Quarantacinque giorni di nulla! L’unico tema che tiene banco nello spettacolo dei cosiddetti “vincitori del 4 marzo” è quello delle poltrone, in un teatrino che sta diventando una triste e imbarazzante lezione sul vuoto della demagogia

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Quarantacinque giorni di nulla!

Durante la campagna elettorale avevano martellato gli italiani con l’urgenza di affrontare e risolvere la diffusione della povertà, l’emergenza migratoria, i costi della politica, l’esplosione della criminalità, la mancanza di lavoro e via elencando le piaghe che (secondo la loro propaganda) i governi a guida Pd avrebbero inflitto al paese.

Da quasi due mesi stanno offrendo agli italiani la replica quotidiana dello stesso, mediocre spettacolo: Di Maio pretende la poltrona, Salvini pretende il comando, Berlusconi pretende di non essere allontanato dalla tavola. Nessuno ottiene quello che vuole, ciascuno a turno alza la voce, si fa silenzio qualche ora e subito dopo il giro ricomincia.

Intanto i problemi del paese, a cui avrebbero dovuto porre rimedio con ricette tanto miracolose quanto velleitarie, sono stati nascosti sotto il tappeto insieme a programmi costruiti su promesse rumorose ma dimenticate nello spazio di qualche ora. L’unico tema che tiene banco nello spettacolo dei cosiddetti “vincitori del 4 marzo” è quello delle poltrone, in un teatrino che sta diventando una triste e imbarazzante lezione sul vuoto della demagogia.

D’altra parte c’è modo e modo di utilizzare periodi così lunghi, e ieri Matteo Renziha opportunamente ricordato cosa accadde nei primi 45 giorni del suo governo(con il varo di misure di emergenza come i primi decreti su lavoro e pubblica amministrazione, gli 80 euro, la diminuzione dell’Irap per le aziende).

Il confronto tra queste e quelle settimane dà la misura esatta della distanza che separa la nostra idea della politica e dell’interesse nazionale da quella del Movimento Cinque Stelle e della destra. Ecco perché il nostro “Tocca a loro” è l’unica risposta possibile all’irresponsabilità che stanno dimostrando partiti abili nell’attrarre voti ma capaci solo di metterli nel congelatore, come strumento personale di ricatto ma come deposito di risorse inutili ad affrontare la sfida del governo del paese.

“Tocca a loro” perché chi ha raccolto voti – soprattutto quando ne ha raccolti molti – deve essere chiamato subito a dimostrare la propria capacità di uscire dalla propaganda e dalla denuncia per entrare nello spazio della realtà e della soluzione dei problemi. E se non ci riesce – come non ci stanno riuscendo i tre “vincitori” – deve essere posto di fronte al proprio fallimento e chiamato a risponderne dinanzi al paese. Oggi la responsabilità del Partito democratico è questa: innanzitutto nell’interesse del paese, ma anche per il buon nome della politica e dei milioni di italiani che ci hanno votato.

Quarantacinque giorni di nulla! L’unico tema che tiene banco nello spettacolo dei cosiddetti “vincitori del 4 marzo” è quello delle poltrone, in un teatrino che sta diventando una triste e imbarazzante lezione sul vuoto della demagogiaultima modifica: 2018-04-20T18:13:05+02:00da bezzifer
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