenza.
Ma i fuoriusciti dal PD che hanno deciso di dare vita a un partito che ha come ragione fondante il revanscismo anti Renzi, non hanno certo potuto scegliere “fratellanza” o “fraternità” perchè consci (in questo coerenti) che dalle loro parti ce n’è assai poca. Alla base della loro azione  c’è il desiderio di indebolire la loro ex “ditta” (cfr. Bersani) e di buttar giù Renzi (cfr. D’Alema).
In queste settimane tutti i commentatori più autorevoli, anche quelli che hanno criticato la scissione dei massimalisti del PD, l’hanno inserita nel contesto della tradizione di rotture e spaccature della nostra sinistra, da Craxi a Bertinotti, in giù.
Ma non è esattamente così, perchè  sinora non c’era stata nessuna scissione motivata  tanto profondamente da problemi psicologici personali come questa. I D’Alema, i Bersani con al loro seguito Speranza, Cofferati e il drappello dei rancorosi, sono stati mossi dall’egocentrismo psicologico dei ruoli, illustrato da Massimi Recalcati.
Non sono, di fatto, dei nostalgici di una sinistra “vera”, dura e pura, non inquinata dalla devianza renziana, ma sono dei nostalgici di se stessi.
Qualche sera fa, nella trasmissione della Gruber, anche Massimo Cacciari (che non è certo un simpatizzante di Renzi) ha ammesso che l’unica motivazione degli scissionisti è stata la voglia di vendetta dei confronti del segretario del loro partito. Poi, un po’ preoccupato dell’eccesso di chiarezza, ha allungato il brodo, ma il succo rimane quello.

Ovviamente, gli ex leader PD, oggi a capo del partitino antagonista, tutto ciò lo negano. D’Alema in un comizio nel Salento (16 febbraio), parlando della “certa sconfitta del PD per responsabilità di Renzi”, ha detto che loro (di L. e U.) “non sono nati per far perdere il PD, ma il nostro progetto è far rinascere la sinistra”. Che la sinistra possa rinascere da un vecchio perdente come l’ex leader Maximo è già un discreto paradosso. Ma che loro non vogliano “far perdere” il PD di Renzi è una falsità palese.
Tanto che proprio a cominciare dal Salento, in tutto il Sud e non solo, L. e U. è andato all’arrembaggio dei circoli PD per svuotarli e/o convertirli.
Bersani, da Floris a di Martedi,  è partito lancia in resta: “Il Pd di Renzi ci ha liquidati perchè eravamo di centro-sinistra”; Renzi e Gentiloni hanno fatto delle riforme, ma tutte al rovescio di come andava fatto”; “Non siamo noi che abbiamo spaccato, la spaccatura è nel popolo”; “La legge elettorale voluta dal PD è demenziale”…
La legge elettorale demenziale ? Ma non è che Bersani e D’Alema (anche lui in un’intervista a Corriere del 18  febbraio ha parlato di “un’orrenda legge elettorale di cui porta grave responsabilità il gruppo dirigente del PD”) hanno gravi vuoti di memoria ?
Scordano di essersi battuti in prima fila, con Salvini, Berlusconi e Grillo, per il NO al Referendum che è servito a buttare all’aria (tra le tante altre cose) una legge elettorale a doppio turno, senz’altro migliore, più europea e funzionale, di quella che per responsabilità (anche) loro ci troviamo tra le mani.
E vi ricordate cosa andava garantendo serafico D’Alema durante la sua campagna per il NO ? “Che problema c’è ? Dopo la vittoria del NO, in poche settimane faremo una legge elettorale molto migliore”. Si è visto.
Le riforme tutte a rovescio ? Lasciando perdere Jobs Act e Buona scuola che naturalmente L.eU. vogliono abolire (malgrado i concreti buoni risultati certificati da tutti i misuratori, nazionali e internazionali) perchè prodotte dal nemico, vediamo, ad esempio, i diritti civili.
In cinque anni di Renzi e Gentiloni sono state fatte: la legge sul biotestamento che ha colmato un ritardo di 25 anni; la legge sulle unioni civili che è arrivata a un risulato dopo 20 anni di chiacchiere su Pacs e Dico; la legge sul divorszio breve che ha sciolto un nodo quarantennale; la legge sulla tortura che ha sanato un vuoto denunciato dall’ONU e dall’Europa; la legge sul “dopo di noi” in favore dei disabili; la legge sul femminicidio che inasprisce le pene.
Tutte cose che in trenta e passa anni i vari D’Alema, Bersani, e anche Prodi, non sono riusciti a mettere in cascina. Una consapevolezza che attizza il livore. Una realtà che quelli di L.e U. dovrebbero avere l’onestà di riconoscere e la dignità di non parlare di “riforme tutte a rovescio”. Ma la nostalgia di se stessi e l’indulgenza verso i propri insuccessi sono più forti.

Era naturale che gli ex leader Pd scissionisti e alleati con altre piccole identità dell’estrema-estrema sinistra, non potessero guidare in prima persona il nuovo partito. Avevano bisogno di una testa di legno che si presentasse come elemento unificatore. E chi si sono andati a scegliere ?
Il ragazzo Pietro Grasso, presidente del Senato, ex Procuratore nazionale anti-mafia, tutto quello che c’è di più istituzionale e rispettabile. Non proprio, però,  un uomo simbolo della sinistra, anche non estrema..
Di fatto un anziano ambizioso narciso che ha subito piazzato il suo nome a caratteri cubitali nel simbolo, quando, vale la pena ricordarlo, la sinistra PD era contraria a ogni “personalizzazione”. I tempi  cambiano e Grasso val bene un’eccezione.
E amen se non è proprio un fulmine di guerra, già a detta di alcuni suoi colleghi del tribunale palemitano, e non è dotato di fluente dialettica. Imbarazzante la sua prima conferenza stampa in cui ha saputo quasi solo ripetere “io ci sono, io ci sono, io ci sono” (tre volte). Un imbarazzo non dissipato dai suoi successivi interventi pubblici: “il mio obiettivo è quello di ricostruire il paese”, “rifondare la democrazia in Italia”, “abolire la mafia”, “eliminare l’evasione fiscale…”. Vaste programme, direbbe De Gaulle. Ottimi propositi, forse un tantino generici e irrealistici. Se non si dice come realizzarli.
Lo deve aver sospettato lo stesso ex magistrato che allora ha tirato fuori la proposta concreta di abolire le tasse universitarie. Purtroppo, oltre a non apparire a tutti come una priorità per il paese, la proposta si scorda  che già adesso i meno abbienti in pratica non pagano le tasse e che abolirle a tutti significherebbe un favore ai più ricchi. Non proprio una riforma da sinistra dura e pura. E neanche da centro-sinistra.
Ovviamente non si limitano a questa le proposte di L. e U. , ci sono anche la Tobin Tax sulle transazioni finanziarie, l’estensione del reddito di inclusione, l’aumento delle spese sanitarie, l’abolizione dei ticket…Oltre all’abolizione del Jobs Act, anche se in buona parte sta fuzionando. Senza scordare il totem dell’articolo 18, glorioso simbolo da riesumare, ma sul quale andrebbe scritto un pezzo a parte.
Un programma basato su molte voci che comportao maggiori spese, ma che non fornisce indicazioni sulle coperture finanziarie e rimane quindi una dichiarazione di intenti astratta. Salvo la speranza di un maggior recupero dell’evasione fiscale. Sperare non costa niente.

Nell’ultimo scorcio di campagna elettorale il principale sforzo di L.eU. è quello di smentire la dignosi renziana e gentiloniana secondo la quale un voto dato al partito della scissione rafforza Salvini e i 5stelle perchè indebolisce il PD che li contrasta. Noi non sottraiamo voti al Pd, vanno ripetendo D’Alema e Bersani, con l’eco di Grasso, ma miriamo a riportare al voto gli astenuti e a recuperare i consensi dei grillini pentiti e delusi.
Sarebbe bello, se fosse vero. “Ma nei collegi uninominali si vince con un voto in più o in meno e se in un collegio L.eU. toglie al PD anche il 2-3% rischiamo di perderlo e cederlo ai leghisti o ai grillini”, risponde Dario Franceschini (La Repubblica. !8 febbraio).
Dalle parole ai fatti. Il leghista Attilio Fontana sarà molto probabilmente il prossimo Governatore della Lombardia, visto lo strepitoso successo della sua dichiarazione sulla necessità di “difendere la razza bianca”.
E questo perché neanche di fronte a tale preoccupante razzista, la direzione di L.eU., si è convinta della necessità di appoggiare il candidato PD, Giorgio Gori. Come invece hanno scelto di fare nel Lazio con Nicola Zingaretti. Perché ? Perché Gori è vicino a Renzi, mentre Zingaretti no. Quando la priorità è i rancore personale, si arriva anche a questo.
Una brutta storia che ha permesso al Giornale di Sallusti di titolare: “Lombardia: Il centrosinistra è morto, grazie Grasso”.

PS: Ieri mattina gli hanno trovato la neve, sulle strade, davanti ai portoni e ai negozi, sulle macchine. Io sono uscito nella tarda mattinata per fare le spese necessarie e ho trovato la neve imputridita, davanti ai portoni, ai negozi, ecc. ecc. ecc. In qualunque altra capitale, cittadini, portieri, commesse e commessi di negozi e supermercati alle 9 di mattina avrebbero ripulito tutto e permesso in questo modo un regolare transito dei pedoni e degli acquirenti.Siamo italiani sempre ad aspettare altri che ci puliscano il culo,e quando ce l’hanno pulito,giù a contestare a criticare,ditemi che non e vero,e questo atteggiamento e lo stesso che LeU a verso la segreteria Renzi e il PD. 
Questa premessa per dire che dopo il il referendum una improvvisa voglia di decidere/non decidere si è impadronita degli italiani, facendo naufragare la proposta riformatrice di Renzi e del gruppo dirigente del PD.
Non decidere, nascondersi i problemi, allontanare chi si propone di affrontarli, raccontare un sacco di chiacchiere e di bugie pur di raggiungere l’obiettivo, lasciare che la neve marcisca ed evitare di assumere una responsabilità, di fare una scelta.
Buona notte, popolo, così si chiudeva un film di Luigi Magni su Targhini e Montanari ghigliottinati a Piazza del Popolo, con la consapevolezza che la storia si presenta una volta sotto forma di tragedia e poi come farsa, che è quella che stiamo vivendo, cittadini del 2018.

CONCLUDO POSTANDO CIO CHE A DETTO RENZI IERI A FINE GIORNATA.

Burian o non Burian, siamo arrivati a Roma. E siamo pronti per la diretta in prima serata su Canale 5, a Matrix. 
Mentre scendevamo dal profondo Nord, attraversando l’Italia innevata, mi sono tornati in mente i volti di questi giorni. Da Milano a Torino, da Brescia a Livorno. Sono volti emozionati e sorridenti mentre guardano i video dello spot PD, di Totò o di Obama. Che bello fare questo percorso con voi, amici. Forse è più facile urlare, insultare, denigrare sui social. Ma mettersi assieme, fare fatica, provare a cambiare è decisamente meglio che vivere di rancore. In questi anni il PD ha salvato l’Italia da una crisi devastante. Oggi siamo quelli che parlano di futuro, che vogliono andare avanti, che non insultano ma propongono soluzioni concrete per l’Italia. Siamo quelli che tutti attaccano perché sanno che l’operazione #primoposto è alla nostra portata. Siamo quelli che non puntano sulle fake news perché abbiamo i risultati dalla nostra. Siamo noi, quelli che credono alla politica. E che credono nell’Italia. Avanti, insieme.

TENETEVI IL RANCORE IO STO CON RENZI  PER IL BENE DEL ITALIA.

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Gli italiani ,basta vedere i commenti ,si divertono a schernire e a fare battutone e magari non si sono nemmeno resi conto che con il no a referendum hanno detto di non voler diminuire i costi della politica.Ma la colpa e di Renzi e nel mal augurato (dico io) caso il PD non vincesse il 4 Marzo vorrebbero le dimissioni di Renzi.

Matteo Renzi: “Sono un buon ad, ma un cattivo direttore del marketing. Nessun passo indietro se va male” Gli industriali lombardi chiedono che il “premier sia il segretario di partito” per contare di più in Europa.

In caso di brutto risultato del Pd alle elezioni di domenica, Matteo Renzi è pronto a fare un passo indietro? Non se ne parla neppure. “Io sono pronto a parlare di programmi da qui a domenica. Non ci sarà nessun passo indietro. Trovo sconcertante che il tema di questa campagna elettorale sia cosa faccio io e non cosa fa l’Italia”, ha detto il segretario dem a SkyTg24. In mattinata, durante un confronto con Assolombarda, Renzi ha autovalutato così il proprio operato: “Se io fossi l’ad di una delle vostre aziende, porterei dei risultati economici positivi. Forse mi licenziereste come direttore marketing per come ho comunicato quello che ho fatto, ma dovreste prendere atto” dei dati su Pil, disoccupazione, fatturato industriale. “Sono pronto a fare un dibattito sui risultati ma vorrei che ci fosse l’onestà intellettuale che quello che era un problema non lo è più. Penso che serva anche il ‘fattore C’, ma i dati dicono che noi abbiamo fatto quello che per anni voi avete chiesto”, ha aggiunto. “In questa legislatura l’Italia si è mossa”, ha rivendicato Renzi. “A voi il compito di decidere se questa è la direzione giusta o volete tornare indietro. Oggi siamo in una dinamica in cui il Paese ha una prospettiva di sviluppo. Non è più tempo di ‘fare presto’ come titolò il quotidiano di Confindustria”.

La domanda è : perché di dimissioni, in caso di perdita ( sempre relativa),semmai ci sarà,è argomento solo del e nel PD ? Quante volte ha perso Berlusconi ? Il Marchese del Grillo ( che promise di ritirarsi,cosa che nessuno si ricorda,ma tutti si ricordano che disse Renzi,estorto dai giornalisti) alle europee si limitò a dire ( e non a fare) che prendeva un Maalox,ma nessuno parlò di ” dimissioni” da Capone del MO-VI-MENTO.I misteri della politica italiana,cavalcati dai giornalisti ( non certo migliori dei politici),che hanno rotto a furia di domandare che fa o farà Renzi.Il 90% delle domande che fanno è sul futuro,chissà perché.

Renzi molte volte non è simpatico ma per la maggior parte delle volte è sincero :è attaccato su tutto ,ma in realtà ha dato un grande contributo per risollevare l’Italia.La storia gli renderà giustizia.

Con Renzi l’italia è ripartita l’azienda dove lavoravo e che ora collaboro ha assunto dipendenti e raddoppiato il fatturato, non pago più l’imu , e ho 1000 euro in più in fondo all’anno, per non parlare dei diritti civili..questi sono fatti poi fatevi pure le vostre battutone.

Condivido tutto ciò che dice, questo governo ha fatto cose egregie considerando la maggioranza che aveva e la necessità di avere sponde al centro. Il Job act forse non sarà proprio di sinistra, ma é comunque simile a quello che Schroeder fece in Germania con i minijobs. Tutto ciò non gli servirà per vincere, forse perché l’unica cosa che non ha gestito é l’odio nei suoi confronti, che neanche B. al suo peggio ha mai avuto. Bunga bunga, corruzione dei giudici, soldi alla mafia, leggi ad personam, tutto il repertorio più nefasto immaginabile, e B. è ancora lì, probabile vincitore. R. che non ha nessun scheletro nell’armadio, invece alla gogna pubblica, e dite che gli italiani non sono idioti?

Come non riconoscere che l’operato di Renzi e di Gentiloni ha avuto del miracoloso!
Con un debito tra i più alti del mondo, ereditato da politiche dissennate del passato, con un Berlusconi che ha sgovernato per vent’anni tirando fuori il peggio del paese (leggi ad personam e ad aziendam), risalire dallo stato disastroso economico e sociale in cui siamo sprofondati in quegli anni non è stato certo un compito facile. Per decenni questo paese è stato bloccato in una situazione di sottosviluppo politico-istituzionale.
Grazie a Renzi finalmente anche in Italia sono state fatte le necessarie riforme, in campo economico, istituzionale e giudiziario (che in altri paesi avevano fatto vent’anni prima), ciò che ha permesso di uscire dalla recessione (tutti gli indicatori sono passati da negativi a positivi).

– gli 80 euro, con la loro valenza di giustizia redistributiva sono stati un’importante cosa di sinistra mai vista prima
– grazie al Jobs Act circa un milione di persone possono guardare al futuro con maggiore serenità e con un lavoro più stabile. L’art 18 è solo una bandierina per gli oppositori a prescindere, in realtà i diritti sono stati aumentati (maternità, malattia, ferie…)
– 100mila insegnati assunti prima condannati al precariato
– risolto numerose crisi aziendali, riaperto fabbriche da Taranto a Terni
– abolita la componente IRAP sul lavoro spostando il carico fiscale dal lavoro alla rendita finanziaria… anche questa una cosa di sinistra e utile al rilancio dell’economia in questo paese ingessato
– sgravi fiscali alle imprese per assunzioni a tempo indeterminato…
– diritti civili, autoriciclaggio, falso in bilancio, anticorruzione, ecc. ecc.
E tutto questo in soli 4 anni di governo. Altro che passo indietro, bisognerebbe farti un monumento! Grazie Renzi, grazie Gentiloni e viva il nuovo PD di renzi!

E voi denigratori astiosi, perché non andate a dormire fino al 4 marzo. Vi rode che Renzi sia riuscito a fare quello che tanti politici dicevano da anni e non si erano nemmeno azzardati a proporre. Vi rode che il paese traumatizzato e sull’orlo della bancarotta sia stato risollevato dai governi del PD e ora le cose vadano un pò meglio. Vi rode che abbia preso 1800000 voti alle primarie quando qualcuno crede di essere un ganzo con 30000 clic. In sostanza siete più roditori che commentatori.

 

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