Qui non si tratta di essere amico o nemico di qualcuno. Si tratta di essere padroni del proprio destino. Salvini e Di Maio, sempre più incartati nelle loro contraddizioni.

La scelta di autoescludersi di Matteo Salvini. La presa di distanza dall’Alleanza Atlantica in Siria lo brucia per Palazzo Chigi.

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E da quando in qua uno come Salvini mi assicura che sarò padrone del mio destino, non ha mai partecipato , nemmeno per sbaglio, ai lavori del parlamento europeo sui temi internazionali, figuriamoci cosa ne può capire, e figuriamoci quali alte strategie può elaborare ….

Rispetto questa tua esigenza – la comprendo. Ma é ‘irricevibile’ da un paese come l’Italia. Ho già sofferto molto quando mi resi conto – molti anni fa – che questo era il caso. Il fatto è che un destino vero l’Italia non ce l’ha. E non l’ha mai avuto: per avere un proprio destino è necessario un’autodeterminazione esemplare che l’Italia – davvero – non ha mai, mai avuto. La sovranità italiana è sempre stata molto discutibile. Così come gli italiani. Iniziare ora a farsi rizzare il pelo (e solo quello) mi sembra poco. Invero, totalmente insufficiente.

Forse sfugge a qualche “sovrani sta” che la Seconda Guerra Mondiale l’abbiamo combattuta dando la “coltellata alle spalle” alla Francia, poiché il sovrani sta Benito, uno che difendeva da par suo l’onore italico, si alleò con Hitler. Forse sfugge che la guerra l’abbiamo persa e che se non abbiamo subito il trattamento di Germania e Giappone si deve solo a qualche centinaio di migliaia di uomini e donne che fecero la Resistenza, ma ciò non toglie che siamo un paese AGGRESSORE sconfitto. Forse sfugge che siamo andati noi, con De Gasperi, a chiedere di entrare nella Nato, nessuno ce lo ha chiesto…

Ciò che è riportato nell’articolo può essere letto in diverse maniere, ma personalmente non ci vedrei una perdita in termini di sovranità nazionale, visto che siamo in una alleanza e i patti vanno rispettati, piuttosto un auto esclusione della Lega, dal momento che il leader della Lega non mi pare sia mai stato critico verso le nefandezze di Putin ma solo nei confronti della politica estera USA (tranne aver esultato quando Trump è stato eletto). Per rimanere comunque nel campo delle ipotesi, a me pare che Salvini stia usando la scusa della Siria per sganciarsi dalle fallimentari trattative per la formazione del nuovo governo, in modo da non rimanere con il cerino in mano.Comunque.L’Italia ha molto, moltissimo da dimostrare – come è sempre stato e come mai è davvero accaduto. Per costruire un popolo ci vogliono le palle, non le chiacchiere ed i voltagabbana.Avete mandato a casa uno che di palle ne aveva anche per voi PALLE COMPETENZA E IMMEDIATEZZA DECISIONALE proponeva lo avete bocciato voi POPULISTI.Ma il futuro per lui ora si fa roseo,e lo rivedremo molto presto.Se non avete capito di chi sto parlando vi do un piccolo aiutino. SI CHIAMA RENZI

A VOI ITALIANI:Vi sfugge (e non ne sono sorpreso) che l’Italia di oggi – e molto anche di ieri e l’altro ieri non è mai stata davvero unita. Ed oggi men che meno; questi due politici non fanno altro che mantenere la rappresentanza delle reciproche basi. Diversamente non conviene; non conviene più. Gli italiani non sono affatto uniti e mai lo sono stati, storicamente. Il progetto dell’unificazione ha fallito in moltissimi sensi. La responsabilità di formare un governo non si può chiedere a chi abbia percentuali insufficienti; men che meno questo si può fare oggi. Come italiani, dovreste prendere atto di tutto questo: siete diversi, la pensate diversamente. Partite da qui.

Da qui.Una cosa mi pare ormai certa. Salvini e Di Maio sono stati bravi a raccogliere voti in campagna elettorale, ma davanti alla prospettiva di costruire un governo si dimostrano entrambi, per ragioni diverse, nettamente ad di sotto delle attese.
Di Maio con la sua ossessione per Palazzo Chigi, è disposto a dare un accordo indifferentemente col PD e con la Lega, che sono sulla maggior parte dei temi agli antipodi, e si mostra incapace di gestire una negoziazione seria.
Salvini pensa di poter replicare sulla scena internazionale le sue trovate da comizio elettorale, senza ponderare quello che dice, e sembra non abbia alcuna voglia di fare un governo. “Se vinciamo, il governo lo facciamo in un quarto d’ora”. Certo, con quali voti? Demagogia che fa il paio con il “facciamo una legge elettorale in una settimana”. Per quanto riguarda la politica estera, qualcuno dica a Salvini che facciamo parte della NATO e abbiamo basi aeree americane nel nostro paese, non siamo ancora una della dacie di Putin. Mantenere il giusto equilibrio nell’alleanza atlantica è nostro dovere.

Speriamo nella saggezza di Mattarella. Ci resta solo un giorno per conoscere la decisione del Presidente.
Per fortuna c’è una persona competente che con quella benedetta firma, farà uscire il Paese dal vicolo cieco nel quale i capricci e i veti di due piccoli personaggi ci hanno relegato. Per carità, meglio fare subito i nomi: il demiurgo è Mattarella, e i bizzosi sono Di Maio e peggio ancora Salvini. Anche quest’ultimo ormai si è montato la testa, comanda, dispone, e programma tutto con una arroganza che farebbe invidia a un presidente Usa. Lo chiamerei “il piccolo Trumpetta”. Che aggiunge: “Se vinco in Molise in due settimane faccio il governo.” Frase iperbolica che ha pronunciato ieri, lasciando di stucco anche i microfoni costretti ad ascoltarlo. Comunque la saggezza, corredata dalla profonda conoscenza della Costituzione ci fa ben sperare per la decisione del Colle. Se esiste una soluzione, magari un tantino forzata, Mattarella la troverà. La sua proposta è attesa per domani mercoledì. Oggi è martedì e porterebbe male. Tutti, nessuno escluso, dovranno ponderarla, ritrovando un momento di calma in questa esagitata fase di casa nostra. Abbiamo tanti impegni, di prossima scadenza. E non possiamo permetterci un Parlamento nominato e fermo da quasi due mesi. Soprattutto i vertici del PD stavolta dovranno riflettere, ma alla velocità della luce. Perchè saranno loro in prima fila davanti al dilemma: forse sarebbe meglio un accordo allargato, nel quale tutti potranno esprimere le loro conoscenze, che il protrarsi di un isolamento neutrale del Partito, che produrrà lo sfascio dell’Italia. In questo momento il pericolo maggiore è la vittoria del populismo della Lega. Perché l’energumeno che la comanda mostra di non conoscere limiti e soprattutto di non avere né squadra né competenza. Dobbiamo evitare di ritrovarci un nuovo Benito al comando. Che nei giorni scorsi ha ricevuto dal Tribunale una nuova sentenza, con la quale gli viene di nuovamente imposto di restituire allo Stato i 49 milioni di Euro rubati dalla Lega, e di evitare i giochini finanziari nei quali i leghisti sono spesso coinvolti, con Salvini consapevole. Sarebbe mortificante una ulteriore azione penale nei riguardi di un personaggio che oggi ambisce di governare il Bel Paese. Comunque non vanno sottovalutati i grandi rischi che corriamo. Dietro la porta c’è il Def, che ha scadenza molto vicina. E lo “spread” pronto a crescere come un panettone di Milano. E ci sono i mercati della grande finanza, che aspettano sornioni per approfittarne. Mentre per merito del governo tuttora al lavoro, registriamo ancora crescita di prodotto lordo e perfino di “produttività”, e nuove assunzioni di lavoratori. Che vorreste di più dalla vita, visto che dall’alto dei cieli i voti di tanti sprovveduti italiani ci hanno fatto cadere addosso due ragazzotti impreparati?

Qui non si tratta di essere amico o nemico di qualcuno. Si tratta di essere padroni del proprio destino. Salvini e Di Maio, sempre più incartati nelle loro contraddizioni.ultima modifica: 2018-04-17T11:28:04+02:00da bezzifer
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