Adesso Di Maio torna a rivendicare palazzo Chigi: è un’ossessione. Tutto il resto è più ingarbugliato di ieri.

IL PREMIER CHE NON FU MAI PREMIER.

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Marcia in salita di Bibi e Bibò. Per vari motivi. Intanto Di Maio, dopo un consulto con Casaleggio e Grillo, è tornato a rivendicare la premiership, cioè palazzo Chigi, per se stesso, umiliazione che Salvini voleva evitare con la nomina di un premier terzo, una specie di impiegato che sarebbe considerato meno di niente in tutta Europa.

Poi Berlusconi è stato riabilitato: può votare e può essere candidato, insomma torna in pista. Alle prime elezioni lo rivedremo in Senato o alla Camera. E questo cambia tutti i giochi. Non teme più le elezioni. Anzi, forse le desidera.

I sondaggi, infine, dicono che i 5 stelle con questo fantomatico governo con il centrodestra rischiano di perdere l’8 per cento dei voti, di tornare cioè al 25 per cento, fuori gioco. Un Pd un po’ furbo e ben attrezzato potrebbe addirittura superarli.

Sul programma, siamo nel solito cinema. La flat tax solo dall’anno prossimo e molto ridotta. I soldi, che non ci sono, verrebbero trovati con un condono. Il primo anno, e dopo? Mah, forse anche la Lega fa conto di non esserci più, e quindi se la sbrighino gli altri.

Il reddito di cittadinanza segue le sorti della flat tax, cioè va in avanti (almeno due anni). Prima bisogna spendere due miliardi di euro per sistemare i centri di avvio al lavoro. Soldi buttati: se il lavoro non c’è, perché non c’è crescita, inutile pagare gente perché te lo cerchi. Ma, così, intanto si sistemano qualche migliaio di persone nei centri per la ricerca del lavoro: piccole clientele crescono.

Risse, ancora, sui grandi lavori: i grillini, come noto, non vogliono che si alzi nemmeno un mattone. I leghisti, più svegli, sono invece per il fare, tutto e anche di più (tanti appalti, tanti soldi).

Insomma, Di Maio continua a sorridere e a dire che tutto  va bene. Invece non va bene quasi niente. Il famoso “contratto” alla tedesca dovrà essere approvato  dagli iscritti sulla piattaforma Rousseau (cosa che sta facendo imbestialire tutti, vista la sua non-costituzionalità). E lì gli iscritti potrebbero comunque sparare a palle incatenate.

Lo stesso Di Maio, se il governo non si farà, come oggi sembra probabile, rischia di essere spedito a casa per far posto a Di Battista, più di lotta.

E Salvini? Su di lui comincia a stagliarsi l’ombra lunga di Berlusconi.

Lunga vita al Cavaliere.

E che il Pd si dia una mossa, i, vento torna a soffiare potente.

Adesso Di Maio torna a rivendicare palazzo Chigi: è un’ossessione. Tutto il resto è più ingarbugliato di ieri.ultima modifica: 2018-05-12T10:18:41+02:00da bezzifer
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