Volevano cacciare Mattarella con disonore. Adesso sono davanti alla sua porta e implorano udienza e clemenza. Vogliono fare un governo (da 90 giorni).

GLI AGNELLI BELANTI.

E’ bastato vedere Carlo Cottarelli salire al Quirinale con in tasca la lista dei ministri perché a Di Maio e a Salvini tornasse un po’ di  buon senso. Basta impeachment contro il presidente della Repubblica. Basta stronzate varie, insulti, accuse, cialtronerie assortite gridate in diretta FB da Salvini dai tetti e basta anche con i gazebo per chiedere una repubblica presidenziale.

Al loro posto, al posto di questa massa informe di bestialità e di atti eversivi in puro stile fascista, una sola preghiera: caro, adorato, meraviglioso presidente Mattarella, ferma Cottarelli e facci riprovare a fare un governo, ti promettiamo che faremo i bravi.

Due deficienti così Mattarella dovrebbe riceverli, ma solo se accompagnati dai genitori e se prima scrivono sul quaderno cento volte ”siamo dei coglioni”.

Non sappiamo che cosa deciderà il presidente della Repubblica e chi suggeriranno come ministro dell’economia, non sappiamo niente.

Meno alcune cose, che sono chiarissime e allarmanti:

1- Le dichiarazioni insensate dei due eroi hanno innescato una crisi di fiducia molto difficile da recuperare. Anzi, adesso sui mercati c’è la paura che si inneschi un effetto domino e che la crisi si allarghi a mezzo mondo. Questo è l’effetto delle trombonate di Salvini e Di Maio. Senza nemmeno saperlo e senza capire perché rischiano di provocare una crisi che va oltre l’Italia e che riporta l’Europa ai giorni bui della crisi sub-prime. L’Italia non è la Grecia, è molto più  grande, è il terzo paese dell’Unione, è la seconda manifattura europea.

2- A questo punto, cioè, il cumulo di cretinate dei due (in un week-end di nascosto usciamo dall’euro, informando i partner europei solo il venerdì sera, non pagheremo almeno 250 miliardi del nostro debito, e altro) sta rischiando di far partire una crisi di quelle toste, a livello continentale, nella quale i primi a affondare saremo proprio  noi.

3- Non so se cosa deciderà Mattarella e quindi non so che tipo di governo avremo prima di sera, una cosa però è chiara. Anche se probabilmente non sta nel corso della Costituzione, Mattarella prima di concedere ai due di riprovarci, dovrebbe chiedere loro due impegni pubblici solenni:

a- L’Italia non lascerà mai l’euro e l’Europa.

b- L’Italia pagherà i propri debiti.

Senza questi due impegni, Salvini e Di Maio vanno spediti di corsa a scopare il mare. Fuori dai piedi. E avanti con Cottarelli.

Ma, adesso, chiediamoci il perché di questa giravolta? Perché i due, di colpo, hanno messo a terra spadoni e contumelie e si sono trasformati in agnelli belanti davanti alla porta di quel presidente che fino a un’ora prima volevano processare e cacciare con disonore (loro due?).

4- Per ragioni che non conosciamo (ma che possiamo intuire) i dante causa di Di Maio   (la Casaleggio S.r.l.) hanno un vitale bisogno che i 5 stelle vadano al governo. Hanno bisogno, adesso, non fra sei mesi, del potere, dei ministeri.

5- Salvini si è esposto molto accettando l’idea di un’alleanza con Di Maio, ma se non va al governo, resta con in mano un mazzo di fichi secchi. E probabilmente i suoi lo fanno secco.

E poi, su tutto, c’è  l’incognita delle future possibili elezioni a settembre. Dai sondaggi sembrano già essere un plebiscito a favore dei due. Ma mica tanto. I 5 stelle sono in calo. Salvini in crescita.

Solo che Salvini dovrà vedersela con Berlusconi: le posizioni del suo socio leghista sono sempre più  in contrasto con la linea europeista e prudente del Ppe. Un collaboratore stretto del Cavaliere, Tajani, è presidente del parlamento europeo.

Non solo. Nelle prossime elezioni Salvini e 5 stelle non potranno più cavarsela promettendo flat tax o reddito di cittadinanza: dovranno dire che cosa intendono fare con l’Italia e l’Europa. Non potranno più giocare con le favole.

Soprattutto se il Pd farà giudizio e lancerà davvero il Fronte Repubblicano, guidato non da Renzi, ma da Gentiloni, aperto a tutti quelli che vogliono l’Italia in Europa e dentro l‘euro: associazioni, imprenditori, società civile. Chi ci sta ci sta.

Tutto questo basterà per un ribaltone politico? Forse no, ma certo il potere dei populisti-sovranisti rischia di ricevere un duro colpo e forse i due rischiano di non andare mai al governo. Ecco perché Di Maio e Salvini hanno fatto la loro conversione a U e hanno indossato le vesti degli agnelli belanti.

Hanno capito che, se non vanno subito al governo, rischiano di essere cancellati dalla storia e di trasformarsi in una minoranza rumorosa, ma senza potere e già condannata alla marginalità. E di non vedere mai più una poltrona da ministro.

Volevano cacciare Mattarella con disonore. Adesso sono davanti alla sua porta e implorano udienza e clemenza. Vogliono fare un governo (da 90 giorni).ultima modifica: 2018-05-30T08:44:54+02:00da bezzifer
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